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L’uomo tra anima e corpo

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Una delle domande che da sempre assillano l’umanità: l’uomo è anima o corpo?

A riguardo esistono due scuole di pensiero in contrapposizione tra di loro. Una è quella spiritualista che identifica l’uomo con l’anima, ossia in quel principio divino che albergherebbe in ognuno di noi e di cui il corpo sarebbe lo strumento mediante il quale le è concesso di vivere. Con il sopraggiungere della morte l’anima si staccherebbe dal corpo per ritornare alla sua sede divina, mentre il corpo si dissolverebbe in polvere ritornando alla terra di cui è costituito.

L’altra teoria detta materialista identifica l’uomo nel corpo. Pertanto quando si muore lentamente ci putrefaremmo fino a dissolverci nel nulla. In virtù di tale concetto molte persone si adoperano con ogni mezzo, lecito e illecito, per ottenere ciò che desiderano senza farsi scrupoli, mostrando disprezzo per gli altri affinché, nel bene o nel male, possano vivere un’esistenza agiata e si eternizzi il loro ricordo.

La visione cristiana della resurrezione afferma che quando verrà il giorno del giudizio universale i corpi resusciteranno e Dio giudicherà i buoni e i cattivi. I buoni andranno in paradiso, i cattivi all’inferno.

Nell’arco di oltre duemila anni le società sviluppatesi sulle coste del mediterraneo, ma non solo, hanno partorito scuole di pensiero che hanno affrontato in maniera approfondita la questione. Tra queste si distinguono quella egiziane e quella greca.     

La prima era talmente convinta della reincarnazione dell’anima e della punizione che l’attendeva nella vita successiva se in quella precedente si fosse comportata male, che ideò l’imbalsamazione. Bloccando il processo di consunzione del corpo, intimamente connesso all’anima da un filo invisibile, si evitava che, una volta dissoltosi il corpo, l’anima di un faraone potesse reincarnarsi in un servo, in un criminale o in uno storpio, se non addirittura in un animale al fine di espiare i peccati commessi in vita.

Un vero rituale di magia nera, quello dell’imbalsamazione, ideato e attuato per tutelare dai suoi stessi crimini l’anima di chi era considerato una divinità in terra.

In chiave iniziatica il mondo greco era caratterizzato dai piccoli e dai grandi misteri eleusini. I piccoli erano accessibili a tutti, come avviene oggi per la messa cattolica. Ai grandi l’accesso era consentito solo a chi fosse dotato di qualità spirituali da cui trasparisse la tendenza divina della propria anima.

Nei dialoghi Platone fa una distinzione tra anima e corpo. Secondo il filofoso prima di tutto gli uomini devono onorare gli dei, poi l’anima perché è di natura divina, infine il corpo in quanto strumento dell’anima.

In più di un dialogo Platone, pur affermando che non metterà mai per iscritto certe verità per non darle in pasto ai somari, lascia intendere che l’uomo è anima mentre il corpo è il mezzo a sua disposizione per dare un senso al proprio esistere, migliorando se stessa, vita dopo vita, fino ad assurgere al rango di divinità che le compete di diritto, ma per ignoranza non ne è consapevole. Egli parla di reincarnazione – lo fa a esempio nelle Leggi –, dichiarando che i peccati commessi nella vita attuale verranno espiati non solo nell’aldilà, ma ritornando sulla terra in un nuovo corpo.

Questa visione spiritualista risultò invisa alla Chiesa. C’era infatti il rischio che se questa teoria avesse preso piede, acquisendo la consapevolezza che le gioie e i dolori della vita dipendono unicamente dall’errato agire dei singoli individui nelle vite passate e dunque l’espiazione dei peccati dipende dal proprio agire anziché dall’intervento divino per intercessione sacerdotale, la Chiesa difficilmente avrebbe soggiogato le coscienze degli uomini costituendo il proprio potere spirituale e temporale su di loro.

Meglio dunque convincerli che solo mediante essa gli uomini potessero essere perdonati da Dio e accedere al paradiso.

Se oggi la Chiesa registra una crisi vocazionale e sempre più fedeli vi si allontanano, preferendole altre confessioni, non si può escludere che una delle cause fosse il bisogno di certezza e di risposte che hanno gli uomini rispetto a quelle che la Chiesa non è in grado né di infondere né di dare.

Affidarsi alla fede nell’epoca l’attuale dove il crimine, la disonestà, il cinismo spadroneggiano finanche in ambienti curiali risulta sempre più difficile.

Il dubbio che l’anima non esista, ma siamo solo materia, aumenta il numero di chi, identificando se stesso nel corpo, attua la politica del tutto e subito; rendendo il mondo sempre più un inferno pur di trarre il proprio tornaconto a spese degli altri.

Chissà se, diffondendolo, il messaggio che ognuno di noi vive più vite e la qualità della vita attuale è espressione della precedente così come la successiva sarà riflesso dell’attuale non possa fungere da monito, inducendo gli uomini a comportarsi in maniera corretta, oserei dire umana, ponendo le basi per realizzare il paradiso in terra.

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Vincenzo Giarritiello
Nato a Napoli, ma da oltre vent’anni residente a Pozzuoli, Vincenzo Giarritiello alterna all’attività di scrittore quella di giornalista per passione. Nel 1997 ha pubblicato “L’ultima notte e altri racconti” e nel 1999 “La scelta”. Nel 2017 ha ristampato “La scelta” e nel 2018 ha pubblicato il romanzo breve “Signature rerum” ambientato nei Campi Flegrei. Nel 2019 ha stampato “Le mie ragazze rom scrivono” e “Raggiolo uno scorsio di paradiso in terra”. Nel 2020 ha editato la raccolta di racconti “L’uomo che realizzava i sogni”. Ha pubblicato con le Edizioni Helicon il romanzo “Il ragazzo che danzò con il mare”. Ha collaborato con le riviste online “Giornalewolf.it” e “Comunicare Senza Frontiere”; con quelle cartacee “Memo”, “Il Bollettino Flegreo”, “Napoli Più”, “La Torre”. Fino al 2008 ha coordinato laboratori di scrittura creativa per ragazzi a Pozzuoli e all’Istituto Penitenziario Minorile di Nisida. Attualmente collabora con l’associazione culturale Lux in Fabula con cui ha ideato la manifestazione “Quattro chiacchiere con l’autore”. Nel 2005 ha attivato il blog “La Voce di Kayfa” e nel 2017 “La Voce di Kayfa 2.0”. Dal 2019 è attivo il suo sito www.vincenzogiarritiello.it
http://www.vincenzogiarritiello.it

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