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Houston, qui Base della Tranquillità. L’Eagle è atterrato!

Quest’anno ricorre il cinquantenario dello sbarco sulla luna. Il 20 luglio 1969 alle 20:17:40 la missione Apollo 11, portò gli astronauti Neil Armstrong, Michael Collins, Edwin Aldrin sulla luna.
La maratona televisiva tenne incollati al video circa 900 milioni di persone. Ricordo bene quei giorni, ero un’adolescente che sognava ad occhi aperti ed avevo gli occhi incollati alla Luna come a cercare di vedere gli uomini che ne calpestavano il suolo.
In quei giorni non si parlava di altro. Tanta fu l’attenzione che quella dello sbarco fu la prima notte senza furti né rapine.

L’equipaggio dell’Apollo 11 lasciò una targa di acciaio inossidabile, per commemorare lo sbarco. Sulla targa c’è scritto:

Qui, uomini dal pianeta Terra posero piede sulla Luna per la prima volta, luglio 1969 d.C. Siamo venuti in pace, a nome di tutta l’umanità.

Il messaggio di Armstrong “Un piccolo passo per l’uomo” (o per un uomo, non è chiaro cosa volesse dire perché nella registrazione non si sente l’articolo) “Un salto gigantesco per l’umanità” viaggiò dalla Luna a Houston ed è rimasto uno dei più famosi di tutti i tempi.

Ma è solo uno dei tanti messaggi giunti a Houston. Infatti la Nasa e l’Università del Texas a Dallas hanno diffuso ben 19.000 ore di registrazioni, che erano state dimenticate della missione storica dell’Apollo 11.

Anche se i programmi Mercury, Gemini e Apollo mirassero solo a dimostrare la supremazia statunitense nello spazio, lo sbarco sulla Luna è stata una conquista universale per tutta l’umanità. L’uomo ha dimostrato la capacità di comprendere ciò che osserva, di sopravvivere in ambienti totalmente ostili alla vita e in situazioni estreme.

A 50 anni di distanza dallo sbarco quali considerazioni possiamo fare, quali lezioni trarre.

Negli anni ’60 si pensava di poter costruire una cittadinanza universale?

Certamente a 50 anni di distanza l’umanità non è ancora pronta, deve ancora lavorare molto su se stessa per superare le meschinità, i particolarismi e le discriminazioni che purtroppo sono invece all’ordine del giorno.

Io continuo a camminare con la testa rivolta verso il cielo. Forse non sono ancora cresciuta, ma va bene così. Comunque grazie!

 

La foto di copertina è del libero dominio.

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Anna Abbate
Archeologa, consulente informatica e web design freelance. Nata a Napoli, si occupa dal 1971 di Information Tecnology dopo essersi formata alla IBM come Analista Programmatore. Dopo una vita vissuta nel futuro ha conseguito la Laurea Magistrale in Archeologia presso l’Università degli Studi “Suor Orsola Benincasa”. Divide il suo tempo tra la passione per l’informatica e la ricerca storica. Con alcuni amici archeologi ed antropologi ha fondato nel 2011 il “Gruppo Archeologico Kyme”, associazione di promozione sociale, della quale attualmente è presidente, organizzando giornate di valorizzazione e promozione del patrimonio storico-archeologico e delle tradizioni dedicate soprattutto alle scuole. Si occupa, in particolare di Napoli e del territorio flegreo. Ha pubblicato i libri "Da Apicio... a Scapece (Valtrend Editore, 2017), "Biancomangiare... il Medioevo in tavola" (Valtrend Editore, 2018).

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