Venerdì 25 ottobre nel suggestivo scenario di Villa Cerillo, a Bacoli, si è presentato il romanzo DELITTO AL TEMPIO DI SERAPIDE (Edizioni Helicon), dello scrittore flegreo Vincenzo Giarritiello. Relatrici la poeta Cinzia Di Francia e la poeta/scrittrice Annamaria Varriale. Letture delle poete Rossella Santoro e Maria Grazia Rossi.
Il romanzo, ambientato a Pozzuoli, con ripetuti “sconfinamenti” a Napoli, segna l’esordio come giallista dell’autore di UN UOMO BUONO – mio padre malato di Alzheimer – un libro che ha riscosso e continua a riscuotere successo di pubblico e di critica -, e della coppia Costa/Caiazzo, rispettivamente commissario e ispettore del commissariato di Pozzuoli.
La trama, appassionante e avvincente, proietta il lettore nel mondo dell’occulto, consentendo all’autore di spaziare con la fantasia dando vita a personaggi e situazioni surreali. Ma grazie alle conoscenze di storia locale della Di Francia abbiamo scoperto che quanto da lui scritto inconsapevolmente rispecchia una realtà di Pozzuoli che pochi conoscono.
Senza giri di parole la Di Francia ha affermato che la figura della janara Nunziatina, una delle protagoniste del romanzo, in un passato nemmeno tanto lontano, a Pozzuoli esisteva davvero. Precisamente la zona della metropolitana era un luogo dove si ritrovavano le janare, ossia le streghe, per celebrare i loro riti e cavalcare le “scope”.
Anche la Varriale ha affrontato, seppure in maniera marginale, le tematiche del mondo dell’occulto che fanno da sfondo al romanzo, tematiche che l’autore già affrontò nel 2018 in SIGNATURE RERUM (Kindle) ambientato tra Pozzuoli e Bacoli.
La relazione della scrittrice si è focalizzata soprattutto sulla figura dello scrittore mettendone in risalto la scrittura essenziale e diretta, nonché la prolificità produttiva. Sottolineando quanto la fluidità e semplicità della sua scrittura rendano facile e veloce la lettura delle trecento pagine del libro. Specificando che, pur limitandosi a descrivere in maniera superficiale i personaggi, la felice impostazione dei dialoghi consente al lettore di “vederli” perfettamente nel loro aspetto fisico e psicologico.
La discussione imperniata sul mondo dell’occulto e sulle janare è stata il pretesto perché in sala si sviluppasse un dibattito con il pubblico e c’è stato chi, narrando la propria drammatica esperienza vissuta con un tumore al cervello, ha ipotizzato scientemente che le janare potessero essere prede di allucinazioni dovute a problemi neurologici, come accadde a lui stesso fino a quando non gli venne asportata la massa che premeva sul cervello, o all’assunzione di sostanze psicotrope come era il caso di don Juan narrato da Castaneda.
Alla domanda conclusiva se sentiremo ancora parlare della coppia Costa/Caiazzo, l’autore ha risposta che il secondo romanzo è praticamente già pronto, ma questa volta la trama non sfiora minimamente il mondo dell’occulto. Viceversa nel terzo, a cui ha iniziato già a lavorare, l’occultismo ricomparirà in maniera ancora più incisiva rispetto a quanto avviene in DELITTO AL TEMPIO DI SERAPIDE.
La serata si è conclusa con il classico firma copie.
Buona lettura
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