Per la prima volta in un unico volume una ricognizione, sotto forma di dizionario, del ricco patrimonio di lungometraggi e documentari realizzato dai protagonisti del Nuovo Cinema Napoletano nell’arco di un trentennio.
Disponibile in libreria dal 26 novembre, e presso tutti gli store online, il “Dizionario del Nuovo Cinema Napoletano”, scritto dallo storico del cinema Giuseppe Borrone ed edito da CentoAutori, con prefazione di Valerio Caprara, traccia in maniera sistematica i principali autori e i lavori cinematografici prodotti a Napoli e in Campania dal 1990 al 2020.
Un elenco di oltre cinquecento film e più di duecento autori, recensiti e analizzati criticamente, con l’obiettivo di presentare la fotografia più completa possibile del movimento nel suo complesso.
“Questo progetto nasce dal desiderio di rendere omaggio a una grande stagione di rinnovamento del cinema partenopeo e di operare una riflessione organica sulla strada percorsa e i risultati ottenuti – dichiara Borrone – Il cinema vive una fase cruciale di trasformazione e ridefinizione del consumo di film, accelerata dalla pandemia in corso. L’anniversario simbolico del trentennio dall’inizio del cosiddetto Nuovo Cinema Napoletano è l’occasione per intraprendere un viaggio nella memoria, stilare un bilancio e intravedere le prospettive future“.
Un’esigenza di rinnovamento di linguaggi e contenuti accomuna i film-maker che, a partire dai primi anni Novanta, scelgono di raccontare Napoli con uno sguardo diverso, rifuggendo da una tradizione folcloristica e stereotipata. Pur non essendo mai divenuta una scuola, per le evidenti differenze di stile e modalità espressive, questa generazione di autori cresciuti all’ombra del Vesuvio contribuirà a impiantare una solida realtà industriale in Campania, aprendo la strada a una filiera dell’audiovisivo che, dall’animazione alle serie televisive, occupa un ruolo importante nel sistema cinema nazionale.
Accanto ai nomi più famosi e celebrati, decine di registi indipendenti e sperimentali costituiscono l’humus in cui prolifera una stagione di grande effervescenza sociale e culturale: decine di film, spesso invisibili per la limitata distribuzione, che contribuiscono a definire un’identità artistica riconoscibile.
Agli esordienti che si sono affacciati per la prima volta al cinema nel periodo in questione, si aggiungono alcune presenze imprescindibili. Le pionieristiche esperienze, rispettivamente nel campo del dramma e della commedia, di Salvatore Piscicelli e Massimo Troisi, che anticipano un atteggiamento di rottura e innovazione. La lezione dei maestri, come Francesco Rosi, Lina Wertmüller e Pasquale Squitieri, che, pur utilizzando i canoni estetici di una precedente generazione, realizzano nel trentennio opere di estremo interesse.
Non solo di registi nati nell’area vesuviana si occupa questo dizionario. Napoli e la sua cultura, in particolare la musica, hanno affascinato da sempre artisti e intellettuali di ogni latitudine. Ne sono testimonianza due big dell’industria cinematografica americana, il premio Oscar Jonathan Demme e l’attore-regista John Turturro, avvicinatisi a Napoli seguendo le orme rispettivamente di un fuoriclasse della World Music come Enzo Avitabile e della grande tradizione della canzone partenopea.
Divi hollywoodiani e vincitori di Oscar si affiancano agli autori di documentari indipendenti, realizzati a basso budget, ricorrendo al crowdfunding. Film diretti da registi che non si sono mai mossi da Napoli convivono con opere girate da artisti provenienti da altre regioni d’Italia, che, in maniera episodica o sistematica, hanno trovato in Campania il terreno fertile per alimentare la loro immaginazione.
Significativo il concorso di tutte le componenti della filiera, dai cast tecnici a quelli artistici. Professionisti ben conosciuti dagli addetti ai lavori, ai quali si deve il ricco patrimonio di credibilità e prestigio dell’intero movimento. Senza dimenticare il ruolo strategico rivestito dalla Film Commission Regione Campania e dagli altri enti pubblici, il fondamentale apporto delle società di produzione impiantate a Napoli, in controtendenza con un consolidato modello romanocentrico, e delle realtà associative, universitarie e imprenditoriali attive nel campo della formazione e della promozione. Scuole, festival, rassegne, cineforum, laboratori, seminari, atelier, corsi accademici: gangli nevralgici, e spesso incompresi, dell’apparato cinema.
Ad arricchire il volume, la prefazione di Valerio Caprara, critico cinematografico, docente universitario, punto di riferimento imprescindibile per intere generazioni di studiosi e appassionati cinefili.
Con la pubblicazione del “Dizionario del Nuovo Cinema Napoletano”, la casa editrice CentoAutori, già attiva da diversi anni nel settore della narrativa e della saggistica, inaugura una nuova collana dedicata alla Settima Arte, denominata Cinema, e curata dallo stesso Borrone.
Giuseppe Borrone è nato a Pozzuoli, dove vive e lavora come docente di Lingua Inglese. Laureato in Storia del Cinema presso l’università L’Orientale di Napoli, con una tesi sul regista Stephen Frears e la British Film Renaissance, si è occupato della direzione artistica e dell’organizzazione di cineforum, festival e rassegne cinematografiche.