Con l’uscita del bollettino relativo alla prima settimana di Dicembre viene confermato che il sollevamento del suolo nella zona di massima deformazione continua con una media di 10 mm/mese. Ciò è stato ribadito anche nel bollettino mensile relativo a Novembre. In esso viene sottolineato che al Rione Terra dall’inizio dell’anno il suolo si è sollevato di 17,5 cm circa mentre nel bollettino precedente era di 16.5 cm. Nel bollettino di Luglio questo stesso valore era di 13 cm. In circa 4 mesi l’Osservatorio Vesuviano ha quindi calcolato un sollevamento massimo di 4.5 cm. (Agosto – Novembre). L’energia in gioco non è elevata.
Infatti la sismicità in questo periodo è stata abbastanza bassa con due eventi di Md>3 (il 30 Agosto ed il 6 Dicembre) Quest’ultimo terremoto non è stato prodotto da una improvvisa spinta dal basso e può essere interpretato come un rilascio di stress pregresso accumulatosi in questi ultimi tempi, anche con velocità di sollevamento ridotta. Dai grafici della deformazione inseriti nell’ultimo bollettino settimanale si può notare come le barre in blu (dati non ancora validati) indicherebbero che al Rione Terra permane un certo sollevamento mentre all’Accademia ci sarebbe una leggera subsidenza. Ciò andrebbe a rafforzare un’anomalia di deficit di sollevamento in quest’area, elemento interessante su cui non mi risulta ci siano interpretazioni da parte degli addetti ai lavori. (Si verificano effetti cosismici ? La struttura litologica è tale da rispondere allo stress dal basso in modo diverso? ) Ricordiamo che le litologie presenti nell’area flegrea sono disomogenee e le stesse sollecitazioni non sono uguali da una zona all’altra della caldera in base al diverso grado di deformazione.
Il Prof Zollo (Docente di Sismologia ed Analisi ed elaborazione dei segnali dell’Università Federico II di Napoli in un recente intervento a Bagnoli ha ribadito come il sollevamento sia “il motore del bradisismo”; fin quando esso persiste questa crisi non può essere considerata conclusa
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