La mostra “Fluxus in tabula- taetranti, girovaghi e viandanti” dell’artista Antonio Ciraci
Venerdì 1° dicembre 2023 presso la Galleria “Spazio Espositivo Prosperity” in via Santa Lucia 110, un pubblico numeroso è stato presente alla inaugurazione della mostra “Fluxus in tabula- taetranti, girovaghi e viandanti” dell’artista Antonio Ciraci.
La mostra è stata presentata dal critico e storico dell’Arte Mino Iorio. Durante il vernissage c’è stata anche la declamazione di Donatella Biondi (presente con un proprio scritto in catalogo, unitamente ai poeti Mimmo Grasso e Ciro De Novellis) che ha dedicato i suoi versi a un’opera sui migranti, presente in mostra.
Tra i presenti in galleria c’erano anche altre notorietà di spicco, come i critici d’arte Rosario Pinto e Maurizio Vitiello, la poetessa Angela Schiavone, i giornalisti Luciano Scateni e Serena Cirillo, gli artisti Sergio Spataro, Alessandra Maisto, Salvatore De Curtis, Nuccia Quarto e altri ancora.
La mostra di Ciraci richiama alla mente il critico Eccher quando ha descritto la mostra di Pistoletto «una mostra collettiva di un unico artista». Questo stesso concetto è in Fluxux, in cui si ritrovano opere di Ciraci più datate, quelle del periodo più informale e opere più recenti, quelle del periodo più figurativo materico, tutte legate insieme dal concetto “fluire”. Un divenire quasi sempre presente nella poetica di Ciraci sia nelle opere con figure astratte che con figure umane in cui i soggetti sono spesso in azione o sono immobili in una realtà fisica in movimento.
Per il critico d’arte Mino Iorio la poetica di Antonio Ciraci «rientra nella corrente informale napoletana che ha avuto i suoi autorevoli precursori in Domenico Spinosa – di cui è stato allievo – Renato Barisani, Raffaele Lippi, Elio Waschimps, Gianni De Tora, Carmine Di Ruggiero, Armando De Stefano ”e arpeggia” sottile il segno dell’apparizione, solleva l’urlo racchiuso nel silenzio, elabora la rassegnazione costipata nell’animo dell’essere vivente alle prese con la ciclicità dei suoi giorni. […]. Quindi, proprio all’interno di questa mostra, prediligendo la vibrazione della luce e del colore ottenuta con una stratificazione della materia unitamente ad una vibrazione del segno che emana energia oltre il soggetto, si fissa lo stile di Antonio Ciraci facendolo assurgere al ruolo di protagonista tra gli artisti campani di tradizione figurativa che hanno lasciato una traccia profonda negli ultimi 80 anni».
Trentacinuque opere dedicate alla memoria di Willy Santangelo. «Ognuna delle opere presenti è il tassello di un lungo e suggestivo itinerario esistenziale che possiamo definire la grande esibizione sul palcoscenico della vita dove l’uomo celebra in contemporanea le sue miserevoli pochezze e le sue straordinarie capacità, denudando se stesso in una clamorosa, entusiasmante, rappresentazione interiore…Un viaggio interamente immaginario che ricopre l’intero ciclo biologico, dalla nascita alla morte, dove uomini, animali, cose e città sono tutte inventate. In sintesi Ciraci propone con questa mostra un vero e proprio “romanzo”, una storia simulata, pensata apposta, affinché tutti possano compiere un “viaggio” analogo, “basta chiudere gli occhi e ritrovarsi dall’altra parte della vita”» si legge nel testo critico del prof. Mino Iorio.
La mostra è visitabile fino al 9 dicembre.