Ogni anno, nelle case napoletane, a partire dall’8 dicembre (festa dell’Immacolata), si comincia a programmare il menu delle festività natalizie. Chiaramente il Natale va festeggiato con la famiglia, infatti c’è il detto “Natale con i tuoi e Pasqua con chi vuoi”.
Il rito di ritrovare ogni anno la FAMIGLIA riunita attorno al tavolo per raccontare aneddoti di famiglia e gustare le pietanze natalizie è irrinunciabile, anche se poi si finisce per raccontare sempre le stesse storie.
“Quest’anno mangiamo poco, mi raccomando, non esageriamo come gli anni passati!”.
Ogni anno ripetiamo questa frase che vorrebbe essere una promessa, ma, in realtà, è una preghiera che facciamo nella speranza di riuscire a mangiare poco. Ma, immancabilmente, non si riesce proprio a rinunciare a nulla. e che vuoi fare, è la tradizione.
Ma cosa si prepara per le festività natalizie.
Cominciamo dai dolci che vanno preparati almeno due giorni prima della vigilia di Natale, quando la famiglia si riunisce per il famoso CENONE.
A Napoli i dolci tradizionali sono gli struffoli, i roccoco, i mostaccioli, le cassatine, i susamielli.
Ma, a casa mia, anche se è un dolce pasquale, non può mancare la pastiera (fatta in casa da me chiaramente).
A fine pasto insieme ai dolci non possono mancare le famose “ciociole” natalizie (la frutta secca).
Per la cena della Vigilia, piatti tipici napoletani a base di pesce mentre il pranzo del 25 dicembre è a base di carne e molto più sostanzioso.
Ma l’argomento di discussione si forma intorni alla “Menesta MMaritata” piatto tipico die napoletani Ognuno ha una sua ricetta personale: le verdurine vanno cotte nel di brodo di carne; le tracchie Sì, le tracchie No; ci mettiamo “il verzo” (la verza), NO non ci vuole.
Minestra maritata perchè gli ingredienti di carne e verdura si “maritano” (si sposano) dando sapore della pietanza.
La tradizione della vigilia di Natale
La tradizione di festeggiare il 24 dicembre con un cenone serve alla famiglia per attendere la nascita di Gesù insieme ai propri cari, e allo scoccare della mezzanotte viene deposto il bambino Gesù nella culla sul presepe.
Ricordo che, da bambine, io le mie sorelle preparavamo le letterine di Natale, da mettere sotto il piatto di nostro padre. Ogni anno attendevamo con impazienza che lui le trovasse e le leggesse, ma nostro padre si divertiva a farci attendere per trovarle, ci teneva sulla corda. Poi iniziava la recita “Ma cosa c’è sotto il piatto! Tina (mia madre) che hai fatto. Mia madre gli teneva la scena. Mario ma io non ho fatto proprio nulla”. Noi ridevamo di nascosto (che ingenuità, che bellezza). Poi finalmente le trovava e le leggeva ad alta voce.
Poi, mentre si svuotava la tavola per fare posto alle ciociole, noi recitavamo la poesia di Natale che le nostre maestre ci facevano imparare per l’occasione. era doveroso per ogni commensale regalare delle monetine che noi accettavamo come dovuto compenso.
A Gesù bambino di Umberto Saba
La notte è scesa
e brilla la cometa
che ha segnato il cammino.
Sono davanti a Te,
Santo Bambino!
Tu, Re dell’universo,
ci hai insegnato
che tutte le creature sono uguali,
che le distingue solo la bontà,
tesoro immenso,
dato al povero e al ricco.
Gesù, fa’ ch’io sia buono,
che in cuore non abbia che dolcezza.
Fa’ che il tuo dono
s’accresca in me ogni giorno
e intorno lo diffonda,
nel Tuo nome.