Le quaranta medaglie italiane alle olimpiadi, la piazzano ad un nono posto invidiabile. Davanti agli inossidabili e teutonici atleti germanici, che sono un gradino sotto. Ma non è questa la notizia, le medaglie non sono stati gli unici argomenti di questa olimpiade. Si è parlato di “razza” di “genetica”, di argomenti che tutto trattano tranne che lo sport. Ministri, operai, generali e disoccupati, hanno dato spettacolo sui social ed in tv, dissertando su colore della pelle e su testosterone. Mentre la guerra che avanza in Medioriente non è stata fermata neanche dalla millenaria tregua olimpica.
Ultima perla della becera discussione estiva è stato il murale dedicato a Paola Egonu, pallavolista della nazionale italiana, vincitrice insieme alle sue compagne, di una storica medaglia d’oro. Una splendida icona sulla vittoria azzurra rovinata da chi crede che un colore sia migliore dell’altro. La pericolosa deriva razzista è sempre più presente, ricordando anni che credevamo sepolti nei ricordi dei nostri nonni.