Proprio come il magma che dagli strati più infimi della Terra si fa strada verso l’alto, così i giovani flegrei, con naturalezza, stanno provocando un’eruzione di rivitalizzazione nel territorio.
Nel caso voi adulti ve lo foste perso, c’è stato un fermento straordinario negli ultimi mesi tra i giovanissimi. A Pozzuoli, soprattutto, sta nascendo un nuovo fenomeno di associazionismo spontaneo che ha visto coinvolti giovani a partire dai 16 anni. Non si tratta di attivisti politici, sono perlopiù ragazzi che studiano o che hanno già conseguito la laurea e che in questo periodo di emergenza pandemica hanno deciso di non starsene con le mani in mano, combinando istanze ambientaliste ed ecologiche con istanze di valorizzazione del territorio flegreo. Tutto ciò ha originato un nuovo tipo di spinta aggregante, quella basata su una precisa idea di territorio e sulla partecipazione attiva nel volerlo migliorare, spinta che ha coinvolto e sta coinvolgendo sempre più persone. Il tutto accompagnato da una sorta di nuova frontiera delle relazioni interpersonali tra ragazzi che in questo periodo hanno riscoperto il piacere di vivere a pieno la propria terra, conoscere nuovi amici con cui condividere un progetto comune, collaborare e discutere su idee ed iniziative di sensibilizzazione e valorizzazione.
Così, si è fatta largo una consapevolezza: il territorio è anche nostro e vogliamo partecipare. Soprattutto in un territorio del genere, dalle potenzialità uniche al mondo.
Degni di nota, in questo contesto di fermento civico dal basso, sono stati i tre giorni di eventi dedicati al Rione Terra che, appena un mese fa, ha visto coinvolti cittadini, attivisti, comitati territoriali e associazioni: domenica 28 febbraio c’è stata la pulizia della Darsena e della scogliera adiacente sottostante alla roccaforte puteolana, uno degli scorci più belli e vissuti dai giovani puteolani; lunedì primo marzo c’è stato un live streaming di Andrea Tartaglia che, al tramonto, su un peschereccio, ha cantato per il Rione Terra, che si ergeva maestoso alle sue spalle; infine, martedì 2 marzo c’è stata un’assemblea pubblica per la commemorazione dei 51 anni dello sgombero del Rione, con un’intensa fiaccolata accompagnata dagli interventi dei ragazzi, che vorrebbero vedere restituirsi quegli spazi ormai sottratti alla cittadinanza puteolana da cinque decenni, ma anche l’intervento toccante di persone che da molti più anni si battono per la causa. Tre giorni pieni di emozioni, aggregazione (sebbene con mascherine e distanziamento), sensibilizzazione, sentimenti di appartenenza al territorio e di identitarismo, a cui ha fatto seguito la nascita del “Comitato 2 marzo” formato da privati cittadini, imprenditori, commercianti, rappresentanti di svariate categorie sociali, per cercare di fare chiarezza sulle sorti del Rione Terra.
L’ultimo evento prima che la Campania ripiombasse in zona rossa si è tenuto domenica 7 marzo. “RipuliAMO” è un progetto che già da molte domeniche viene portato avanti da un coordinamento di associazioni tra cui Pozzuoli Solidale, PuteColi, Aret E Blocc, Tuenda Flegrea, Earth In Emergency, Comitato Monachelle, Lido Pola. I giovani puteolani ma non solo, muniti di guanti specifici e buste, passano la mattinata in maniera alternativa, ripulendo diverse aree di Pozzuoli: dalla spiaggia adiacente al lungomare Sandro Pertini, fino alla Darsena e la scogliera adiacente. I ragazzi, poi, fotografano e postano sui social plastiche di ogni tipo, lattine, bottiglie di vetro, reti, barili, copertoni, tubi, corde e tutta l’incuria di anni e anni di mancata bonifica, ma anche di incuria da parte dei cittadini stessi, il tutto sotto gli occhi incuriositi dei passanti che spesso si offrono di dare una mano.
PuteColi, in particolare, pur essendo tra le ultime nate, è riuscita fin da subito a raggruppare tantissimi ragazzi e ragazze che, prima della zona rossa, sono stati attivi tutti i giorni sul territorio con opere di pulizia del litorale flegreo e, in collaborazione con le altre nascenti associazioni flegree, ad organizzare eventi che non sono passati inosservati dalla cittadinanza puteolana.
Gli attivisti di PuteColi, tuttavia, non si sono lasciati fermare dalla zona rossa e hanno continuato la loro attività di sensibilizzazione sui social. Per citarne una, hanno lanciato una challenge virtuale su Instagram: due settimane di tempo per creare o dare nuova vita ad un oggetto, riciclando in maniera creativa, il vincitore avrà in premio due ingressi da utilizzare nel Parco archeologico dei Campi Flegrei (Castello di Baia, Parco archeologico di Cuma, Terme romane di Baia, Anfiteatro Flavio).
(foto di Vincenzo Fiore)
Ho incontrato virtualmente due dei fondatori di PuteColi, Alessandro e Piero, entrambi classe 1995.
Com’è nata l’idea?
“L’idea è nata dall’avvertita mancanza di una tutela concreta nei confronti del nostro territorio dal punto di vista ambientale e culturale. Ed inoltre, dalla consapevolezza che unendo le forze e mettendo in gioco le nostre capacità e competenze diversificate, potremmo portare avanti qualcosa di davvero significativo e a lungo termine per la comunità̀ attualmente presente e quella futura”.
Come immaginate il territorio flegreo, in un futuro ideale non troppo lontano, ora che i giovani fanno sentire la loro voce?
“Immaginiamo sicuramente un territorio flegreo dall’impronta sostenibile e per “sostenibilità” non si intende solo quella legata al concetto di “rifiuto”. Il termine “sostenibile” ha un significato intrinseco che può essere applicato nella vita quotidiana di ognuno di noi, partendo dalla raccolta differenziata fatta nelle nostre case fino ad arrivare all’architettura del territorio, passando per la mobilità sullo stesso. La voce degli attivisti di PuteColi propone un movimento attivo e propositivo che si pone l’obbiettivo di valorizzare ulteriormente un territorio, già ricco di valori e bellezze, facendo leva sul senso di appartenenza dei cittadini”.
Potete anticiparci qualcosa sui progetti futuri?
“PuteColi crede nel concetto di “fare rete” e proprio per questo motivo ha deciso, insieme ad altre associazioni presenti sul territorio, di creare una mappatura delle zone da valorizzare. I luoghi in cui agire vengono selezionati seguendo criteri che tengono ben presente la condizione del luogo, l’interesse sociale e il valore storico-naturalistico dello stesso”.