Con anticipo, e per la precisione venerdì 17 dicembre, tre Re Magi hanno aperto le porte a Phlegraea Socialbookbar, un punto di ritrovo in cui si mescolano libri, chiacchiere, aperitivi e l’immancabile caffè. A Pozzuoli, nel cuore di una piazza che un tempo era attraversata da canali d’acqua, sorge questo piccolo miracolo nato dall’ intrepida avventura che coinvolge tre soci: Alessandro Di Rienzo, Francesco Wuzburger e Luca Conte. Il simbolo scelto come logo è frutto di una ricerca certosina, la fonte è un chiaro rifacimento a uneffige impressa su tre fiaschette di vetro risalenti al III sec. d.C., lì era riprodotta la vecchia piantina prospettica dell’antica Puteoli.
I libri come colonne portanti dell’immagine, un messaggio universale che poggia su un principio unico: l’amore per la letteratura.
Nei 260 m² della superficie interna che coprono la libreria, il pubblico può trovare testi di ogni genere, centinaia di mensole brillano dei colori più disparati, scoprendo la prima immagine che richiama l’attenzione del lettore.
Intervista ad Alessandro Di Rienzo
Da dove nasce la scommessa di aprire una libreria nel centro storico di Pozzuoli?
“Nasce da una profonda amicizia tra me e Francesco, lui ha lavorato molti anni nel mondo dell’editoria e franchi della sua esperienza abbiamo condiviso questo sogno. Io mi dedicavo al settore nello specifico in maniera saltuaria, nei periodi di incremento delle vendite lo aiutavo nella libreria Trevés di via Toledo a Napoli. Francesco è sempre stato un punto di riferimento nel panorama letterario napoletano, poi ho collaborato con lui per un progetto di una nascente libreria a Napoli. Il Covid ha spezzato questo sogno, ma in questi due anni abbiano rimesso in sesto i frantumi e così abbiamo cominciato ad accarezzare l’idea di ripartire con una nuova start up. Luca è stato coinvolto nell’idea di progettare un luogo di aggregazione sociale, creando un polo formativo diretto al mestiere della scrittura, e non solo siamo propensi a diventare promotori editoriali di un’importante rivista milanese. Tutto ciò significa alimentare un motore produttivo che prima aveva sede solo a Milano, e che adesso vede anche Pozzuoli. Le sfide che abbiamo messo in campo sono tante e nascono da una passione che è lievitata nel corso degli anni”.
Per ciò che concerne l’accoglienza del pubblico e anche degli scrittori, avete già calendarizzato degli appuntamenti per il 2022?
“A gennaio partirà la calendarizzazione degli appuntamenti, anche perché inaugurare durante le feste natalizie ci ha costretto a condividere un’atmosfera concitata. Noi crediamo che i rapporti umani si costruiscano col tempo. L’idea è quella di creare il clima dei caffè francesi della metà del secolo scorso, quindi vorremmo che la libreria e il caffè diventassero la casa degli scrittori, dove è possibile incontrare gli autori. Gli appuntamenti saranno molti, ma ciò che ci sta più a cuore è creare un punto di approdo e di incontro casuali”.
Avete pensato di affiliare il pubblico attraverso la creazione di un club di sostenitori?
“Noi faremo delle iniziative di affiliazione, per esempio abbiamo pensato di proporre un tesseramento attraverso il quale si potranno prendere tre libri al mese in prestito, e di avere la possibilità di riconsegnare il libro meno gradito e cambiarlo con un altro. È un modo per avvicinare il lettore al libro, anche perché è un prodotto costoso e spesso non facilmente accessibile. Certo corriamo il rischio che prendano alla lettera le dieci regole per abbandonare il libro di Pennac, ma comunque lanceremo la sfida. La curiosità rispetto a un libro non si esaurisce nei tre minuti passati davanti a uno scaffale, questa ci è sembrata una buona opportunità per poter valutare un libro in maniera più intima”.
Alessandro, cosa è per te un libro?
“È come un indumento di biancheria che custodisci con riservatezza, perché un po’ te ne vergogni un po’ no. Entrare nella propria libreria di casa è un atto di condivisione profonda, comprendi le sinapsi che conducono ai pensieri delle persone che vi abitano. In una casa le associazioni sono più libere che in una libreria, è un atto di profonda messa in nudità”.
Al di là delle grandi case editrici che propongono a livello nazionale i loro autori, siete propensi a dare spazio alle piccole case editrici indipendenti e ai nuovi autori emergenti?
“È necessario per noi che vogliano costruire relazioni concrete, le case editrici indipendenti e gli scrittori emergenti sono come il pane, che siano del territorio, verso i quali è un atto sociale dovuto, ma che siano anche di altri territori perché il libro è il vero protagonista”.
L’intervista termina con una buona tazza di caffè, sorseggio insieme a loro continuando la chiacchierata, e scopro un lato umano di profondo spessore. La gentilezza, il garbo e il sentimento di apertura verso l’altro, sono il marco comune denominatore che unisce questi validi compagni di lavoro. Non vi resta che confondervi tra le fila dei libri esposti, in cerca anche di un segnalibro che vi guiderà nelle pagine dimenticate di luoghi e genti mai conosciute. Viaggiare attraverso l’immaginazione dell’altro è come aprire una finestra verso l’infinito, dove sai che non troverai mai la fine.
Phlegraea Socialbookbar si trova in corso della Repubblica, 114-116, nel centro storico di Pozzuoli.