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Quarto in Campania: geologia bradisismo e… oltre

Quarto in Campania è un comune sito a nord della città di Napoli. Deve il suo nome alla distanza che lo separa dall’antico centro di Pozzuoli (quattro miglia)

Da Pozzuoli vi si accede attraverso la “Montagna spaccata” il cui passaggio ha subito recentemente dei lavori per una maggiore sicurezza.

Dal punto di vista storico-archeologico il territorio di Quarto si inserisce in un percorso extra-cittadino: l’antica arteria Puteoli–Capuam (e sue diramazioni minori) lungo la quale erano tra l’altro disseminate strutture funerarie di epoca romana tipicamente in posizione extra – urbana. A tal riguardo a Quarto si riconosce “la Fescina” che si aggiunge alle altre strutture molto importanti e individuabili in territorio puteolano, ovvero le necropoli pagane di via Celle e di San Vito nonché quella paleocristiana denominata anch’essa di San Vito.

L’area di Quarto in Campania è pianeggiante, circondata da deboli colline, con una morfologia che ricorda quella di un ampio cratere, sarebbe il maggiore dei Campi Flegrei. Lo stesso archeologo Maiuri lo definì tale. Questa ipotetica struttura avrebbe dovuto generare un’eruzione particolarmente importante ma è strato dimostrato che ciò non ha avuto luogo, pertanto Quarto non è un cratere.

Il suo territorio sarebbe parte integrante della cosiddetta caldera “Ignimbritica” cioè quella che si sarebbe formata a seguito dell’eruzione dell’Ignimbrite Campana avvenuta circa 40.000 anni fa. (Scarpati ed altri) secondo il modello tradizionale dell’origine ed evoluzione geologica dei Campi Flegrei, L’intera piana sarebbe un frammento dell’area derivante dalla subsidenza e parte del bordo settentrionale. Il prof Scarpati avrebbe anche ipotizzato che la frattura ad origine di questa importante eruzione fosse ubicata proprio a Quarto avendo trovato dei depositi prossimali (depositati nelle vicinanze del luogo di emissione)

Il modello della caldera Ignimbritica è stato più volte messo in discussione da diversi vulcanologi (tra cui De Natale ed altri) che vogliono attribuire la sua formazione alla sola eruzione del Tufo Giallo Napoletano (15000 anni). Secondo questa ipotesi Quarto non ne apparterrebbe ma sarebbe confinante ad essa.

I materiali piroclastici rinvenuti invece sono da attribuire ad eventi geologici differenti con l’individuazione di più strutture vulcaniche sia pur rimaneggiate. In questo modo la ricostruzione evolutiva dell’area appare complessa.

In località “Punta Marmolito” è stato riconosciuto un duomo; si tratta di un’emergenza lavica non determinata da fasi esplosive, ciò si può verificare in magmi viscosi e superficiali.

La sua età è attribuita a 47000 anni quindi antecedente alla stessa Ignimbrite Campana.(dal sito dell’Osservatorio Vesuviano) A Punta Marmolito inoltre sono stati riconosciuti anche prodotti di attività più recenti. (sempre dal sito dell’Osservatorio Vesuviano)

Presso località “Spinelli” affiora il Tufo Giallo Napoletano (cave abbandonate) in quantità non certo paragonabili a quanto avviene nel centro abitato di Napoli.

Nei pressi della Montagna Spaccata, si può accedere al Monte Gauro su una delle due colline che lo caratterizzano e che viene denominata “del Castagnaro”. La fase eruttiva di questo cratere è successiva a quella del Tufo Giallo Napoletano. La stessa Montagna Spaccata presta il nome da un’ulteriore fase eruttiva avvenuta dopo quella del Tufo Giallo Napoletano.

Quarto abbonda di piroclastiti sciolte quindi incoerenti che insieme alla particolare morfologia, rende questo territorio vulnerabile al dissesto idrogeologico.

Il territorio di Quarto in Campania risente del bradisismo? Parzialmente: la popolazione percepisce solo i terremoti ad energia più elevata (con magnitudo di almeno 3 ) e la stessa deformazione è quasi nulla. Ciò però non esclude il suo territorio dalla “zona rossa” in caso di evacuazione totale (Si ricorda che essa avverrebbe in caso di pericolo eruttivo imminente )

Negli ultimi decenni si è assistito ad un incremento demografico con la cementificazione che ha ridotto l’estensione del paesaggio rurale. Tuttavia resistono alcune aree agricole con meleti e vigneti che rappresentano una indubbia risorsa di qualità.

La stessa cementificazione ha notevolmente ridotto la formazione di quelle nebbie estese che hanno sempre caratterizzato questi luoghi con umidità elevata in grado di accumularsi più facilmente in territori morfologicamente depressi.

Bibliografia essenziale

  • Geologicamente 2021 – Le più grandi eruzioni esplosive – C. Scarpati
  • Bull Volcanology (2011) 73:1323–1336 DOI 10.1007/s00445-011-0478-8 –

40Ar/39Ar dating of tuff vents in the Campi Flegrei caldera (southern Italy): toward a new chronostratigraphic reconstruction of the Holocene volcanic activity – L. Fedele & D. D. Insinga & A. T. Calvert & V. Morra & A. Perrotta & C. Scarpati

  • Geol. Mag. 150 (3), 2013, pp. 412–425. c Cambridge University Press 2012 412 doi:10.1017/S0016756812000854

Eruptive history of Neapolitan volcanoes: constraints from 40Ar–39Ar dating – C Scarpati, A Perrotta, S. Lepore A. Calwert

  • Rend. Online Soc. Geol. It., Vol. 33 (2015), pp. 88-91, 2 figs., 1 tab. (doi: 10.3301/ROL.2015.21) © Società Geologica Italiana, Roma 2015 –

Volcanism in the city of Naples – C. Scarpati , A. Perrotta D. Sparice

  • https://www.ov.ingv.it/index.php/monitoraggio-sismico-e-vulcanico/campi-flegrei/campi-flegrei-storia-eruttiva
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Pierluigi Musto
Pierluigi Musto nasce a Napoli il 27 luglio 1962, dopo il diploma di maturità al liceo scientifico si laurea in Scienze Geologiche e si abilita alla professione di Geologo. Si abilita all’insegnamento in Matematica alle scuole medie e in Geografia per gli istituti tecnici. Dal 2007 è docente in ruolo in matematica e scienze nella provincia di Napoli. E’ autore del sito www.campiflegrei.eu. E' autore del libro :" Elementi di Geologia dei Campi Flegrei e della Piana Campana" Da numerosi anni si interessa della promozione del territorio flegreo collaborando tra l’altro nell’organizzazione dell’evento ricorrente “Malazè”. Collabora con numerose associazioni locali nella didattica e divulgazione della geologia dei Campi Flegrei.
http://www.campiflegrei.eu

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