La voce magnetica e penetrante di Caruso lo ha portato sul palcoscenico dei principali teatri d’opera del mondo.
Qui ha incantato il suo pubblico, in un repertorio che spaziava dalla Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni e dei Pagliacci di Ruggero Leoncavallo ai francesi Georges Bizet e Charles Gounod con Carmen e Faust, alla Traviata e al Rigoletto di Giuseppe Verdi, fino a Gaetano Donizetti e Vincenzo Bellini con La favorita, I Capuleti e i Montecchi.
Primo italiano a calcare le scene russe, Caruso calcò le scene Metropolitan Opera House di New York ben 863 volte dove cantò fino al 1921, l’anno in cui ammalato ritornò a Sorrento. Chiuse gli occhi a Napoli il 2 agosto 1921: aveva 48 anni.
Lunedì, a 100 anni dalla sua morte sarà inaugurata al Museo Archeologico Nazionale di Napoli la mostra “Enrico Caruso. Da Napoli a New York”.
“CARUSO DA NAPOLI A NEW YORK” IN MOSTRA AL MANN
“Enrico Caruso – Da Napoli a New York” è questo il titolo della mostra che sarà aperta al pubblico dal 22 dicembre 2021 fino al 22 aprile 2022 al Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
In mostra oltre 250 immagini fotografiche, provenienti dal Metropolitan Opera Archive di New York, dalla Caruso Collection presso il Peabody Institute (Johns Hopkins) di Baltimora e dal museo Enrico Caruso di Villa Bellosguardo a Lastra a Signa.
Il percorso narrativo su Enrico Caruso e la sua carriera si basa su una documentazione quanto mai ricca: caratteristica dell’itinerario di visita è proporre un approccio rigoroso dal punto di vista storico e intermediale sotto l’aspetto comunicativo.
Il lavoro, attraverso materiali inediti, racconta la carriera americana di Caruso e la modernità del suo rapporto coi media, sottolineando il fondamentale contributo dei performers italiani nello sviluppo dell’industria dello spettacolo negli Stati Uniti.
L’evento a cura della studiosa Giuliana Muscio celebra il centenario dalla scomparsa dell’artista avvenuta il 2 agosto del 1921.
L’esposizione, che si avvale della consulenza musicale di Simona Frasca, musicologa e docente dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, mette a fuoco con uno sguardo nuovo la figura di Caruso, prima star mediatica moderna e rappresentante dell’emigrazione italiana, capace di conservare e innovare le tradizioni dello spettacolo con un impatto significativo sui media statunitensi.
La mostra è realizzata da Fondazione Campania dei Festival e Fondazione Film Commission Regione Campania, con il sostegno della Regione Campania e in collaborazione con il MANN e con l’Istituto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi.
In mostra non solo materiale audiovisivo d’epoca e cinegiornali, forniti per l’occasione dagli archivi americani e dal fondo Setti della Fondazione Ansaldo, ma anche registrazioni audio originali della produzione discografica del più famoso tenore di tutti i tempi. Nell’ambito della mostra è prevista la proiezione del documentario “Enrico Caruso: The Greatest Singer in the World”, diretto da Giuliana Muscio e prodotto dalla Direzione Generale per gli italiani all’estero del Ministero degli Affari Esteri.
Sono previste tre proiezioni giornaliere: alle 12.00, alle 16.00 e alle 18.00.
L’evento realizzato da Fondazione Campania dei Festival e Fondazione Film Commission Regione Campania gode del sostegno della Regione Campania.
L’allestimento è promosso in collaborazione con il Museo Archeologico Nazionale di Napoli e l’Istituto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi.
Il catalogo della mostra, edito da “ad est dell’equatore”, potrà essere acquistato presso il bookshop del MANN.