I social, spesso “piattaforme goliardiche” sanno offrire talvolta spunti di riflessione, riguardo ad artisti che appaiono come stelle in una comune notte invernale. È il caso di Umberto del Prete, attore Napoletano di 37 anni, un vero artista poliedrico che sta spopolando sui social così come nella realtà fisica, grazie all’imitazione quanto mai superba, del grande maestro Antonio de Curtis.
Come appassionato di Totò, non ho potuto fare a meno di osservare con simpatico stupore, le performance di Umberto del Prete, restando talvolta incollato per diversi minuti allo schermo del mio portatile, completamente estasiato.
Umberto del Prete tuttavia, non è soltanto Totò, ma un attore a tuttotondo. La sua prima esperienza sul palcoscenico risale al 1999, con la commedia: L’istinto del cuore. Nel 2004 è nel cast del mediometraggio: Fujtevenne, con la regia di Patrizio Rispo. Nel 2008 fonda l’associazione culturale: Media Movies con la quale realizza i seguenti lungometraggi: Zibaldone (2008), Dov’è l’amore? (2010), Bad Habits Stories (2012), Summer in love (2015), ed il cortometraggio: Liliana (2018), nel ruolo del giovane Antonio de Curtis, con la regia di Emanuele Pellecchia.
In tv, ha partecipato alla fiction: Piper, regia di Francesco Vicario. Da sempre attivo a teatro, tra i suoi lavori più rilevanti ricordiamo: Un incontro in paradiso; Napoli in varietà; Omaggio a Totò; Bentornata Piedigrotta; Dal Vesuvio al Cupolone.
Nel 2018, partecipa come attore nella fortunata serie: L’amica geniale, regia di Saverio Costanzo, interpretando il ruolo del cantante al matrimonio di Lila.
Umberto del Prete, complimenti anzitutto per la passione e la professionalità con cui metti in scena il grande Totò, dove l’imitazione si unisce a uno stile artistico unico e magnetico. Quando hai capito di avere il grande dono di imitare il principe della risata?
Innanzitutto il principe è inimitabile, direi semplicemente che sono un grande appassionato di Totò, e lo sono da bambino.
Totò non è certo un personaggio facile da imitare, quanto lavoro c’è e c’è stato, considerando la tua quasi fusione con lui?
Ogni attore deve avere un punto di riferimento, un maestro, una formula vincente, e per me Totò è il maestro per eccellenza cui posso riferirmi e da cui posso attingere in quanto “re” dell’intrattenimento teatrale e cinematografico. Studiare Totò non è semplice, devi possedere una reale vocazione artistica; da parte mia c’è stata molta osservazione, e devo dire che non si finisce mai di imparare.
Come Totò, anche tu sei un attore e un attore soprattutto teatrale, raccontaci un po’ la tua esperienza; com’è nata questa passione e se il personaggio di Totò ha contribuito in qualche modo a far nascere in te, la passione per il teatro.
Quello dell’attore, è un sogno che coltivo fin da bambino, l’imitazione di Totò è il mio cavallo di battaglia, il cavallo vincente, a suo modo anche Totò aveva una sorta di modello cui ispirarsi, nella fattispecie: Gustavo de Marco.
Napoli è un grande palcoscenico, tu sei stato anche un’artista di strada, cosa ti ha dato questa esperienza, e soprattutto qual è stata la sensazione nell’inscenare Totò per le strade di Napoli?
Lavorare in strada per me, è stata una palestra, un’esperienza che consiglio a ogni attore di teatro, ho imparato più in due anni come artista di strada che in vent’anni di teatro. Nel nostro mondo, più migliori e più soldi ti porti a casa.
I Grandi artisti prima o poi emergono, e a poco a poco la vita sta dando merito alla tua professionalità. Raccontaci le sensazioni provate durante la tua apparizione in tv, e come vivi la tua crescita artistica
Di tv ne faccio poca, purtroppo non ho un manager che mi “piazza” definitivamente in questo settore. La tv rispetto a vent’anni fa si è inflazionata molto, prima bastava proporre un format di successo anche in una tv locale e diventavi subito famoso, oggi quella potenzialità non c’è più, puoi raggiungere un target di due milioni di persone, solo nelle reti nazionali, oppure devi avere fortuna nei social.
Descrivici il tuo Antonio de Curtis, cosa ti piace di lui, cosa te lo rende grande ai tuoi occhi, e il film o la macchietta che meglio ti rappresenta
Antonio de Curtis è stato il mio punto di riferimento, perché cercavo un modello di comicità che non si limita alla moda o a un momento, Totò è sopravvissuto per generazioni, perché è una comicità che non segue mode, è semplice, la comprendono tutti, bambini e non, e per me l’arte di questo grande comico è il mio punto di riferimento.
Parlaci dei tuoi attuali e futuri lavori
Di sogni nel cassetto ne ho diversi, il primo, è quello di realizzare un musical dedicato a Totò, in seguito chissà, riportare a teatro le riviste di Totò, che nessuno della nostra generazione ha visto, perché non si trovano nei repertori video e teatrali. A casa ho una collezione dei copioni teatrali di Totò e di Michele Galdieri, mi mancano le collezioni: Bada che ti mangio e A prescindere. Sono consapevole che ciò che sto facendo, è un trampolino di lancio, ma un giorno dovrò dimostrare il mio personale talento.
Nell’augurarti un ricco e felice futuro, la redazione di Qui Campi Flegrei, ti chiede di lasciargli un saluto alla Totò
Saluti, tante belle cose e buona Pasqua!