La prestigiosa rassegna italiana dei “Teatri di Pietra” diretta dal regista Aurelio Gatti approda al Castello di Baia dopo 20 anni di spettacoli in tutta Italia con il “De Rerum Natura” (la natura delle cose) scritto dal poeta Tito Lucrezio Caro nel I secolo a.C.
La compagnia Mda produzioni danza farà tappa l’8 settembre in Campania con l’opera lucreziana dopo il grande successo dell’opera “La Lupa” andata in scena il 10 agosto 2024 tra le rovine del Villaggio preistorico dei Faraglioni di Ustica diretto da Domenico Targia.
Il “De Rerum Natura” di Lucrezio di prossima presentazione al Festival Antro del Parco Archeologico dei Campi Flegrei diretto da Fabio Pagano ha uno stretto legame con “La Lupa” verghiana: la condizione di una tragica esistenza dell’uomo che non può nulla di fronte alla grandezza della Natura vittima di passioni che non riesce a comprendere.
Ogni evento, ogni sviluppo, è una infinita ricerca dell’uomo di un compimento, che sia il piacere della “Lupa”, rappresentazione delle pulsioni inconsce che attraversano l’animo umano e dei loro effetti spesso dirompenti. o per ispirazione Divina del poeta latino. Uomini e opere distanti millenni tra loro, eppure vicini, scrittori capaci di restituire magistralmente la volontà di tensione verso qualcosa che sfugge.
L’8 settembre nei Campi Flegrei con il “De rerum natura” continuerà la ricerca espressiva dei “Teatri di Pietra” dove danza, musica e teatro si fondono emozionando.
In questo poema il filosofo e poeta latino descrive un ordine naturale delle cose indipendente dagli dei e al ruolo dell’uomo in un richiamo alla responsabilità personale e incita il genere umano a prendere coscienza della realtà, nella quale gli uomini sin dalla nascita sono vittime di passioni che non riescono a comprendere.
Il “De rerum natura“ è il poema che parla delle origini di tutto, dell’universo e dell’uomo, e della sua inconcludenza, del vano direzionarsi delle cose e della loro perenne trasformazione, dello splendore e dell’oscurità, dei fenomeni naturali e delle loro cause. La trama dell’opera è arricchita dalla “libera volontà di movimento” di tutti gli esseri viventi e del loro arbitrio.
Tutto ciò fa dell’opera di Lucrezio, ritrovata da Poggio Bracciolini nell’Abbazia di San Gallo nel 1417, materia di arte, teatro e danza.
Il regista Aurelio Gatti dichiara che Lucrezio «accende la comprensione che nell’antico c’è qualcosa di finito, confinato nel suo tempo, ma al tempo stesso si percepisce qualcosa di incessante, qualcosa che supera tempi, luoghi, millenni, e che riesce a mantenersi intatto per giungere fino a noi» .
In scena nella spettacolare location a picco sul mare andranno il Poeta e il suo Inquisitore mentre la danza amalgamerà ogni dinamica per «offrirsi come unicità delle nostre esistenze, che nella loro caducità, nel loro dolore, meritano di essere pienamente vissute» conclude il maestro Aurelio Gatti.
La regia e la coreografia sono del drammaturgo Aurelio Gatti e il disegno luci è di Stefano Stacchini. Lo spettacolo che si svolgerà nel Museo archeologico dei Campi Flegrei diretto da Pierfrancesco Talamo, sarà portata in scena dai ballerini Lucia Cinquegrana, Paola Saribas e Elisa Carta Carosi; dalla cantante Chiara Meschini e dall’attore Camillo Ciorciaro.