Partiamo dall’epilogo di questo viaggio intimo della nostra Napoli. Con un sapiente intreccio la scrittrice Chiara Tortorelli riscrive la storia della leggendaria Sirena Parthenope, attraverso le figure che hanno segnato l’evoluzione culturale e sociale, della variopinta comunità abitativa.
Citando una frase, che ci è parsa emblematica, l’autrice spiega dove ha tratto ispirazione, per definire il percorso narrativo: “…tutti insieme hanno voluto che la raccogliessi e la mettessi sotto gli scogli, nascosta per quelli che verranno”.
Lo scoglio dove sono custodite le verità nascoste, quelle storie scomode che hanno inciso, in molti casi, nelle vite dei protagonisti una cicatrice profonda e indelebile.
La spinta erotica che ha alimentato gli impulsi presenta una rara potenza, vissuta con intensità e determinazione, fino a giungere a limiti inimmaginabili.
La voce narrante interpreta i pensieri, le riflessioni e i sogni, seguendo una cifra linguistica intima.
Sarà Matilde Serao a dettare l’inizio di questo diario inconscio, narrando la travolgente e dolorosa storia d’amore con il marito Eduardo Scarfoglio.
Il perimetro a cui fa capo il filo rosso che cinge la vita di Donna Matilde si tradurrà nel generoso atto con il quale accoglie la figlia illegittima di Edoardo, vittima innocente di una passione cocente e mortalr.
Napoli è descritta come una madre/matrigna, nido e covo, luce e ombra, in un caleidoscopio di cromie che suscitano meraviglia e orrore.
La città ha ospitato illustri figure, le quali janno dominato il mondo intellettuale a partire dagli anni ruggenti, fino ai nostri giorni.
Ognuno di loro ha dato voce all’”inciucio”, ovvero al pettegolezzo, inteso come intrigo amoroso, nodo primordiale dei sentimenti umani.
Tra i vicoli di Napoli la gente mormora e trascina verso la pubblica piazza le follie compiute, pensiamo al facinoroso gruppo dei primi futuristi per giungere a DS 10, meglio noto come Diego Armando Maradona.
Teatri, cabaret budelli maleodoranti, palazzi chic, saloni addobbati a festa, sono la scenografia di questo mosaico d’autore dove ogni tassello è intriso nel sangue di coloro che per senso di avventura, per diletto per lavoro sono entrati nella spirale divoratrice della città, che li ha ospitati per poi vomitarli uno ad uno per tornare a rinascire sotto altra identità, simile a quella di una donna volubile e capricciosa, come solo Napoli sa essere