Quarto, un comune della città metropolitana di Napoli, vanta una storia che affonda le radici nell’epoca romana, come testimoniato dai numerosi reperti archeologici. Conosciuto inizialmente come Quarto Flegreo, il comune fa parte dell’area dei Campi Flegrei, una zona di grande valore storico e geologico.
Tra i principali resti archeologici si annoverano antiche ville romane, cisterne e necropoli, che raccontano l’importanza della zona nell’antichità.
Negli anni ’80 del secolo scorso, Quarto subì una trasformazione significativa a causa dell’espansione urbana, dovuta alla crescente popolazione napoletana.
Questo periodo vide la costruzione di nuovi quartieri residenziali e infrastrutture, che trasformarono il comune in una zona prevalentemente suburbana.
Tuttavia, nello stesso periodo, Quarto fu segnato anche dalla presenza della criminalità organizzata, che influenzò lo sviluppo sociale ed economico del territorio.
In quegli anni, però, emersero anche esempi di impegno civico e religioso, volti a contrastare tali fenomeni. Queste furono le comunità parrocchiali e le associazioni locali che si rivelarono fondamentali per offrire ai giovani alternative alle influenze negative e per promuovere attività culturali e sociali.
Tra le varie realtà quartesi, forse la più importante di quel periodo fu la comunità della Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, situata lungo la via Campana. Negli anni ’80 e ’90, questa divenne il centro di una zona in espansione e di profondi cambiamenti urbani. Essa non fu solo un luogo di culto, ma anche un punto di riferimento per attività sociali e culturali e con il suo notevole impegno svolse un ruolo significativo nell’accogliere una popolazione in aumento, promuovendo attività di supporto sociale e iniziative di aggregazione, spesso in collaborazione con altre parrocchie vicine.
In quegli anni, questa comunità religiosa del Bivio di Quarto continuò a rispondere alle nuove esigenze della popolazione. Le attività della Chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo, che includevano catechesi, gruppi giovanili e programmi per famiglie, ebbero un impatto rilevante, consolidando il senso di appartenenza e solidarietà tra i residenti. Questo periodo fu, tuttavia, segnato anche da sfide legate all’espansione edilizia e alle problematiche sociali emergenti, che influenzavano anche la vita della comunità religiosa stessa. E così la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo di Quarto (Napoli) divenne parrocchia nel 1994, con la nomina del primo parroco, già sacerdote impegnato nella comunità, Padre Albano. La decisione di elevare la chiesa a parrocchia seguì l’espansione della comunità locale e l’aumento della popolazione nella zona, con l’obiettivo di offrire un punto di riferimento spirituale e pastorale più adeguato ai fedeli.
Tornando agli anni ‘80, Padre Erminio Albano, meglio noto come Padre Albano, divenne una figura centrale per la comunità di Quarto, in particolare nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo. Durante quel decennio e oltre, si impegnò attivamente nel coinvolgere i giovani in attività educative, spirituali e sociali, con l’obiettivo di creare un senso di comunità e appartenenza. Promosse iniziative che univano fede e vita quotidiana, favorendo anche momenti di dialogo aperto con i ragazzi.
I giovani della chiesa parrocchiale partecipavano a gruppi di catechesi, ma anche a eventi culturali e sportivi, organizzati come parte di un progetto molto più ampio per sottrarli alle tentazioni della strada. Padre Albano si distinse per il suo approccio innovativo, che includeva anche momenti di confronto diretto con i giovani.
In quegli anni, la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo di Quarto divenne il cuore pulsante della vita del comune flegreo, con eventi che rappresentavano momenti centrali per la comunità locale. Tra le tradizioni più sentite, il Presepe Vivente del 24 dicembre si distingueva come uno degli appuntamenti più attesi.
Ogni anno, in prossimità della messa di mezzanotte di Natale, i ragazzi della comunità del Bivio di Quarto si impegnavano nella realizzazione di questo presepe teatrale, che culminava nella celebrazione liturgica. Il Presepe Vivente non era solo un evento religioso, ma anche un’occasione di condivisione e partecipazione per tutti: dai bambini del catechismo ai giovani della comunità, dal coro, fiore all’occhiello della realtà quartese, al gruppo giovani.
