Un manoscritto illustrato del VI secolo, un restauro, un viaggio a Roma, due anni di silenzio, un’assicurazione milionaria, gli ingredienti per un racconto poliziesco ci sono tutti. Il Codex Purpureus non teme confronti con le oscure trame letterarie, fatta eccezione per la cura e la tutela dei rossanesi, che con forte determinazione l’hanno riportato a casa.
Il merito di questa lodevole impresa si è trasformato in Rossano Purpurea, un’associazione che ha come principale obiettivo tre fondamentali scopi: il patrimonio, la comunità e le visioni.
Dal 26 al 28 aprile, a Rossano – Corigliano, presso il complesso Monastico Basiliano di S. Maria del Patire ha avuto luogo la terza edizione del πatir, cui tema di partenza, è il Mediterraneo.
Il Codex oltre a essere un documento simbolo della regione Calabria, è il punto focale di un incontro tra le culture, una sintesi delle osmotiche energie che hanno animato le sinergie tra la civiltà greco – orientale e quella latino – occidentale.
Il melting pot che vede il Mare Nostrum culla di mescolanze profonde, fonte di profili multipli e, senza alcun dubbio rete le cui maglie fluide hanno forgiato le eterogenee civiltà che ne fanno parte.
Per i popoli che l’hanno navigato l’orizzonte, non è mai stato un infinito ripetersi, le rotte hanno condotto i naviganti verso un’altra terra, dove l’ossessivo desiderio del possesso ha indotto gli esseri umani a entrare nelle viscere del prossimo, producendo così nuove generazioni mediterranee.
Il Codex ne è la testimonianza, percorre temi e argomenti che oggi fungono da spunto per chiederci cosa rappresenta lo scambio immaginario, proiettando l’attenzione sui futuri scopi e di come l’Europa consideri il Mediterraneo.
Non è casuale che durante il ciclo di conferenze il 26 aprile è stata inaugurata l’istallazione permanente del Terzo Paradiso, un progetto ideato da Michelangelo Pistoletto, in cui s’immagina la nascita di un nuovo livello di civiltà planetaria, dove si fondono il primo paradiso e il secondo nato dall’intelligenza artificiale. Il simbolo dell’infinito rivive attraverso un percorso, dove non vi sono nascita né fine, un circuito che viaggia all’infinito.
L’equilibrio tra artificio e natura è il futuro? Su questo dilemma si sono alternati voci, suoni, armonie che hanno creato a una melodia di fondo, un suono che ha unito tutti gli illustri rappresentanti, interpreti di un sogno comunitario che vede al centro la condivisione tra i beni materiali e immateriali, sulle cui basi poggia il progetto di salvaguardia e diffusione di un luogo di elezione come il Patire.
Le voci che hanno animato la scena dimostrano che il crossing culturale non è una chimera, bensì una realtà che nasce sul fondo di quelle navi che solcarono le onde del Mediterraneo in cerca di storie che vincessero il trascorrere del tempo, come il Codex che tutt’oggi continua a ricordarci.
Il lodevole coordinamento del ciclo di conferenze è frutto di un’intrepida, quanto autorevole figura femminile, la Professoressa Alessandra Mazzei, che con sapiente ingegno ha saputo dirigere i lavori, senza dimenticare l’aiuto di altri profili che animano la comunità creativa della Rossano Purpurea.