Dal 9 settembre c’è il fermo biologico della pesca in Campania. Il blocco dei pescherecci è indicato dal Governo secondo quanto stabilito dall’Unione Europea per consentire la riproduzione ed evitare l’impoverimento della risorsa ittica. Lo stop alle attività terminerà l’8 ottobre e riguarderà solo le grandi imbarcazioni.
Queste le date del divieto di pesca lungo le coste italiane indicate dal Ministero: dal 29 luglio al 27 agosto fermo da Trieste ad Ancona; dal 15 agosto al 13 settembre fermo da San Benedetto del Tronto a Termoli; dal 29 luglio al 27 agosto fermo da Manfredonia a Bari. Dal 9 settembre all’8ottobre si fermeranno le imbarcazioni da Brindisi a Roma e, quindi, Campania compresa. Dal 16 settembre al 15 ottobre è la volta del blocco per le flotte tra Civitavecchia e Imperia. La Sicilia e la Sardegna decidono autonomamente.
“In un Paese come l’Italia che importa dall’estero otto pesci su dieci, nei territori interessati dal fermo biologico aumenta peraltro anche il rischio – sottolinea Impresapesca Coldiretti in un comunicato – di ritrovarsi nel piatto per grigliate e fritture, soprattutto al ristorante, prodotto straniero o congelato se non si tratta di quello fresco italiano proveniente dalle altre zone dove non è in atto il fermo pesca, dagli allevamenti nazionali o dalla limitata produzione locale dovuta alle barche delle piccola pesca che possono ugualmente operare”.
Per effettuare acquisti di qualità al giusto prezzo il consiglio di Coldiretti Impresapesca è di verificare l’etichetta, che per legge deve prevedere l’area di pesca (Gsa). Le provenienze sono quelle dalle Gsa 9 (Mar Ligure e Tirreno), 10 (Tirreno centro meridionale), 11 (mari di Sardegna), 16 (coste meridionali della Sicilia), 17 (Adriatico settentrionale), 18 (Adriatico meridionale), 19 (Jonio occidentale), oltre che dalle attigue 7 (Golfo del Leon), 8 (Corsica) e 15 (Malta).