Una mostra itinerante nei musei della Cina, Portus. The Sea of the Ancients, racconta il rapporto degli antichi Romani con il mare, attraverso una ricca selezione di reperti provenienti anche dal territorio flegreo. Prima tappa del progetto espositivo al China Port Museum di Ningbo, iniziata il 17 settembre e che terminerà il 15 dicembre 2019.
L’esposizione offre al pubblico un importante approfondimento sul tema, mettendo in luce la centralità del mare nel mondo romano e affrontando i suoi diversi aspetti culturali, sociali ed economici, attraverso testimonianze archeologiche e il racconto delle ricerche.
Sei le sezioni in cui si articola il percorso: 1) Il fascino del mare, la vita e il mito; 2) Dove le vie di terra e di mare si incontrano: i porti dell’Italia romana; 3) Il dominio del mare: navi militari e mercantili; 4) Lungo le vie d’acqua: merci e trasporti; 5) Immagini della memoria: navi e porti in monete e medaglie; 6) Navigia fundo emergunt: storia dei ritrovamenti.
Un viaggio che conduce il visitatore a ripercorrere le rotte dei Romani seguendo l’immaginario antico, l’ingegneria e la tecnologia della civiltà romana, la raffinata produzione artistica e artigianale, rivelando connessioni tra popoli e culture.
Protagonista
nel racconto espositivo anche l’area dei Campi Flegrei, che rivestì un
ruolo di primo piano nella storia antica e che, con il suo ricco patrimonio,
rappresenta un contesto privilegiato per indagare e ricostruire fenomeni e
processi legati alla dimensione marittima degli antichi Romani. Lungo le coste
flegree furono costruiti il Portus Iulius e successivamente il porto di
Miseno, basi della flotta militare romana. Il porto commerciale di Puteoli
fu il principale scalo marittimo di Roma fino alla costruzione dei porti di
Claudio e di Traiano alla foce del Tevere, nodo strategico di una rete di
traffici su una vasta scala geografica che trasformarono la città in un
importante emporio dal carattere cosmopolita. Per le ricerche subacquee,
esclusiva la testimonianza di Baia sommersa, con complessi residenziali che
hanno conservato ancora la ricca decorazione di mosaici e di sculture,
raccontata in mostra da reperti e nel vasto apparato iconografico.
Per il pubblico la possibilità di ammirare alcuni capolavori del Museo archeologico dei Campi Flegrei nel Castello di Baia: la statua di Dioniso con pantera dal Ninfeo di Punta Epitaffio, uno dei due rilievi con triremi rinvenuto nel ‘700 lungo le sponde del Lago Fusaro, la lastra con testa di Zeus Ammone proveniente dalla necropoli di Via Celle di Pozzuoli, l’urna cineraria in alabastro rinvenuta in un mausoleo della necropoli romana della Porta mediana di Cuma e il calco in gesso di epoca romana della statua dell’Apollo del Belvedere.
La mostra coinvolge diversi istituti del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo (Museo Nazionale Romano, Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma, il Parco Archeologico dell’Appia Antica, il Parco Archeologico dei Campi Flegrei) e il Museo del Mare e della Navigazione Antica di Santa Severa, ed è prodotta da China Museum International S.r.l e Tianyu Cultural Group Co. Ltd nell’ambito di un programma di mostre destinato ai musei cinesi che ha già visto realizzato con successo un ciclo su Pompei e uno su Paestum.
La cura scientifica è di Rita Auriemma, Renato Sebastiani, Mirella Serlorenzi, Pierfrancesco Talamo e Gabriella Angeli Bufalini per la sezione delle monete. L’ideazione e la progettazione dell’allestimento è degli architetti Gaetano Di Gesu e Susanna Ferrini con la consulenza museografica dell’architetto Gianni Bulian.
La mostra proseguirà, nel 2020, al Museum of the South China Sea di Hainan e al China Maritime Museum di Shanghai.