
La sismicità del Febbraio 2025 sarà ricordata come quella che ha registrato il più alto numero di eventi considerando anche la crisi degli anni 82-84 (la più sismica dopo i terremoti conclusi nel 1580 pochi anni dopo l’eruzione del Montenuovo). Lo stesso sciame sismico (secondo il protocollo di comunicazione dell’Osservatorio Vesuviano) avuto a metà mese è quello maggiore in numero di eventi in assoluto (circa 700 terremoti) Gli epicentri di tale sequenza non sono stati registrati in un’unica area sismogenetica, lo si evidenzia già dal fatto che i due terremoti a maggior energia (Md 3.9 +-0.3) hanno avuto epicentri differenti, quello della domenica pomeriggio è avvenuto a mare nel golfo verso Bacoli mentre quello della notte seguente ha avuto epicentro sulla terraferma verso la zona di Solfatara Pisciarelli.
Anche i rispettivi meccanismi focali sono diversi: l’evento nel golfo è di tipo inverso mentre quello sulla terraferma di tipo “normale” Questo particolare dato è già accaduto in precedenza.
L’intera successione dei terremoti, e quindi anche dei 9 sciami (secondo i protocolli di comunicazione dell’Osservatorio Vesuviano) del mese di Febbraio, si sono verificati all’interno di una “nuvola di epicentri” evidenziata da un grafico inserito nel bollettino mensile pubblicato sul sito dell’Osservatorio Vesuviano.
https://www.ov.ingv.it/index.php/monitoraggio-e-infrastrutture/bollettini-tutti/bollett-mensili-cf
Nel Mese di Marzo la sismicità sta continuando con eventi di energia elevata: la scossa più elevata è stata di Md =4.4 +-0.3 la notte tra il 12 e il 13 con epicentro presso la costa di via Napoli e inserito in un ennesimo sciame sismico (secondo il protocollo di comunicazione dell’Osservatorio Vesuviano) Purtroppo questo evento ha provocato danni diffusi in particolar modo nel quartiere di Bagnoli dove è stato percepito con particolare intensità. Ha avuto un’accelerazione del suolo con picchi di 1 g paragonabile ad eventi appenninici ma con frequenze di scuotimento più elevate. Dopo questo terremoto particolarmente energetico sono state registrate altre due scosse con Md> 3.
E’ utile consultare il seguente articolo dell’INGV circa questo evento:
Per i sismi flegrei l’Osservatorio Vesuviano, calcola la Md (magnitudo durata) e la scelta del suo utilizzo è spiegata attraverso un articolo divulgativo:
E’ necessario precisare che la valutazione strumentale di un evento sismico è un dato oggettivo e valutato attraverso i tracciati della fitta rete di sismografi presente nell’area flegrea e analizzata dal personale altamente specializzato dell’Osservatorio Vesuviano (sede INGV di Napoli).
Esso inizialmente è “automatico” ed è soggetto ad errori elevati. Successivamente la valutazione è “preliminare” per poi avere un dato “rivisto” in tempi che risentono della componente umana ma comunque brevi. I dati ufficiali sono rilasciati sulle pagine “GOSSIP” del sito dell’Osservatorio Vesuviano liberamente consultabili:
https://terremoti.ov.ingv.it/gossip
Alcune applicazioni dei cellulari forniscono dati di magnitudo degli eventi in tempo reale, sono sempre errate e quindi completamente inaffidabili.
Non ci si deve confondere quindi tra magnitudo e percezione dei terremoti , quest’ultima risente di numerosi fattori quali ad esempio la profondità dell’ipocentro, il mezzo di propagazione particolarmente eterogeneo nella zona flegrea, il luogo in cui si percepisce l’evento, il tipo di frattura che esso genera, etc. Durante la crisi di bradisismo dell’82-84 la popolazione era abituata a confrontarsi con la scala Mercalli che misura tali effetti e che per un unico evento non è univoca. Essa è massima orientativamente nelle zone epicentrali e tende a diminuire man mano che ci si allontana.
