Una finestra su mondi diversi e per noi troppo spesso dimenticati o sconosciuti. Il 17 settembre, in una serata-concerto di raccolta fondi per l’apertura di un centro di accoglienza dove ci sarà anche una scuola. L’appuntamento, promosso dal centro di Mugnano Thomas Sankara – presidente del Burkina Faso, assassinato il 15 ottobre 1987 – Noi cittadini del mondo, e da Dare Futuro Onlus, Operatori Sanitari nel Mondo, Fabi, Proloco Mugnano, Unpli, Nea Polis Team, Tam Tam Basket, è in programma alle ore 21 di venerdì 17 settembre al Flava Beach in via Dante Alighieri a Castelvolturno.
Intervengono ‘o Rom feat Daniele Sepe, e tanti altri, tra musicisti e artisti, che hanno voluto contribuire alla causa, che prevede l’apertura di un centro e di una scuola in Burkina Faso. “Il mio incontro con il Burkina – spiega Antonio Zingarelli, anima della manifestazione – risale ormai a molti anni fa. Si resta affascinati e al tempo stesso amareggiati da una situazione in cui c’è tanta vita, che non riesce ad esprimersi. Porto con me le storie di tantissime famiglie, tantissimi bambini che con gli occhi mi chiedono di fare qualcosa”. Il Burkina Faso è uno dei paesi più poveri al mondo al 182° posto su 189 rispetto all’indice di sviluppo umano, secondo l’ultimo Human Development Report di UNDP del 2019. Circa il 45% della popolazione, infatti, vive al di sotto della soglia di povertà ossia con meno di 1,25 dollari statunitense al giorno, 0,85 centesimi di euro. Alla povertà estrema, si aggiungono anche gli effetti dei cambiamenti climatici e il degrado delle risorse ambientali, che hanno un forte impatto sulla sicurezza alimentare della popolazione burkinabé, determinando in maniera sempre più incisiva tassi elevati e cronici di malnutrizione. Negli ultimi anni la crescente insicurezza e il conseguente spostamento di grandi masse di popolazione ha dato origine anche ad una crisi umanitaria senza precedenti, che coinvolge 2,2 milioni di persone.
La situazione economico – sociale del Paese si è ulteriormente aggravata con il ritorno del regime talebano. Secondo alcuni dati forniti a luglio dal governo burkinabé, sono oltre 1,3 milioni i cittadini costretti a fuggire all’interno del Paese in poco più di due anni. Il sei per cento della popolazione è ora rappresentato da sfollati interni.
La migrazione forzata all’interno del paese non accenna a rallentare, considerato che le aggressioni ai danni di civili e forze di sicurezza continuano ininterrotte. Nella prima metà del 2021, 237.000 persone sono fuggite dirigendosi in altre aree del paese, un incremento netto rispetto alle 96.000 registrate durante la seconda metà del 2020. Non a caso la serata del 17 settembre è dedicata al giornalista Silvestro Montanaro, venuto a mancare lo scorso anno, e noto per le sue inchieste approfondite e puntuali sulla camorra ed i suoi rapporti con i poteri politici ed economici. Tra le sue innumerevoli collaborazioni Paese Sera, l’Unità, il Rosso e il Nero, Tempo Reale. Tra le sue inchieste svolte in venticinque anni di carriera sempre in prima linea ha raccontato le crisi delle grandi istituzioni internazionali in quelle aree del mondo dove esiste solo morte, contrapposta alla pace. In un suo scritto Montanaro racconta: «Ho lavorato il sabato e la domenica, tanti Natali…Ho avuto tre volte la malaria. La prima ci stavo lasciando la pelle. Ne porterò i segni tutta la vita. Ho fatto collezione di malattie tropicali. Ho rischiato più volte la vita in quelle che si chiamano assurdamente guerre dimenticate e che invece sono semplicemente e volutamente ignorate. I lividi e le botte prese neanche le conto. Tutta roba che fa parte del mio lavoro e per la quale non ho mai chiesto all’azienda nulla in cambio. Credo sia una malattia. La voglia di raccontare, la ricerca della verità, sono la più formidabile ricompensa a qualsiasi infortunio».