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Commedia al femminile con un pizzico di verità: Chez moi, romanzo rosa di Flumeri e Giacometti.

Le donne vivono, in modo ingiusto, un limite temporale che le piazza nel limbo del “vorrei ma non posso”, o meglio nella convinzione che oltre i cinquanta o i sessanta, non siano in grado di alimentare la propria sfera emozionale. Se sole poi restano relegate nel campo minato delle “single” e se piacenti, concretizzano quella che è considerata una meta ambita dai maschi, inevitabilmente attratti da una preda ancora appetibile, per gusti e forme.

Clelia, la protagonista di questo romanzo, scopre una verità amara e, al tempo stesso originale: suo marito è gay. Nell’immaginario collettivo il tradimento è sempre indirizzato verso un regolare esempio di femmina o maschio, spesso più avvenente del proprio partner, propenso a regalare intime virtù che colmano il vuoto erotico dell’ordinario compagno di vita. Ebbene una tale scoperta, per Clelia, rappresenta una doppia sconfitta, la frustrazione che ne deriva incide fortemente sul cuore, ma non lo lacera completamente, anzi ricuce le potenzialità per trasformarla in un’altra da sé.

Decide di cambiare città, rimodernare un casale ereditato da un’anziana zia e insieme a una stravagante amica âgé, tale Alma, disinibita e stravagante signora, mette su lo Cheiz moi.

Lo spirito col quale le due autrici affrontano il tema della singletudine, raccoglie in fondo i timori di tutte le signore che, senza falsi pudori, temono di restare intrappolate sul binario del dimenticatoio, vittime inconsapevoli di una cultura che senza alcuna pietà ingabbia la bellezza femminile in canoni e stili preconfezionati. Le donne mature sono escluse dai circuiti della libera e cordiale convivenza con l’altro sesso, non sono appetibili, tranne in rari casi, per cui seguono la scia dell’abbandono dove i tentativi di rinascita sono ridotti al minimo.

La storia di Clelia riguarda tante donne, costrette loro malgrado a fare i conti con un presente che brucia i filamenti di una vita regolare, sedimentando un corto circuito che esplode all’improvviso, mandando in frantumi le false certezze.

Con un briciolo di fantasia e ironia le due autrici, ci narrano una storia dal registro leggero, che però contiene episodi di vita comune, reali e dolorosi, dai quali si riesce a emergere se si vuole.

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Paola Iannelli
Docente di lingua e letteratura spagnola, ha iniziato a scrivere articoli in ambito accademico, ha svolto una tesi di dottorato sul noir partenopeo post moderno presso l’Università di Salamanca. Nel 2020 pubblica il suo primo noir con il titolo Il paradiso non ha un angolo retto con la casa editrice indipendente napoletana Homo Scrivens. Partecipa a vari blog letterari e scrive per un celebre sito dedito alla letteratura Thrillernord. Nel 2021 pubblica il sequel Amarga, che si candida come giallo finalista al concorso letterario Garfagnana in Giallo Barga noir. Nel 2023 riesce a vincere nel medesimo festival il premio per il racconto Al di là del giardino, nel contest Racconti all'ultimo minuto. Nel 2024 entra a far parte dell'Ordine dei giornalisti campani. Attualmente pubblica per Mursia Editore collana Giungla Gialla, ha pubblicato un noir Uno sguardo innocente, vincitrice al Garfagnina in Giallo sezione Giallo classico nel 2024. Partecipa attivamente in convegni internazionali dedicati alla letteratura di genere, in particolare con Tenerife noir, noto festival che si tiene ogni anno nella capitale canaria.
http://www.paolaiannelli.it

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