Un altro evento importante era la Marcia della Pace del 1° gennaio, organizzata in collaborazione con la Pro Loco di Quarto. La manifestazione vedeva il coinvolgimento di diverse realtà ecclesiali e sociali della cittadina flegrea, unite in una marcia che partiva dalla chiesa dei Santi Pietro e Paolo per giungere, attraversando le vie del paese, alla piazza Santa Maria, dove si trova la parrocchia da cui dipendeva in quel periodo la Chiesa parrocchiale del Bivio di Quarto.
Ma forse l’evento più straordinario dell’anno era la Via Crucis Vivente del Venerdì Santo, una rappresentazione che si svolgeva per le strade di Quarto e culminava con la messa in scena della crocifissione sulla Villetta Comunale del paese. Più di 500 figuranti in costumi d’epoca, preparati con grande cura dalla comunità biviese, rendevano questa manifestazione un momento di grande suggestione e spiritualità.
Oltre a questi eventi, la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo ospitava numerosi spettacoli socio-religiosi, organizzati ogni anno dai ragazzi del coro, che erano più di un centinaio, uniti da una stessa passione e coesione, contribuendo a rendere vivace e coinvolgente la vita della comunità.
La festa patronale di giugno poi, rappresentava un altro momento importante per tutti, con una partecipazione massiccia che rifletteva il forte legame che la gente del posto aveva con la propria chiesa parrocchiale.
Oggi, grazie all’impegno instancabile del nuovo parroco Don Emanuele e dei tanti membri della comunità, si continua a coltivare quella fiamma di speranza che, negli anni, ha mantenuto viva la tradizione di questa parrocchia. Nonostante le sfide che la Chiesa si trova ad affrontare in un’epoca segnata da rapidi cambiamenti e da un mutamento dei valori sociali, la comunità dei Santi Pietro e Paolo resiste, come un faro luminoso che guida i fedeli attraverso le difficoltà quotidiane. La sua forza non risiede solo nella tradizione che custodisce, ma anche nella sua capacità di rinnovarsi, di adattarsi alle nuove generazioni senza perdere la propria essenza.
Le nuove generazioni, forse meno incline a una partecipazione religiosa tradizionale, trovano comunque in questa comunità parrocchiale una forza che va oltre le strutture liturgiche. Essa rappresenta una rete di sostegno, un luogo dove si ritrova la speranza, un impegno concreto per una vita più giusta, solidale e fraterna. E proprio qui, dove le difficoltà quotidiane sembrano crescere, la realtà parrocchiale riesce a mantenere viva l’energia che l’ha sempre contraddistinta: quella di un amore che non si estingue, di una comunità che non smette mai di sperare e di impegnarsi, per un futuro migliore.
Il cammino intrapreso non è mai facile, ma ogni passo mosso in avanti è un balzo in progressione per la zona del bivio di Quarto. Essa rappresenta il cuore pulsante di un paese che ha visto in essa la propria forza e identità, la propria speranza di un futuro in cui la fede, la solidarietà e l’impegno civico possano continuare a convivere, alimentandosi a vicenda. La Parrocchia non è solo un simbolo di un passato che si celebra, ma anche un faro che, oggi come ieri, continua a guidare, a ispirare, e a illuminare il cammino di chi crede che la comunità possa fare la differenza. In questo cammino senza fine, la Parrocchia dei Santi Pietro e Paolo a Quarto è chiamata a essere uno dei punti di riferimento, una roccaforte di fede e di amore che continuerà a guidare le generazioni future, per molti anni a venire. La luce di questa realtà non si spegnerà, ma anzi, risplenderà sempre più forte, come testimonianza viva di ciò che è stato e di ciò che ancora può essere, per chiunque voglia seguirne il cammino.
Gianni Urso