“Maddalena piglia a vita comme vene e cunosce tutte ‘e turmienti re quartieri“. La bella canzone scritta da Carlo Faiello dedicata a Maddalena Cerasuolo inizia con questi versi.
Tra il 23 e il 27 settembre 1943 durante la seconda guerra mondiale il popolo napoletano insorse contro le forze occupanti tedesche della Wehrmacht e riuscirono a liberare a città di Napoli.
La rivolta scoppiò dopo settimane di esecuzioni, saccheggi e rastrellamenti perpetrati dagli occupanti tedeschi.
Il Prefetto imponeva il lavoro obbligatorio a tutti i maschi dai 18 e ai 33 anni. Su 30.000 napoletani che rientravano in quella fascia di età, si presentarono solo in 150, per conseguenza i tedeschi iniziarono i rastrellamenti per scovare gli ammutinati.
A questa provocazione le madri e le mogli scesero in strada per proteggere i loro figli, mariti, fidanzati ostacolando i nazifascisti.
L’insurrezione, passata alla storia come “le Quattro Giornate di Napoli”, vide la partecipazione di uomini e donne, civili e militari, giovani di ogni ceto sociale, in ogni quartiere, centrale e periferico, della città. Dopo quattro giorni di combattimenti i cittadini di Napoli riuscirono a mandar via dalla città i nazisti-fascisti consegnando una Napoli libera agli Alleati, il 1° ottobre 1943.
Voglio parlare delle donne che hanno dato inizio alla rivolta. Conosco la storia di una di esse e ne parlerò come esempio per tutte le grandi donne: Maddalena Cerasuolo (Lenuccia).
Lenuccia nasce il 2 Febbraio 1922 in una famiglia popolare nel Quartiere Stella a Napoli da Carlo Cerasuolo, cuoco, che già si era distinto come monarchico ed antifascista nella prima guerra mondiale. Dopo aver perso il lavoro come gestore della mensa dell’Ansaldo, insieme alla moglie Annunziata Capuozzo, allestì per strada un banchetto per friggere pizze.
Maddalena, eredita le idee antifasciste del padre, Si distinse negli scontri a Materdei, per impedire che i tedeschi depredassero una fabbrica e quando i Tedeschi tentarono di far esplodere il ponte che sovrasta la Sanità, fondamentale per i collegamenti della città, si unisce ad un gruppo di partigiani impedendone la distruzione. Oggi il ponte è intitolato a lei: Ponte Maddalena Cerasuolo.
Contattata dal Comando inglese della Special Force di stanza a Napoli per collaborare con i servizi segreti accetta e affronta questa avventura che la vede impegnata dall’ottobre 1943 al febbraio 1944. La sua sigla in codice era C22.
Per il suo impegno nella Special Force ricevette nel 1945 un “Attestato di Benemerenza” dal Comando Numero I della Special Force nel quale si legge:
“La Signorina Maddalena Cerasuolo ha collaborato con questo Comando dall’Ottobre 1943 al Febbraio 1944. Durante questo periodo dopo essersi comportata eroicamente durante l’insurrezione di Napoli ella partecipò a tre tentativi di attraversamento delle linee ed a cinque tentativi di sbarco sulle coste nemiche. Per il suo comportamento coraggioso e per il suo contributo alla Causa della Libertà, a nome di questo Comando, le tributo un elogio e la ringrazio”.
Il 24 maggio del 1946 venne riconosciuta come partigiana e fu insignita della medaglia di bronzo al valor militare per il suo prezioso e coraggioso contributo nel corso delle Quattro Giornate. Delle tante migliaia di donne che hanno lottato per la città solo 50 furono riconosciute partigiane.
Maddalena muore nell’ottobre 1999.
Racconta il figlio, Gennaro Morgese, che quando Lenuccia, donna molto dolce, raccontava la sua storia, ne parlava come fosse un “evento quotidiano” salvare un ponte dalla distruzione o attraversare diverse volte le linee tedesche per operazioni di spionaggio organizzate dai Servizi Segreti inglesi.
Molte sono state le donne che hanno partecipato attivamente e in vari modi alla insurrezione del settembre 1943, purtroppo sono state dimenticate, perchè il giorno dopo sono tornate tranquillamente a casa ad accudire la famiglia. Avrebbero potuto farsi avanti ma, per i loro uomini, probabilmente, il loro compito di libertà era esaurito.
La storia ha voluto trasformare la rivolta dei napoletani contro i nazisti in una bagarre nata nei vicoli contro un esercito già in fuga.
Il film di Nanni Loy esalta gli scugnizzi, racconta alcuni episodi veramente accaduti, come lo scontro per liberare i prigionieri raccolti nello Stadio Collana, gli studenti. Le donne sono state rappresentate come la madre alla ricerca del piccolo scugnizzo o la donna che segue l’amante in battaglia.
La rivolta napoletana è stata ben altro, organizzata contro un nemico che non era in fuga ma progettava di far saltare tutta la città, le donne e i partigiani, i giorni che hanno preceduto gli scontri, andavano in giro per caserme a raccogliere armi e Maddalena era tra loro mentre le sorelle a casa costruivano bombe. I gruppi erano organizzati nei vari quartieri della città.
Migliaia le donne che hanno combattuto in difesa della città e dei propri uomini, infatti sono state loro a liberare i prigionieri rastrellati assaltando lo stadio e facendo cadere le porte.
Carlo Faiello ha scritto testi e musica di una canzone dedicata a Maddalena Cerasuolo, “Maddalena”, interpretata da diversi artisti tra cui Lina Sastri. Di seguito il link al video youtube della canzone.
L’articolo è stato pubblicato per la prima volta su questo sito il 31 agosto 2018