Il sottile filo che divide la morale dall’inconsulta strategia del male, è un margine labile attraversato da molteplici fattori. Spesso si rischia di accedere dalla porta laterale, creando un ponte di motivazioni, tutti tesi a stabilire il confine che attraversiamo quando siamo pungolati dal desiderio scomodo di compiere il male.
Adriano Zenotti è il protagonista di questo thriller, un uomo all’apparenza misurato, investigatore arguto, eppure la sua personalità tradisce una verità intima oscura. La sadica consapevolezza nell’essere altro sorge allorquando la coscienza gli suggerisce di acquietare i rantoli dell’inquietudine, accompagnati dalla vorace necessità di trasformarsi in un vero e proprio giustiziere.
Zeno è il soprannome che gli hanno affibbiato i compagni di scuola, un alter ego con il quale Adriano dovrà fare i conti, fino al momento in cui la vita gli servirà il conto. Lui salda parte dei suoi sconsiderati atti, rimanendo però un uomo diviso a metà.
La folle corsa che spinge Zeno a risolvere un intricato omicidio, correrà su una pista a senso unico, attraverso cui il commissario troverà una forma di redenzione.
Il senso della giustizia rende Zeno consapevole che non tutti gli atti giustificano i mezzi, sciogliendo nell’acido cosmico l’universo dei giusti, plasmando una materia che ha nell’agire il veleno mortale dell’impuro.
Claudia Proietti, finalista premio Garfagnana in Giallo 2024, con saggia maestria conduce il lettore nel magma di un sottosuolo nero, bruciato dal calore che assolve e dissolve, viaggiando lungo gli argini di un bene immateriale: l’anima.