Napoli e l’arte della pittura
Napoli vanta una tradizione pittorica di lungo corso, la sua massima espansione artistica si è avuta nel XVI secolo, in piena epoca Caravaggesca, con quella moltitudine di pittori che a lui si sono ispirati, soprattutto dopo la sua permanenza nel capoluogo Partenopeo. Grazie all’ influenza degli Angioini, che dal XIII secolo resero Napoli capitale del sud, e introdussero in città una varietà di artisti, soprattutto della scuola fiorentina e fiamminga, Napoli divenne una capitale dell’ arte, prima in Italia per la scuola fiamminga. Con l’avvento degli Aragonesi, Napoli si trasformerà da capitale della pittura a città di scultura, con le realizzazioni di varie opere artistiche e architettoniche. Nel tardo Ottocento, prenderà forma la cosiddetta scuola di Posillipo: artisti Italiani e stranieri ( van Pitloo) per citarne uno, riuniti nell’ unico scopo di ritrarre con estrema vividezza paesaggi marini, immersi nella natura del verde e nei misteri del golfo. Il mondo tutto deve un plauso ai grandi artisti della cosiddetta tradizione Napoletana, che hanno lasciato tracce indelebili della loro grandezza, che come polvere di stelle, ci illuminano in eterno.
I maggiori artisti della scuola pittorica Napoletana
Attilio Pratella 1856-1949
Aniello Falcone 1607-1656
Vincenzo Gemito 1852-1929
Vincenzo Migliaro 1858-1938
Giuseppe De Curtis
Luca Giordano 1634-1705
Salvator Rosa 1615-1673
Battistello Caracciolo 1578-1635
Massimo Stanzione 1585-1656
Annella Di Massimo 1602-1643
Domenico Morelli 1823-1901
La scuola di Posillipo
Giacinto Gigante 1806-1876
Teodoro Duclére 1812-1869
Consalvo Carelli 1818-1900
Salvatore Fergola 1796-1874
Anton Van Pitloo (artista Olandese, fu il primo a inserire a Napoli la moda della pittura paesaggistica, con la tecnica a olio; restó nella capitale borbonica fino alla sua morte, nel 1837)