La complessa fase sismica in atto è in accordo con il modello vulcano – tettonico che porta all’accadimento di eventi in aree sismogenetiche differenti comunque incluse nella caldera flegrea.
Si precisa che la definizione di sciame sismico per i Campi Flegrei segue un un protocollo di comunicazione dell’Osservatorio Vesuviano liberamente consultabile:
e quindi non rappresenta una stretta valutazione scientifica che va invece sviluppata attraverso la più ampia sequenza sismica in corso ormai da anni nella zona. Quindi alla dichiarazione di fine sciame sismico non si intende che è conclusa la sismicità
I meccanismi di rottura dei terremoti non possono essere previsti, a volte abbiamo eventi isolati ovvero non accompagnati da altri a breve distanza, altre volte si generano sequenze dalle caratteristiche svariate. Le litologie nei Campi Flegrei sono particolarmente eterogenee e talora possono accumulare stress più elevati generando eventi a maggior energia, altre volte resistono meno con terremoti di energia limitata.
Questa sismicità appare come diretta conseguenza di un incremento della velocità di sollevamento del suolo individuato moderatamente già nel mese di Gennaio (1.5 cm nell’area di massimo sollevamento) . A metà Febbraio si è avuta una spinta improvvisa di un cm in poche ore. Dalla seconda metà del mese il suolo sta continuando a sollevarsi ad un ritmo che, da dati preliminari, sembra attestarsi su valori di 3 cm/mese.
Vedi ultimo bollettino settimanale: https://www.ov.ingv.it/index.php/monitoraggio-e-infrastrutture/bollettini-tutti/boll-sett-flegrei
Questa valutazione necessità di ulteriori verifiche temporali sia per ottenere i dati delle effemeridi, (differiti di circa 2-3 settimane), sia perché la stessa spinta del suolo non è mai lineare.
Si ribadisce che tale velocità di sollevamento continua ad essere inferiore a quanto avveniva durante le due crisi precedenti (69-72 e 82-84)
La prima con sismicità quasi nulla, la seconda con sismicità significativa.
Più volte si è ribadito che c’è proporzionalità diretta tra velocità di sollevamento e sismicità. Dal monitoraggio geochimico delle principali fumarole flegree si sta registrando un degassamento elevato,
(Tale dato può essere consultato alltraverso i bollettini mensili dell’Osservatorio Vesuviano)
Insiste quindi una spinta dal basso, principale causa del bradisismo flegreo. Tale è interpretata sicuramente di origine magmatica, tuttavia i ricercatori non concordano sul modello del sottosuolo flegreo.
Si concorda circa la presenza di una camera magmatica a circa 7.5 – 8 km di profondità, qualcuno ipotizza la presenza di corpi magmatici minori a profondità minori, altri non sono d’accordo.
Ciò non deve meravigliare in quanto le diverse valutazioni sono l’interpretazione di dati indiretti e con metodi differenti che non sempre forniscono risultati univoci.
Più volte è stato comunque sottolineato che la sorgente di spinta sarebbe ubicata al centro della caldera flegrea poco a largo del Rione Terra ad una profondità di 3-4 Km. Essa avrebbe estensione piottosto limitata.
La ricerca scientifica si evolve seguendo la stessa evoluzione tecnologica.
L’Osservatorio Vesuviano ribadisce comunque che al momento non ci sono evidenze che portano ad una imminente eruzione.
Si ricorda che L’Osservatorio Vesuviano (sede INGV di Napoli) è l’Ente ufficiale che monitora costantemente il fenomeno del bradisismo e rilascia dati a cadenza settimanale e mensile attraverso i rispettivi bollettini.
La protezione civile regionale (e nazionale) coadiuva tale imponente lavoro con supporto logistico territoriale ed anche con materiale informativo utile a fini di prevenzione.
Alcuni link utili: