Nel 1992 uno scavo di emergenza per la posa del metanodotto nella zona a sud del Monte di Cuma, limitata dalla ferrovia Circumflegrea e la Vaccheria Maglietta, ha portato in luce resti architettonici di 480 mq circa.
La funzione del sito fu identificata dallo scavo di una vasca rettangolare posta a circa 10 mt dal podio dove furono rinvenute tre sculture egiziane, due sculture in basalto rappresentanti la dea Iside e un sacerdote di Osiride, la terza in granito grigio rappresentante una sfinge. Oggi le tre statue si trovano al Museo Archeologico dei Campi Flegrei (Castello di Baia).
I reperti rinvenuti hanno permesso di identificare un Tempio dedicato alla dea Iside databile tra il I e il II secolo d.C. .
Importante per la l’identificazione è il ritrovamento della vasca che rappresenta il simbolo dell’acqua sacra lustrale indispensabile per le cerimonie sacre.
Altro elemento importante è la sua collocazione vicino alla costa fa pensare al culto di Iside Pelagia e di Iside Pharia per la sua vicinanza a quello che potrebbe un faro, infatti Iside era la protettrice dei commerci sul mare e della buona navigazione.
È probabile che il furore della chiesa contro i pagani portò, verso la fine del IV secolo, alla distruzione del tempio. Da allora il sito fu abbandonato.
Immagine da: “I resti del tempio di Iside a Cuma in relazione alla trasformazione geomorfologiche del litorale”, Paolo Caputo, in Variazioni climatico-ambientali e impatto sull’uomo nell’area circum-mediterranea durante l’olocene, Edipuglia, 2003.
In Campania il culto Isiaco si diffuse a partire dal II secolo a.C.. A Pozzuoli sulle fiaschette vitree è rappresentato in “Isium” (Osrow 1979).
L’Iseo di Pompei risale alla fine del II secolo a.C., e a Napoli il quartiere degli Alessandrini con la statua del Nilo (‘O Cuorpo ‘e Napule) attestano la presenza del culto.
A Benevento Domiziano fece costruire un Iseo nel I secolo d.C. Anche se non si è trovata traccia del monumento vi sono testimonianze dalle numerose statue e iscrizioni rinvenute. (Muller).
Il culto di Iside
Il culto di Iside, la maggiore divinità femminile dell’antico Egitto, risale al IV millennio a.C. Dea della magia, della fertilità e della maternità, una delle nove divinità più importanti del pantheon egizio, la figura di Iside era associata alla costellazione della Vergine.
Sposa e sorella di Osiride, nati dall’unione tra il Cielo (Nut) e la Terra (Geb).
Secondo la leggenda Osiride era un Dio molto amato per aver insegnato agli uomini l’agricoltura, perciò, suo fratello Seth, invidioso, lo rinchiuse in un sarcofago, e lo affogò gettandolo nel Nilo (così ebbero origine le annuali inondazioni del Nilo).
Iside riuscì a riportare in vita Osiride ma Seth lo uccise di nuovo e lo fece a pezzi spargendoli per tutta la Terra.
Iside, allora, si mise alla ricerca dei pezzi del compagno e, pur non trovandoli tutti, lo riportò nuovamente in vita e dopo essersi accoppiata con lui rimase incinta.
Ma Osiride morì poco dopo, perché, purtroppo, la magia di Iside non bastava a farlo vivere più a lungo.
Da allora Osiride divenne re del mondo sotterraneo, dove, però, potè regnare solo quando il figlio Horus riuscì a vendicare la sua morte uccidendo Seth in battaglia.
In età ellenistica il culto di Iside si diffonde nel mediterraneo raggiungendo l’Italia dove acquisì grande notevole importanza con i riti misterici.
Caligola fece erigere a Roma nel 38 l’Iseo Campense e nel 215 un altro iseo fu costruito sul Campidoglio. Ben conservati sono gli isei di Pompei e di Cirene. (http://www.treccani.it/enciclopedia/iside-e-osiride_%28Enciclopedia-dei-ragazzi%29/).