Sono trascorsi 60 giorni dalla presentazione del nuovo brand editoriale «Collana studi Archeologici di Villaggio Letterario» e ad inaugurare l’inedito progetto è il saggio “La Sicilia del tardo Bronzo – Genti culture risorse e commerci”, opera del Professor Giuseppe Castellana, studioso siciliano già direttore del Museo regionale di Agrigento, autore, tra l’altro, di numerosi saggi e oltre cento pubblicazioni scientifiche su importanti riviste italiane e internazionali.
Nato su iniziativa di Anna Russolillo, architetto specializzato in restauro dei monumenti, giornalista e presidente dell’Associazione Villaggio Letterario, il primo volume edito è dedicato alla Sicilia protostorica.
«La Collana Studi Archeologici – dichiara Anna Russolillo – nasce per dare voce a ricerche di frontiera e per assicurare una conoscenza scientifica e divulgativa dei territori, soprattutto siciliani e campani.
La Collana, avviata con un volume dedicato alla Sicilia, presenta caratteristiche innovative che vedono la pubblicazione dei dati archeologici esito di attività di ricerca integrate, aventi come fulcro l’uomo, le culture, le risorse, e le relazioni nel contesto Mediterraneo».
La Collana si avvale di un Comitato scientifico composto non solo da archeologi, filosofi e storici, ma anche da geologi, naturalisti, e architetti, secondo quella vocazione multi e inter-disciplinare che caratterizza la ricerca più avanzata.
I volumi, ognuno dei quali è soggetto a double blind peer review, possono essere stampati sia in italiano, sia in inglese o in edizione bilingue, secondo gli accordi fra editore e autori.
La presentazione del saggio dalla Sicilia proseguirà poi in un tour per l’Italia meridionale a partire dal Cultural Park di Favara (Agrigento) fino al Museo Archeologico dei Campi Flegrei nel Castello di Baia (Bacoli).
Giuseppe Castellana, La Sicilia del Tardo Bronzo, Ustica (Pa), Collana Studi Archeologici Villaggio Letterario, 2021.
Castellana, uno dei massimi esperti di preistoria e protostoria siciliana, descrive in quest’opera, dal tono discorsivo e leggero, gli ultimi tre secoli del II millennio a.C.
Il suo racconto si dipana in un’epoca di grandi trasformazioni per la Sicilia e tutto il mediterraneo. L’arrivo di nuovi popoli provenienti dalla penisola italiana sconvolge la situazione politica ed economica della Sicilia.
Intorno al 1200 a.C. nel Mediterraneo si registrano consistenti spostamenti di popolazione dall’area egeo-anatolica verso i territori siro-palestinese, i “Popoli del Mare”, che provocano un profondo mutamento dell’economia della Sicilia orientale.
Le popolazioni della fascia costiera cercano rifugio in zone montane, impervie e disagevoli, facilmente difendibili, riunendosi in grandi agglomerati e utilizzando le grotte per seppellire i loro morti.
Nascono così insediamenti a Pantalica, Montagna di Caltagirone, Dessueri, Sabucina e, successivamente, Cassibile.
Tra il 1400-1200 a.C., vigeva un sistema commerciale palaziale, condizionato da equilibri di potere precari e delicati fra gli stati d’Egitto, di Mittani e di Ḫatti, dinamiche che alimentarono la competizione e i rapporti fra le potenze orientali e l’egeo che favorirono rapporti economici e trattative commerciali fra le varie potenze.
A tale proposito Castellana cita l’articolo del Prof. M. Marazzi, dove sono ben documentati i processi di interscambio fra l’Occidente mediterraneo e gli ambienti elladico e levanto-egeo caratterizzati da una stabile rete già nel corso dei secoli XVII-XV.
In questa fase le regioni dell’Egeo, la Sicilia, le isole Eolie e il territorio Flegreo le isole tirreniche e il canale di Sicilia divengono importanti snodi per lo sviluppo dei collegamenti con le regioni occidentali, un sistema di scambio che si consolida intorno alla fine del 1200 a.C.
In questo contesto l’isola di Vivara, assume una posizione importante soprattutto per la sua collocazione strategica al centro del mar Tirreno essendo una tappa intermedia sulla rotta marittima per l’approvvigionamento e la lavorazione di metalli e materie prime da e per la Sardegna e il centro Italia.
Nel Bronzo finale i siti costieri si configurano come piccoli scali lungo la rotta che conduce al Tirreno forse perché il contatto con popolazioni di piccole isole è meno pericoloso di quello con regioni con un vasto entroterra.
Le isole Eolie e l’arcipelago Flegreo, pur non avendo il rame, erano certamente in grado di procurarselo visto che Vivara era vicina alle zone dell’alto Lazio ricche di rame e le Eolie possedevano l’allume.
Giuseppe Castellana, già direttore del Museo Archeologico Regionale di Agrigento, del Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi e della Sezione Archeologica della Soprintendenza di Agrigento con al suo attivo più di 80 campagne di scavo.