I sogni recuperano quella minuscola scintilla che all’improvviso accende un desiderio, tutto ciò è accaduto a un’indomita donna: Mariagrazia Siciliano. Trasferire le competenze giuridiche e trasformare le proprie abilità in un progetto creativo ha significato per lei un atto di rinascita e di rivalutazione del territorio che da alcuni decenni la ospita, ovvero i Campi Flegrei.
L’arte cinematografica ci guida verso una prospettiva di interpretazione diversa, le cui direzionalità sono veicolate verso coordinate assemblate secondo un registro visivo unico.
Sarà per questo motivo che Mariagrazia ha fondato un concorso che vede al centro le congiunture storiche e i parametri di uno sviluppo del territorio attuale, unite alla valutazione di un bene comune costruito sulla ferrea convinzione tesa al solido intento di promozione della bellezza territoriale.
I Campi Flegrei sono al centro di questo progetto da cui prende il nome: Corto Flegreo.
1. Come nasce l’idea di Corto Flegreo?
Tutto è scaturito dalla mia personalità, sono un’estemporanea, ovvero quando ho un desiderio, un progetto lo realizzo. Era ingiustificato che un patrimonio veramente inestimabile, senza alcuna retorica, non venga conosciuto, ammirato. Allora cercavo di capire cosa poteva esserci. Io sono amante del cinema, in maniera molto rudimentale, credo molto nella potenza del cinema e del suo messaggio. Adoro i cortometraggi.
2. Corto Flegreo in che senso, è legato in particolare a una tematica prestabilita o ogni anno si propone una novità?
È questo l’unicum è di realizzarlo nei Campi Flegrei, deve essere girato, sia il soggetto che la sceneggiatura è libera. La possibilità per il regista di godere di un pass gratuito con il quale si può entrare nei luoghi storici senza pagare nulla.
3. Tra i partecipanti chi è che tra impressionato di più?
Quest’anno per la prima volta si è iscritta una regista che purtroppo non ha consegnato in tempo il lavoro per dei problemi di montaggio, per fortuna ci proverà per la terza edizione. In effetti sia nella prima che nella seconda edizione non abbiamo avuto donne regista.
4. Quando io ho assistito alla premiazione sin da subito è apparso chiaro che Baia Muta aveva quel quid in più.
Per me hanno vinto tutti e cinque i finalisti, arrivare in finale è stata una grande vittoria. La potenzialità di questo concorso è proprio questo, mettere in opera la propria creatività.
5. come avviene la valutazione?
C’è una prima selezione tecnica fatta da Giuseppe Borrone che è un esperto storico del cinema, così avviene la prima scrematura. Poi si passa alle mani della giuria.
6. La magia dei Campi Flegrei…
Bisognerebbe vedere un lungometraggio chiamato Muzzarella, è lì che si comprende il senso di profonda bellezza dei Campi Flegrei, il messaggio del bambino che proviene dai ghetti di Castelvoturno e arriva qui capendo che l’armonia e la storia antica dona al prossimo.
Per questo ho fondato un’associazione Liberas con lo scopo di conciliare principi essenziali come l’arte, la bellezza, la storia e la creatività artistica.
7. Quando si terrà il prossimo concorso?
Iniziamo a gennaio per le iscrizioni e nel mese di settembre avremo la quarta edizione.