“Colore sostanza; colore materiale; colore misura; colore cangiante; colore effimero. In architettura il colore rappresenta le superfici, le configura e le condiziona. Non vi è forma che eviti di essere interessata dal condizionamento cromatico, con buona pace dell’idea che l’architettura dovrebbe essere in prevalenza un’organizzazione di volumi“.
Lunedì 2 dicembre 2024 alle 16.30 presso la Sala “Giovanni Carbonara” di Palazzo Reale di Napoli si terrà l’incontro “Il Colore dell’Architettura” durante il quale si parlerà delle sfide e delle opportunità legate al restauro nel centro storico di Napoli, Patrimonio Mondiale dell’UNESCO.
Il pomeriggio si aprirà con i saluti istituzionali di Mariano Nuzzo, soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’Area Metropolitana di Napoli. A seguire interverranno Rosalia D’Apice, funzionario delegato alla Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Napoli, Lorenzo Capobianco, presidente dell’Ordine degli Architetti PPC di Napoli e Provincia e Laura Lieto, vice sindaco e assessore all’Urbanistica del Comune di Napoli.
Seguirà una tavola rotonda che vedrà la partecipazione di esperti nel campo del restauro e della storia dell’architettura: Alessandro Castagnaro, presidente della Commissione comunale per il Paesaggio, DiArc Unina; Pasquale Belfiore, presidente della Fondazione Annali dell’Architettura e delle Città; Alfredo Buccaro, ordinario di Storia dell’Architettura, DiArc Unina; Paolo Giordano, ordinario di Restauro, DADI Università della Campania Vanvitelli; Bianca Gioia Marino , ordinario di Restauro, Dist Unina; Fabio Mangone, ordinario di Storia dell’Architettura, DiArc Unina.
Durante l’incontro saranno approfonditi temi fondamentali per la conservazione e la valorizzazione del patrimonio architettonico partenopeo in particolare vi sarà un focus sulle cromie delle facciate storiche.
Cardine intorno al quale verterà il dibattito sarà il volume da poco uscito in libreria di Aldo Aveta e Pierluigi Aveta: “Il restauro delle facciate monumentali. Indagini, progetti e cantieri nel centro storico di Napoli”. I due noti architetti interverranno per presentare il loro lavoro.
L’evento è patrocinato dall’ Ordine degli Architetti PPC di Napoli e Provincia e dall’ Associazione Ingegneri e Architetti della Campania.
PARTECIPAZIONE E CREDITI FORMATIVI
L’incontro è aperto al pubblico, e agli architetti partecipanti saranno riconosciuti 3 CFP .
SINOSSI DEL LIBRO DI ALDO AVETA E PIERLUIGI AVETA “Il restauro delle facciate monumentali, indagini, progetti e cantieri nel centro storico di Napoli” (Ed. Paparo, 2024)
«Il tema del colore delle architetture storiche e del loro restauro non è mai stato affrontato dalle Amministrazioni comunali che si sono succedute nei decenni trascorsi: argomento di vitale importanza per la conservazione dell’identità del capoluogo partenopeo – il cui centro storico è inserito nella Lista del Patrimonio mondiale Unesco fin dal 1995 – nel quale la cromia dei manufatti, insieme al disegno compositivo, nel corso dei secoli ha connotato la ‘veste’ superficiale di chiese, conventi, palazzi nobiliari, edilizia comune.
Nel volume si affronta il tema della progettazione delle cromie da adottare nelle attività di restauro delle facciate degradate dei manufatti storici.
Dopo la premessa vengono illustrati e documentati quattro casi significativi nei quali gli Autori si sono cimentati come progettisti e direttori dei lavori; casi che possono rappresentare ‘buone pratiche’ dal punto di vista metodologico ed operativo: la loro conoscenza può rappresentare uno strumento utile, soprattutto per le giovani generazioni di tecnici, architetti ed ingegneri, per la risoluzione delle complesse problematiche del restauro architettonico che si presentano nella prassi, in specifiche condizioni di contesto.
Si tratta dei restauri delle facciate delle chiese di S. Nicola alla Carità e di S. Maria di Costantinopoli, del Villino Paradisiello e del Palazzo Carbonelli di Letino, tutti nel centro storico della città di Napoli e vincolati ai sensi del D. Lgs. 42/2004. Per ciascuno di essi vengono riportati gli elementi essenziali della fase progettuale ed esecutiva (dai lineamenti storici, al ‘cantiere della conoscenza’, alle scelte progettuali rispettose delle prescrizioni della Soprintendenza).
Nelle rispettive Appendici, infine, si ritrovano i risultati delle indagini in sito ed in laboratorio, indispensabili per la diagnosi del degrado e per la definizione degli interventi».