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Un inganno custodito per decenni, rischia di trasformarsi in incubo quando le buie sfumature del male restano impresse su una tela, in cui la trama è intrisa dalla purpurea impronta del peccato. Sconfiggere i demoni che affollano il passato non è una facile impresa, ne è cosciente Brunella, un giovane travestito che vive e si prostituisce in un vicolo della Sanità.
Il quartiere si snoda all’ombra della città, al riparo dalla monumentale bellezza, custodito da un ponte che lo isola dai ritmi del mondo di sopra.
Le leggi, i comportamenti, gli usi e le usanze rispettano un codice unico e irripetibile, la comunità che vive al suo interno elabora il quotidiano seguendo canali diversi dagli altri quartieri, stretta in una morsa violenta, capace di annientare chiunque si ribelli alla criptica legge della strada.
Tra le vorticose stradine della Sanità si aggira un parroco:Don Raffaele, in lui convivono due doti particolari, la sagacia e la bontà. Nel tentativo di recuperare i destini maledetti dei giovani che popolano il quartiere, l’uomo non disdegna nell’accogliere le persone in difficoltà, evitando la facile adesione ai cliché tradizionali, spingendosi oltre la sua opera caritatevole.
Un evento drammatico trasporta Raffaele nel mondo sommerso della notte, dove creature dall’aspetto fluido invadono le arterie di un sangue malato, restio ai benefici della purificazione. Brunella è barbaramente uccisa nel suo basso, ne fa la macabra scoperta la perpetua del parroco, Assuntina, la servizievole e devota governante di Don Raffaele.
Il travestito era noto non solo per la sua melliflua bellezza, ma anche per essere la diva di un night club, dove impersona nei numeri sul palcoscenico la famosa attrice hollywoodiana Rita Hayworth.
La singolare relazione amicale che lega Brunella al parroco non ha nulla di perverso, Raffaele era riuscito a stabilire con lui un legame confidenziale con cui il travestito esprime i disagi di un animo complesso nel suo insieme.
La scintilla dell’investigazione, da parte del parroco, nasce quando la migliore amica di Brunella, anch’egli travestito Carolina, gli confida un segreto, donando una scatola di latta con cui la vittima colma la solitudine che circonda chi, da anni cela una verità clandestina.
La vita intima del prete si mescola con quello di Brunella, entrambi hanno un fratello, con il quale i rapporti sono tesi e difficili.
Raffaele decide di fare chiarezza sul caso, apre la scatola di latta e da quel momento ingaggia una lotta personale per scoprire l’identità dell’assassino.
Il passato torna a tingere il sipario che si apre su una scenografia che anima un dramma profondo, da cui emergono i profili di esseri umani dilaniati dalla mancanza di amore. Un universo umano che affonda nel magma della impavida consapevolezza che distrugge ogni forma di pietà, verso chi ha subito ingiustizia.
Anna Viva Vera scrive le pagine di un romanzo dalle tinte forti, stringendo tra i lembi gli angoli di un lenzuolo il cui colore originario si è stinto dal tempo, avvolgendo tra le pieghe le esistenze di esseri perforati dall’acido mortale in cui hanno imbevuto la propria anima.
Napoli recita una commedia umana che salva dai cunicoli dell’Inferno le anime buone, coloro che come Don Raffaele, recita un ruolo benevolo e rassicurante. Le luci, i colori, gli odori della Sanità vivono attraverso gli occhi dei protagonisti, sguardi che sopravvivono alle ingiurie del male, il solo responsabile di tante sofferenza.