Negli ultimi tempi in area flegrea la popolazione percepisce con una certa frequenza delle scosse di terremoto collegate al noto fenomeno del bradisismo. Alcune di esse secondo i dati dell’ Osservatorio Vesuviano (INGV di Napoli) hanno superato i due gradi di Magnitudo. Talvolta queste scosse sono raggruppate in sciami sismici.
Elementi di geologia
Bradisismo. Parla Massimo Russo, lo scienzato che ha scoperto un nuovo minerale nella Solfatara
L’evoluzione del bradisismo flegreo è molto seguita attraverso i media con articoli giornalistici con i bollettini dell’Osservatorio Vesuviano ed altro. Si fa riferimento principalmente agli aspetti geofisici monitorando la deformazione del suolo la sismicità la temperatura delle fumarole. Si fa anche riferimento al monitoraggio geochimico, in particolare sulle emissioni di
“Bradisismo. Teorie a confronto”. Riflessioni post evento di Pierluigi Musto
Nel pomeriggio di lunedì 11 luglio si è svolto l'incontro scientifico dal titolo “Bradisismo: teorie a confronto” in cui sono intervenuti il peofessore Giuseppe Luongo ed il peofessore Giuseppe De Natale. Ho ideato e condotto personalmente l’evento che si è tenuto a “Casa Mehari” una villa ubicata a Quarto , confiscata
Bradisismo, cosa succede nei Campi Flegrei? Intervista al professor Giuseppe De Natale
Con l’evolversi del bradisismo in area flegrea con una sismicità che è aumentata ed il livello del suolo che ha raggiunto e superato i livelli del 1984, ho ritenuto di interpellare il professore De Natale, già direttore dell’ Osservatorio Vesuviano “Ingv sede di Napoli”, e dirigente di ricerca del medesimo
Pozzuoli, Premio Dicearchia 2022 al vulcanologo Giuseppe Luongo
Sabato 30 aprile al palazzo Migliaresi a Pozzuoli si è avuta la manifestazione per conferire il premio Dicearchia 2022. Quest’anno è stato insignito il professore emerito di Geofisica e Vulcanologia della Università Federico II Giuseppe Luongo, già direttore dell’Osservatorio Vesuviano durante la crisi del bradisismo dell’82-84, quando ne ha sapientemente
Il livello del mare nell’area flegrea e nella Piana Campana
È noto che i Campi Flegrei sono all’interno della Piana Campana la cui formazione è attribuita ai movimenti tettonici che hanno portato alla formazione degli appennini ed alla loro evoluzione. Essa è delimitata dai Monti Lattari verso sud, e dai monti nei pressi di Mondragone verso nord, mentre verso est
Il nuovo sito dell’Osservatorio Vesuviano, uno strumento utile per tutti
L’Osservatorio Vesuviano (sezione di Napoli dell’INGV ) da qualche settimana, ha rilasciato una nuova versione del proprio sito internet cui si può accedere mediante il link : https://www.ov.ingv.it/. La veste grafica del nuovo sito è moderna e funzionale ed è “responsive” cioè facilmente utilizzabile attraverso dispositivi mobili quali tablet e cellulari. La
“Usticino”, la prima favola scientifica dedicata alla geologia.
Tra ciottoli che diventano personaggi ed eruzione pliniana, come la più famosa eruzione del Vesuvio del 79 d.C. in cui il vulcano "spara in aria cenere e lapilli" prende vita la prima favola scientifica dedicata alla geologia per i bambini delle scuole primarie. Il Libro Usticino di Franco Foresta Martin e Patrizia Polizzi
Ecco come è nato Monte Nuovo.
Il Centro Internazionale degli Studi G.B. Della Porta è una associazione nata recentemente con lo scopo di far conoscere la persona di G.B. Della Porta nato a Vico Equense nel 1531 e della sua poliedrica personalità avendo avuto interesse in vari ambiti tra cui la vulcanologia. L’associazione ha organizzato un
Torregaveta e Torrefumo, alla scoperta della geologia di Monte di Procida
Monte di Procida è un promontorio la cui massima altezza è di circa 145 m. sul livello del mare Ad esso si aggiunge l’isolotto di S.Martino che anticamente era una sua propaggine. Fino a qualche hanno fa era possibile accedervi mediante un tunnel, attualmente l’isolotto è inaccessibile. Monte di Procida confina
Agnano: storia geologica del quartiere
L’area di Agnano è parte integrante della caldera flegrea e si distingue attraverso una morfologia costruita attraverso una attività vulcanica successiva alla messa in posto del Tufo Giallo Napoletano (15.000 anni). L’origine del nome fa riferimento a due diverse ipotesi: la prima lo associa al toponimo “Anniano” in quanto da alcune testimonianze