Anche se non siete appassionati di archeologia, scommettiamo che questo itinerario sul Rione Terra vi catturerà con la sua aura. Marcel Proust nella “Ricerca del tempoperduto” scrisse: “il vero viaggio non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi”.
Ecco, visitando l’interno della rocca tufacea del Rione Terra di Pozzuoli, usate nuovi occhi per scoprire una delle colonie dell’Urbe più prestigiose del mondo latino.
Per questo viaggio è stato molto importante contare sul contributo e sull’amicizia dell’archeologa Lucia Proietti e del geometra Vincenzo Imperatore, due persone che hanno fatto dello studio e della ricerca vera e propria ragione di vita.
Inizia il tour
Attraversando la rampa che ci conduce sulla rocca tufacea del Rione Terra ci accoglie di fronte Palazzo Migliaresi, sulla destra il Sedile dei Nobili e sulla sua sinistra un edificio dal portale in piperno con la targa: Percorso archeologico Rione Terra di Pozzuoli.
Entriamo nel portone e già siamo nella storia di oltre 2000 anni fa.
Fondazione di Puteoli
Nel 194 a.C. Puteoli fu fondata, per fini militari e commerciali, a ridosso del porto, utilizzato già dai Romani dal 215 a.C. per far giungere i rifornimenti bellici di grano dalla Sardegna e dall’Etruria. Saldati i rapporti tra Roma ed i Campi Flegrei con l’istituzione nel 211a.C. della praefectura Capuam-Cumas, con la costruzione della Via Campana ed il restauro dell’antica via Antiniana, e mancando buoni porti sulle coste del Lazio, il porto di Pozzuoli divenne il porto di Roma e si estese rapidamente lungo la costa fino al lago Lucrino in una continuità ininterrotta di banchine e depositi commerciali, chiamata dagli antichi ripa Puteolana.
Le merci dello scalo di Puteoli
Sbarcano nel porto puteolano per arrivare a Roma attraverso via Domitiana: grano dall’Egitto e dalla Sicilia, vino e olio dalla Grecia, lane, sete, tessuti pregiati dall’Asia, legname dall’Africa, perle e spezie dall’India e dall’Arabia, schiavi, miele, argento e salsa di pesce dalla Spagna, marmi e pietre preziose da tutte le regioni del mondo antico.
Gli scavi archeologici iniziati dal 1993 sul Rione Terra
Sull’antico porto visitiamo la parte nord-orientale della città originaria venuta alla luce dalla campagna di scavi iniziata nel 1993 ed attualmente in corso. Il promontorio, di difficile accesso e di facile difesa, conserva l’impianto urbanistico originario caratterizzato dal sistema viario ortogonale di decumani e di cardini.
Sulla rocca millenaria la stratificazione storica
Avvertiamo l’emozione di camminare nella “Pompei sotterranea di Pozzuoli”. La città flegrea, a differenza della città vesuviana cristallizzata nel 79 a.C. dall’eruzione del Vesuvio, è visibile in tutta la sua stratificazione storica. Rende perfettamente l’espressione di Alberto Angela “c’è un quartiere dove i capitoli della lunga storia di Pozzuoli si sono sovrapposti come pagine di un libro, il Rione Terra”.
Percorso archeologico del Rione
Calpestiamo il basolato antico che ha visto passare intere generazioni di uomini su queste stradine che oggi non hanno come tetto il cielo ma edifici seicenteschi. Attraversiamo il complesso di criptoportici, ci affacciamo nelle botteghe voltate (tabernae), vistiamo la domus, passeggiamo nei porticati, ci soffermiamo nella necropoli infantile, sostiamo davanti al pistrinum (bottega per la macinazione e la panificazione). Siamo avvolti dal caldo materiale del tufo giallo napoletano posto in opera pseudopoligonale, quadrato o reticolato. Nel percorso ci soffermiamo a leggiamo le numerose targhe con le descrizioni delle statue ivi ritrovate ed ora esposte al Museo Archeologico di Baia.
Lupanari o ergastula
Una scala ci conduce in un percorso ipogeo con una serie di minuscoli ambienti scavati nel tufo della collina che hanno sulla parete di fondo un lettino in muratura e un orinatoio, interpretati come lupanari o ergastula e due ambienti individuati come larari.
I larari
Un larario (tempietto domestico) è coperto da una volta affrescata con motivi floreali, sopra l’altare si snodano serpenti agatodemoni (apportatori di fortuna), al di sopra due figurine di Lari ai lati del Genius loci con la cornucopia, lungo le pareti laterali i dodici dèi dell’Olimpo e sulla parete di ingresso le fatiche di Ercole. Lungo lo stesso decumano visitiamo un altro larario affrescato con un serpente che avvolge un albero.
Uscita dal percorso archeologico
Incantati dalla storia, dall’architettura, dall’arte e dalla vita quotidiana dall’età tardo repubblicana all’età augustea, dall’età neroniana-flavia all’età tardo imperiale, ci avviamo verso l’uscita e qui incontriamo il monumento più significativo dell’area il cosiddetto Tempio di Augusto che visiteremo prossimamente. Usciamo dal percorso archeologico emozionati con una intensità eccezionale, attenti alla sindrome di Stendhal!