Carlo III di Borbone, può essere considerato uno di quei grandi artisti che hanno reso il regno di Napoli, tra i più importanti dell’Europa e della storia.
Nato: Carlos Sebastiàn de Borbòn y Farnesio, a Madrid il 20 Gennaio 1716, dal re Filippo V di Spagna e da Elisabetta Farnese. Quest’ultima contribuì con azioni diplomatiche e interventi armati, per dargli una corona in Italia, rivendicando l’eredità dei Farnese, essendo solo terzo nella linea di successione per il trono di Spagna.
Carlo divenne così duca di Parma nel 1731 e l’anno dopo, gran principe ereditario di Toscana.
Nel 1734 al comando delle truppe Spagnole, Carlo durante la guerra di successione in Polonia, conquistò il regno di Napoli e l’anno seguente quello di Sicilia, dagli Austriaci.
In cambio della rinuncia al suo stato di duca e gran principe, in favore degli Asburgo e dei Lorena, nel 1738 venne riconosciuto come sovrano del regno di Napoli e di Sicilia, diventando il capostipite dei Borbone nei due stati.
Inaugurò un periodo florido dal punto di vista politico, dove portò una profonda rinascita economica.
Si rivelò subito un monarca illuminato, avvalendosi di grandi artisti, politici e scrittori; in pochi anni realizzò nella sola città di Napoli, tali opere da restare nei primati tutt’oggi, come re saggio e lungimirante.
La sua politica permise al regno una vera rinascita non solo culturale, ma anche economica, ebbe a dire di lui il console Britannico Edward Allen, in una lettera al duca di Newcastle:
«E’ certamente di vantaggio per questa città e questo regno che il sovrano vi risieda, poiché ciò fa sì che s’importi denaro e non se ne esporti, cosa che invece accadde al massimo grado con i Tedeschi, ossia gli Austriaci, che avevano asciugato tutto l’oro della popolazione e quasi tutto l’argento per poter fare grandi donativi all’imperatore».
Fu dal principio della sua incoronazione, intenzionato a trasformare Napoli tra le maggiori capitali Europee, diede ordine di costruire un grande teatro, per sostituire l’allora piccolo teatro di San Bartolomeo. Il nuovo complesso fu costruito in soli sette mesi, e fu inaugurato il 4 Novembre del 1737, nel giorno in cui il re festeggiava il suo onomastico, diventando così il Real teatro di San Carlo, il primo teatro lirico d’Europa e del mondo, il primo a istituire una scuola per la danza. Prima delle normative sulla sicurezza, poteva ospitare più di tremila spettatori, a fronte dei 1386 di oggi: fu il modello per i successivi teatri d’Europa.
Ma il fermento culturale e architettonico partorito dalla mente di Carlo III non si arrestò, diede ordine nel 1738 di realizzare due grandi regge, la prima quella di Capodimonte, scelta anche come residenza di caccia, e in quel grande polmone verde, il re realizzò la real fabbrica delle porcellane di Capodimonte. Fu così colpito dalle opere di porcellana che produceva la fabbrica del suocero, il re di Sassonia, da corrompere alcuni tra i suoi migliori artigiani, per condurli a Napoli per insegnare ai suoi artigiani la costruzione di dette opere. Dalle loro mani nacquero opere che ancora oggi destano meraviglia per la loro bellezza. La fabbrica di porcellane fu chiusa dallo stesso re, quando abdicò per occupare la sede regale del trono di Spagna.
Insieme alla reggia di Capodimonte, il re fece costruire anche la reggia di Portici, immersa anch’essa nel verde, e alcuni anni dopo, nel 1752, ebbero inizio sempre per sua commissione, i lavori per la costruzione di quella che sarebbe diventata con Versailles, la reggia più grande del mondo: quella di Caserta.
Il re non badò a spese per la realizzazione della suddetta reggia, e per la sua costruzione si avvalse di un grande artista, quale Luigi Vanvitelli.
La costruzione durò all’incirca un secolo, ed è un vero capolavoro di arte e innovazione.
Con il re Carlo, Napoli divenne la prima città d’Italia per numero di abitanti, pari alle grandi capitali Europee, e insieme al regno di Sicilia, si contavano all’incirca dieci milioni di sudditi.
L’amore che il re riservava per il popolo Napoletano, lo indusse a un impegno approfondito e appassionato per la realizzazione di un rinnovamento urbano, architettonico e politico. In pochi anni bonificò tutte le aree paludose della città, consentendo un rapido ritorno alle attività di commercio; da qui fiorì un benessere economico che diede vita a molti posti di lavoro.
Nel 1749, il re commissionò all’architetto Ferdinando Fuga, la monumentale opera dell’albergo dei poveri, ora a Piazza Carlo III.
L’opera risultò essere tra le più imponenti, ancora oggi è la più grande costruzione settecentesca presente in Europa.
Fu concepita per accogliere le masse povere della città di Napoli, con scopo di rieducare i poveri e anche i carcerati, per reinserirli nella società, attraverso il lavoro, che proprio all’interno del palazzo veniva prima insegnato nelle sue nozioni basilari, e successivamente assegnato.
La grande innovazione del re Carlo, proseguì con la costruzione della reale marina militare, inizialmente assente quando il re conquistò Napoli, la grande armata della marina militare diventerà tra le più imponenti d’Europa, inferiore soltanto a quella Inglese.
Ecco alcuni primati di Napoli, sotto il regno di Carlo di Borbone:
1735 Prima cattedra di astronomia e nautica in Italia, affidata a Napoli a Pietro de Martino.
1737 Primo teatro al mondo (San Carlo)
1738 Scoperta dei resti archeologici di Ercolano e Pompei
1739 Istituzione del primo tribunale del commercio in Italia.
1739 Primo fucile a retrocarica a polvere e a vento in Italia (Raimondo de Sangro)
1751 Prima legislazione in Italia sull’organizzazione sanitaria
1753 Primi studi di sclerodermia con Carlo Curzio
1754 Prima cattedra di economia in Europa affidata a Napoli, ad Antonio Genovesi.
1759 Primo quotidiano Italiano (Diario notizioso)
Come riportato nella nota, una delle più grandi scoperte, se non la maggiore, realizzate sotto il regno di Carlo di Borbone, fu quella dei siti archeologici di Ercolano e Pompei.
Scoperti quasi per caso, in seguito a dei lavori per la costruzione di un pozzo, le loro opere furono da subito un’enorme sorpresa, destando scalpore e meraviglia. Il re provvide da subito a intensificare gli scavi, prelevando vasi e antichi oggetti d’inestimabile valore che dagli scavi emersero, conservandoli nelle sue collezioni private, e successivamente regalate alla città di Napoli, come l’imponente collezione Farnese.
Carlo III, o per meglio dire: Carlo III come sovrano di Spagna e Carlo VIII come sovrano di Napoli, lasciò al figlio Ferdinando I, poi Ferdinando IV di Napoli, nel 1759, un regno nella sua massima espansione culturale, urbanistica e architettonica.
Napoli in seguito si arricchirà di altri prestigiosi primati, diventando una robustissima capitale Europea, seconda solo a Parigi e a Londra.
Le epoche cambiano, ma coloro che hanno contribuito a cambiarle in meglio, dovrebbero restare nella mente di ogni cittadino, così come resta Carlo di Borbone, il re buono, il re Cattolico, che tanto amore ha donato alla città di Napoli, una città che ha amato al punto di impararne perfino la lingua.