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Intervista alla Dott.ssa Francesca Bianco (INGV di Napoli)

Ho effettuato un’intervista alla Dott.ssa Bianco in merito alla situazione attuale del bradisismo flegreo ed in riferimento ad alcuni lavori scientifici resi pubblici di recente. La Dott.ssa Bianco è coautore del lavoro pubblicato sulla Tomografia in cui si è evidenziato un livello magmatico alla profondità di 5 Km e reso pubblico la scorsa primavera. (vedi bibliografia)

La Dott.ssa Bianco è “Dirigente di Ricerca ” dell’Osservatorio Vesuviano, con laurea in Fisica, dottorato in Geofisica e Vulcanologia e con all’ attivo numerose pubblicazioni scientifiche in campo sismologico e vulcanologico.

E’ stata Direttrice dell’Osservatorio Vesuviano (sede INGV di Napoli), attualmente Direttrice del Dipartimento Vulcani dell’INGV.

Domanda introduttiva:

D: Qual è la situazione attuale

R: nell’ultimo mese (oggi è il 25.09.2024) abbiamo misurato una diminuzione della velocità di sollevamento e un decremento della frequenza di accadimento dei terremoti. Permangono i trend anomali dei parametri geochimici. Trend simili sono stati osservati anche in passato, per cui eventuali nuove accelerazioni del fenomeno non possono essere escluse.

D: In relazione alla tomografia i cui risultati sono stati resi noti di recente ( livello magmatico a 5 Km di profondità e due bacini idrotermali a 3.5 e 2.5 Km di profondità ) qual è la metodologia usata e quali le differenze con la metodologia usata nelle due tomografie precedenti in cui si evinceva un livello magmatico a 3 Km di profondità poi raffreddato.

R: A partire al 1988 sono state realizzate molte tomografie sismiche per l’area dei Campi Flegrei, tutte basate su inversioni lineari, che per comodità chiameremo approcci tradizionali. Nella ricerca di cui si parla è stato utilizzata per la prima volta una metodologia tomografica trans dimensionale non lineare con un approccio Bayesiano, che ci ha permesso di studiare le variazioni di velocità delle onde sismiche sia nello spazio che nel tempo. Le variazioni di velocità sono correlate con le variazioni delle caratteristiche del mezzo attraversato. I principali vantaggi di questo nuovo metodo, rispetto ai più comuni approcci tradizionali, sono:

1 )la non dipendenza dal modello di partenza, che di solito viene scelto in modo arbitrario,

2) invece di trovare un singolo modello migliore, si ottiene un insieme di migliaia di modelli che spiegano i dati in modo simile,

3) utilizza una tecnica flessibile che evita di dover applicare correzioni artificiali per risolvere eventuali ambiguità.

D: Di recente è stato reso pubblico un lavoro con la descrizione di un’ evoluzione negli ultimi anni del sottosuolo, in relazione alla crisi in corso: può in qualche modo tale lavoro correlarsi con le tomografie?

R: è un lavoro che ha studiato le variazioni nel rapporto tra le magnitudo della sismicità registrata nella caldera flegrea. Si tratta di una metodologia diversa da quella tomografica che studia parametri diversi, ma comunque con lo scopo di evidenziare variazioni nella caldera nello spazio e nel tempo. L’acquisizione di importanti volumi di dati multiparametrici, grazie alle nostre reti di monitoraggio ad alta sensibilità e dinamica, sta producendo una nuova letteratura scientifica di alto livello che contribuirà in maniera determinante, con nuove conoscenze, alla mitigazione del rischio sismico e vulcanico dell’area flegrea.

D: Le due metodologie per effettuare la tomografia sono in qualche modo correlabili tra loro?

R: ho già risposto nella prima domanda

D: Per quanto riguarda il rischio sismico, quali sono i metodi adottati per affermare che la massima magnitudo attesa è di 5° circa?

