Quali sono le basi fisiche, genetiche, neurobiologiche, dei tratti che hanno conferito all’uomo una posizione così speciale nella natura? Perché pur condividendo con le scimmie antropomorfe più del 95% del suo genoma, l’uomo è così diverso? Perché solo l’homo sapiens sapiens oggi popola la terra mentre gli altri ominidi si sono estinti? Perché solo la mente umana ha consentito lo sviluppo di una cultura e di una tecnologia che evolvono rapidamente, e di una società ormai planetaria? Queste domande sono più che mai attuali nell’era cosiddetta dell’antropocene, in cui lo iato tra uomo e natura si manifesta di nuovo drammaticamente. Tali quesiti e altre considerazioni verranno affrontati durante l’Incontro-Dibattito
“Così vicini così lontani – l’uomo e gli altri”, 20 Febbraio 2018, Stazione Zoologica Anton Dohrn, Sala Conferenze alle ore 17.00, per gli eventi promossi dal Comitato Scienza e Società. Una riflessione interdisciplinare che avrà l’intento di celebrare Charles Darwin, il padre della teoria dell’evoluzione che impresse una svolta potente alla naturalizzazione dell’uomo, “annientando la pretesa posizione di privilegio dell’uomo nella creazione”, citando Sigmund Freud. La domanda sulla specificità biologica e culturale dell’uomo e sull’origine della sua diversità ha continuato, e continua ancora oggi, ad essere oggetto di indagine multidisciplinare e di intenso dibattito dove per l’occasione interverranno: Emiliano Bruner, Centro Nacional de Investigación sobre la Evolución Humana, Burgos; Elisabetta Visalberghi, Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione, CNR, Roma; Giancarlo Schirru, Università di Napoli «L’Orientale».
L’incontro-dibattito “Così vicini così lontani – l’uomo e gli altri” appartiene alla rassegna “Nel segno di Darwin” che proseguirà con i seguenti appuntamenti: