Edgar Morin
Sull’estetica
L’estetica, prima di essere il carattere proprio dell’arte, è un dato fondamentale della sensibilità umana. Il sentimento estetico è un sentimento di piacere e di ammirazione, che, quando è intenso, diventa meraviglia e felicità. Può essere suscitato da uno spettacolo naturale, un’opera d’arte, ma anche da oggetti o opere che noi estetizziamo.
Per la prima volta nella sua lunga carriera Edgar Morin riunisce qui le riflessioni sulla bellezza, l’arte e il sentimento estetico.
Da dove viene la creatività artistica? Cosa significano ispirazione o genio? Da Lascaux a Beethoven, da Dostoevskij a Orson Welles, Edgar Morin richiama le opere e gli artisti che l’hanno segnato e accompagnato, per mostrare la profondità dell’esperienza estetica. Le grandi opere non sono solo divertissements: consentono la comprensione della condizione umana, con le sue commedie e con le sue tragedie.
Paul A.M. Dirac
La bellezza come metodo
A cura di Vincenzo Barone
“Il ricercatore, nel suo sforzo di esprimere matematicamente le leggi fondamentali della Natura, deve mirare soprattutto alla bellezza.” Così
scrive il grande fisico teorico Paul Dirac, le cui riflessioni sono raccolte qui per la prima volta. Il principio di bellezza matematica svolge secondo Dirac una duplice funzione. Nel contesto della scoperta, la bellezza determina la direzione della ricerca, nel contesto della giustificazione – ed è questa la tesi più forte -, la bellezza
è la qualità che permette di giudicare una teoria, più ancora dell’accordo con le osservazioni.
Nella sua scienza, Dirac usò con impareggiabile efficacia il criterio di bellezza come un modo per trovare la verità.
Georg Northoff
La neurofilosofia e la mente sana
Imparare dal cervello malato
Possiamo “trovare” la coscienza nel cervello? In che modo i processi neuronali si riferiscono alla nostra esperienza di un senso d’identità personale? Dove finisce il cervello e inizia la mente?
Secondo Northoff, investigando la coscienza attraverso la sua assenza – nelle persone in stati vegetativi –, possiamo sviluppare un modello per comprenderne la presenza in una persona sana e attiva. Per esempio, prendendo in esame il riconoscimento di sé, distorto nei pazienti con disturbi psichiatrici come la schizofrenia, possiamo iniziare a capire come l’esperienza del “Sé” si consolidi in un cervello stabile.
Adottando un approccio integrato, il libro mostra come le intuizioni provenienti dalle neuroscienze possono essere applicate alle domande filosofiche sulla coscienza e sulla mente umana.
Hannah Arendt
L’umanità in tempi bui
Edizione italiana a cura di Laura Boella
Com’è possibile che l’idea di umanità, tipica dell’Illuminismo, trovi collocazione nei “tempi bui”, in cui le guerre mondiali, i totalitarismi, la Shoah hanno decretato il fallimento dell’eredità umanistica europea? Questa domanda attraversa l’intera opera di Hannah Arendt e diventa qui occasione per una riflessione sul modo in cui storia personale e passione per la verità possono fornire l’autentico contesto della politica.
Il saggio offre un’immagine rara di Hannah Arendt, illuminando i tratti appassionati della sua idea dell’agire e del pensare, mai consegnati a una dottrina ma enunciati con estremo riserbo e soprattutto praticati lungo l’intero corso della sua esistenza.