R: Sono stati tenuti in considerazione: studi sulla sismicità storica, applicazioni statistiche sulla sismicità registrata e studi sulla possibile attivazione in successione o contemporanea di più faglie vicine/contigue

D: Ci sono differenze fra i terremoti che avvengono nella zona di Pozzuoli con quelli che si verificano nel golfo verso l’abitato di Bacoli?

R: Le differenze potrebbero essere nella profondità degli ipocentri (quelli nel Golfo possono avere ipocentri a profondità maggiori) e nei meccanismi focali (quelli nella zona di Pozzuoli sono prevalentemente normali, nel Golfo si possono osservare anche meccanismi compressivi)

D: Per quanto riguarda il rischio eruttivo, attualmente è possibile un’eruzione freatica? E’ un evento prevedibile?

R: piccole esplosioni freatiche non possono essere escluse in linea di principio nel corso di una eventuale evoluzione del fenomeno. Non è possibile prevederle allo stato attuale delle conoscenze per quanto c’è un grande sforzo della comunità scientifica internazionale per fare luce sui processi che le governano.

D: L’eventualità di un’eruzione freato – magmatica può includere il rischio di un’attività analoga agli eventi che hanno messo in posto il Tufo Giallo Napoletano e l’Ignimbrite Campana?

R: eruzioni tipo Tufo Giallo Napoletano e l’Ignimbrite Campana hanno la minore probabilità condizionata di avvenire. In ogni caso per la loro generazione sarebbe necessaria la messa in posto di enormi volumi di magma, che causerebbe anomalie ingenti nei parametri monitorati.

D: Dopo gli eventi del 20 Maggio scorso è stata in qualche modo rilevata una differenza/evoluzione nel fenomeno?

R: se la recente diminuzione di alcuni parametri possa rappresentare una diversa evoluzione del fenomeno o invece solo una oscillazione del trend pluriennale lo potremo sapere solo con osservazioni nel lungo periodo

Ringrazio la Dott.ssa Bianco per la disponibilità e la cortesia

Bibliografia (a cura dell’autore dell’articolo)

G.Giacomazzi, C.Chiarabba, F.Bianco, P.De Gori, N.Piana Agostinetti (2024) Earth and Planetary Science Letters -Tracking transient changes in the plumbing system at Campi Flegrei Caldera –

Ana Astort, Elisa Trasatti, Luca Caricchi, Marco Polcari, Prospero De Martino, Valerio Acocella, Mauro A Di Vito – Tracking the 2007–2023 magma-driven unrest at Campi Flegrei caldera (Italy) – Communications Earth & Environment – 2024

https://www.ov.ingv.it/index.php/news/28-news-cf/279-campi-flegrei-una-nuova-ricerca-rivela-strutture-sismiche-differenti-allinterno-della-caldera.

vedi anche bollettini di sorveglianza settimanali

https://www.ov.ingv.it/index.php/monitoraggio-e-infrastrutture/bollettini-tutti/boll-sett-flegrei/anno-2024

e bollettini di sorveglianza mensili

https://www.ov.ingv.it/index.php/monitoraggio-e-infrastrutture/bollettini-tutti/bollett-mensili-cf/anno-2024-3

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Pierluigi Musto
Pierluigi Musto nasce a Napoli il 27 luglio 1962, dopo il diploma di maturità al liceo scientifico si laurea in Scienze Geologiche e si abilita alla professione di Geologo. Si abilita all’insegnamento in Matematica alle scuole medie e in Geografia per gli istituti tecnici. Dal 2007 è docente in ruolo in matematica e scienze nella provincia di Napoli. E’ autore del sito www.campiflegrei.eu. E' autore del libro :" Elementi di Geologia dei Campi Flegrei e della Piana Campana" Da numerosi anni si interessa della promozione del territorio flegreo collaborando tra l’altro nell’organizzazione dell’evento ricorrente “Malazè”. Collabora con numerose associazioni locali nella didattica e divulgazione della geologia dei Campi Flegrei.
http://www.campiflegrei.eu

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