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Bradisismo. Deformazione e Sismicità : osservazioni sul comportamento

L’andamento della deformazione del suolo di Pozzuoli non assume valori lineari soprattutto nel breve periodo, infatti si evidenziano periodi a bassa velocità ad altri con impulsi maggiori pur confinati in pochi cm/mese.

La deformazione è ben lungi da ciò che accadeva durante la crisi degli anni 80 quando le velocità assumevano valori prossimi ai 10 cm/mese. In quel periodo la sismicità era rilevante con numerosi eventi di Md > 3 e con due terremoti che hanno raggiunto una magnitudo di quarto grado.

Durante l’ultima crisi, ancora in corso, la sismicità è progressivamente aumentata soprattutto in prossimità del livello massimo del 1985 e al suo superamento. La frequenza degli eventi è aumentata ed anche l’intensità con un picco di Md = 4.4 +-0.3 nella serata del 20 Maggio di quest’anno.

Ci sono stati diversi “sciami sismici” (in base alle procedure di comunicazionedell’Osservatorio Vesuviano per attività sismica) più o meno energetici.

Si è potuto evidenziare che, con un sollevamento a velocità più elevata, l’accadimento delle scosse avviene con maggiore frequenza e/o energia mentre con un rallentamento anche la sismicità diminuisce.

In quest’ultimo periodo questa è abbastanza bassa: l’ultimo evento più energetico è accaduto il 30 Agosto quando già da qualche settimana si era evidenziato un rallentamento del fenomeno con una velocità media stimata di circa 10 mm /mese. Tale andamento è successivo ad una fase con maggiore velocità di deformazione (20 mm/mese) culminata con l’importante sequenza del 20 e 21 Maggio con l’evento di 4.4 +-0.3.

Anche tra Novembre 2023 e Gennaio 2024 abbiamo avuto un comportamento analogo con brevi fasi di velocità pressochè nulla. Ciò è accaduto dopo un periodo di numerosi eventi ad energia elevata e con una velocità media di deformazione che ha assunto anch’essi valori più elevati.

La sismicità anche in quel periodo ha avuto una diminuzione dopo un rilascio di significativa energia sismica con la scossa del 23 Novembre (Md3.0+-0.3) quando la velocità di deformazione media era già confinata ai 10 mm/mese.

Da queste osservazioni possiamo dedurre che in quest’ultimo periodo la velocità media di 10 mm /mese sembra rappresentare uno spartiacque significativo in funzione della sismicità: essa diminuisce in maniera sostanziale sia in frequenza che in energia. Potremmo ipotizzare che con questo andamento della deformazione, l’accumulo di energia sismica non è molto elevata e l’unico evento con Md>3 in entrambi i periodi analizzati, si sarebbe prodotto in virtù di un rilascio ritardato di energia sismica accumulatasi soprattutto precedentemente. Questa ipotesi non comprende analisi di breve periodo la cui rilevanza a mio parere è maggiore solo in caso di picchi deformativi. Inoltre gli eventi sismici possono avvenire in ogni area sismogenetica della caldera, considerando che è impossibile prevedere anche la posizione di futuri terremoti.

Ipotiziamo un accumulo di sforzo di taglio su un corpo dalle caratteristiche omogenee, non ci è dato sapere quando e dove presenterà le sue fratture nel momento in cui si sarà superata la soglia di rottura. Il sottosuolo flegreo è decisamente disomogeneo e ciò complica ulteriormente questo tipo di analisi. Gli sciami sismici ( come da Procedure di Comunicazione dell’Osservatorio Vesuviano per attività sismica) anche in queste condizioni sono possibili; tendono ad avere energia e numero di eventi limitati ed accadono in giorni in cui si presenta un impulso deformativo.

Già ad una velocità di 15 mm /mese la risposta delle rocce sembrerebbe essere differente con un rilascio di maggiore quantità energia che più facilmente si presenta sia sottoforma di sciami che di eventi che possono raggiungere (e superare) più facilmente Md =3.

Da queste considerazioni possiamo affermare che, si conferma che la sismicità è direttamente correlata all’andamento della velocità di deformazione in atto, se il trend si mantiene entro la soglia dei 10 mm/mese è probabile che anche la sismicità si manterrà bassa. Tuttavia non sono da escludere eventi improvvisi e non prevedibili magari associati ad impulsi deformativi altrettanto improvvisi e non prevedibili.

Bollettini mensili dell’Osservatorio Vesuviano: link di consultazione https://www.ov.ingv.it/index.php/monitoraggio-e-infrastrutture/bollettini-tutti/bollett-mensili-cf

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Pierluigi Musto
Pierluigi Musto nasce a Napoli il 27 luglio 1962, dopo il diploma di maturità al liceo scientifico si laurea in Scienze Geologiche e si abilita alla professione di Geologo. Si abilita all’insegnamento in Matematica alle scuole medie e in Geografia per gli istituti tecnici. Dal 2007 è docente in ruolo in matematica e scienze nella provincia di Napoli. E’ autore del sito www.campiflegrei.eu. E' autore del libro :" Elementi di Geologia dei Campi Flegrei e della Piana Campana" Da numerosi anni si interessa della promozione del territorio flegreo collaborando tra l’altro nell’organizzazione dell’evento ricorrente “Malazè”. Collabora con numerose associazioni locali nella didattica e divulgazione della geologia dei Campi Flegrei.
http://www.campiflegrei.eu

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