Tu sei qui
Home > Campi Flegrei > IL VIAGGIO DI UNO SCUGNIZZO, L’AUTOBIOGRAFIA IN VERSI DI FRANCESCO SCARAMUZZINO

IL VIAGGIO DI UNO SCUGNIZZO, L’AUTOBIOGRAFIA IN VERSI DI FRANCESCO SCARAMUZZINO

IL VIAGGIO DI UNO SCUGNIZZO (BOOK SPRINT EDIZIONI), la raccolta di poesie di Francesco Scaramuzzino geometra napoletano con la passione per la poesia, è un’autobiografia in versi come chiarisce il sottotitolo la mia vita attraverso le poesie. Un condensato di venticinque poesie in napoletano in cui è racchiuso l’excursus esistenziale dell’autore.

Senza timore il poeta spalanca le porte del proprio animo offrendoci versi dove amore e sofferenza viaggiano mano nella mano, come il bambino e l’uomo nell’immagine di copertina, in un susseguirsi di sorrisi e amarezze.

‘O viaggio, la più lunga tra le poesie che compongono la silloge, è dedicata al padre malato che non vede più bene e che lentamente, tra tante sofferenze, si avvia verso un irrimediabile destino dopo aver amato e cresciuto il proprio figlio. Né è un caso se la poesia successiva è dedicata alla mamma. Un uno due di affetti dove risalta l’amore che il poeta nutriva e nutre per i propri genitori tanto da non scompaginarne i ruoli nemmeno nell’impaginazione delle poesie.

Ma l’amore non è solo quello che si prova per i propri genitori. La sofferenza che spesso deriva quando ci si innamora di un altra persona rappresenta uno dei dolori più devastanti che un essere umano possa patire a livello interiore.

‘A femmena parla di un amore che spinge l’innamorato ad approcciarsi speranzoso a colei che ama. Ma quando lo spesso velo delle apparenze che ne rendono il cuore felice viene squarciato dalla dura realtà, come recita la poesia ‘A maschera, ecco che il dolore si insinua in ogni angolo dell’anima spingendo il poeta a dichiarare con fare tagliente era meglio ca ‘e chille vase steve riuno (era meglio che di quei baci restavo digiuno).

I versi di Scaramuzzino sono tante piccole stille di parole che, così come le gocce d’acqua con paziente caparbietà scavano la dura roccia per penetrarne l’animo, erodono l’animo del lettore fino a entrare nel proprio cuore obbligandolo a una profonda riflessione sulla vita.

La silloge è un viaggio da percorrersi stringendo la mano del poeta in quanto la poesia è uno dei medicinali più potenti per guarire le ferite dell’anima. Un altro è l’amore!

Buona lettura

Avatar photo
Vincenzo Giarritiello
Nato a Napoli, ma da oltre vent’anni residente a Pozzuoli, Vincenzo Giarritiello alterna all’attività di scrittore quella di giornalista per passione. Nel 1997 ha pubblicato “L’ultima notte e altri racconti” e nel 1999 “La scelta”. Nel 2017 ha ristampato “La scelta” e nel 2018 ha pubblicato il romanzo breve “Signature rerum” ambientato nei Campi Flegrei. Nel 2019 ha stampato “Le mie ragazze rom scrivono” e “Raggiolo uno scorsio di paradiso in terra”. Nel 2020 ha editato la raccolta di racconti “L’uomo che realizzava i sogni”. Ha pubblicato con le Edizioni Helicon il romanzo “Il ragazzo che danzò con il mare”. Ha collaborato con le riviste online “Giornalewolf.it” e “Comunicare Senza Frontiere”; con quelle cartacee “Memo”, “Il Bollettino Flegreo”, “Napoli Più”, “La Torre”. Fino al 2008 ha coordinato laboratori di scrittura creativa per ragazzi a Pozzuoli e all’Istituto Penitenziario Minorile di Nisida. Attualmente collabora con l’associazione culturale Lux in Fabula con cui ha ideato la manifestazione “Quattro chiacchiere con l’autore”. Nel 2005 ha attivato il blog “La Voce di Kayfa” e nel 2017 “La Voce di Kayfa 2.0”. Dal 2019 è attivo il suo sito www.vincenzogiarritiello.it
http://www.vincenzogiarritiello.it

Articoli Simili

Lascia un commento

Top Menu
Translate »
error: Il contenuto del sito è protetto