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“Nel bene o nel male, purché se ne parli”. Imprenditori e pizze a Napoli…

Così recita Oscar Wilde nel suo popolarissimo romanzo: “Il ritratto di Dorian Gray”
E di lui se ne parla, se ne parla moltissimo e se ne parla male, anzi , malissimo.


Ma è lui che lo vuole, denigrando, offendendo, deridendo. E così facendo ottiene l’effetto voluto. Ovvero… SE NE PARLA ! Ma di cosa e soprattutto di chi, direte voi, ma di Crazy Pizza e del suo fondatore Il geometra Flavio Briatore.


Post ed articoli di blog, quotidiani e magazine, si sono sprecati per l’evento che si aspettava da tempo. Finalmente Crazy Pizza ha aperto tra le frasi ad effetto di Briatore e gli strali lanciati dal popolo napoletano. Eh si, perché i napoletani non permettono a chiunque di aprire una pizzeria nel suolo di San Gennaro se la pizza non rispetta alcuni canoni. La pizza deve essere con il cornicione e possibilmente ‘a rota ‘e carretta. Però, ultimamente anche le pizze contemporanee con il cornicione a canotto sono tollerate. Ma che venga uno straniero, per giunta piemontese, ad intaccare il patrimonio culinario partenopeo, proprio non va giù. Ed intanto la “Pizza Pazza” ha aperto. Ma Briatore ha specificato che il suo è un brand, e di brand ne stanno aprendo tanti in suolo Campano. Ha aperto anche Starbucks e che facciamo, il caffè americano si e la pizza piemontese no ? Intanto nel 2030 il turismo internazionale crescerà fino a raggiungere quasi i 2 miliardi di viaggiatori in tutto il mondo e Napoli è una delle mete preferite. Il geometra di Verzuolo lo ha capito e siccome Verzuolo è in provincia di Cuneo, non gli servono i tre anni di militare che fece Totò per capire le cose, lui le capisce al volo. Avrà pensato:  “I napoletani sono gelosi delle loro cose ed io faccio leva su queste.” E così ha incominciato a dire che la pizza napoletana non gli piaceva, che costava troppo poco, che era molliccia. Apriti cielo !! I napoletani sono scesi in piazza stile Masaniello. Maledizioni, fatture e malocchi sono stati lanciati sul web. Il primo che và a mangiare dallo straniero ha ‘ddà passà nu’ guaio !! E poi che siamo scemi che ci compriamo una margherta a 17 euro, ma peggio ancora, una pizza con il prosciutto a 68 euro, quando noi una fetta di “Parigina” (che pare che si chiami così perché fu creato per la regina di Napoli) la paghiamo 2 euro e sempre col prosciutto è fatta. Dice, ma quello però ci mette sopra il Patanegra che costa quasi 60 euro al chilo.


Insomma non se ne può più  con questo “dissing” incrociato. Intanto il Flavio nazionale dichiara: “Noi facciamo un lavoro penso fatto bene. Abbiamo dei ragazzi molto molto bravi. Materie prime di qualità, il servizio, un bel locale, il deejay, lo spinning pizza.” Insomma se entri mangi, bevi e ti diverti. Al contrario della filosofia napoletana che quando dice: “Facimmece ‘na pizza” vuol dire, mangiare qualcosa al volo senza perdere molto tempo. Però una cosa mi preme sottolineare, di tutti i pizzaioli che hanno criticato, quanti di loro hanno dietro al forno, vicino ai fornelli, a lavare i piatti o in sala, giovani che non hanno un contratto di lavoro ? Quanti di loro sono stati assunti a nero ? Ecco, forse è questo che ci deve far riflettere, chiacchiere a parte. Briatore ha aperto un locale di tendenza assumendo giovani napoletani, e se qualcuno vuole può collegarsi al sito di Crazy Pizza e andare sulla pagina “lavora con noi” , mandare un C.V. e sperare di lavorare. Quindi teniamo fede ad un vecchio proverbio napoletano che recita: “Chi me dà a mangià m’è mamma e m’è pate.”

E poi siamo superiori, in fondo il grande Totò, dopo i tre anni di militare a Cuneo, chiuse la sua più bella poesia scrivendo:
“Perciò, stamme a ssentì, nun fa’ ‘o restivo,
suppuorteme vicino, che te ‘mporta?
‘Sti ppagliacciate ‘e ffanno sul’e vive:
nuje simme serje… appartenimmo a morte!”

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Arturo Delogu
Arturo Delogu, classe 1966, luogotenente dell'Esercito Italiano in pensione. Vicepresidente dell'associazione di promozione sociale Artemide, tra i soci dell'Ats che a Quarto, in provincia di Napoli, gestisce Casa Mehari, bene confiscato alla camorra. Da anni attivista per la promozione culturale dei Campi Flegrei. Attore amatoriale da oltre 30 anni, videomaker e regista di cortometraggi.

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