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La crisi del bradisismo 1982 -84 (prima parte)

Pozzuoli dall'alto

Dal 2005 è in corso una crisi di bradisismo, negli ultimi tempi si sta manifestando un incremento nella sismicità con alcune scosse di magnitudo superiore a 3.5 e con un evento di 4.4 (lo scorso 20 Maggio) Ritengo necessario ricordare cosa successe nella crisi precedente, degli anni 1982-84, perché ho più volte constatato che tale memoria sia andata perduta nel tempo. Il presente è un primo articolo, concepito sia alla luce di documenti giornalistici (attraverso l’ampio archivio creato dall’Associazione culturale “Lux in fabula”, sia dal punto di vista scientifico.

Nel presente articolo descrivo la prima fase della crisi fino al mese di settembre 83.

Essa è seguita ad un precente “unrest” dei primi anni 70, quando si decise di evacuare il Rione Terra. In quel periodo il suolo si sollevò di circa due metri e con una sismicità molto bassa.

Dal 1972 il bradisismo concesse una tregua di circa dieci anni fino al Luglio 1982, quando furono osservati i primi segnali di un nuovo sollevamento.

Con la nuova crisi, la sismicità non ebbe subito inizio: essa iniziò a manifestarsi verso la fine dell’anno con piccoli eventi.

Nel quotidiano “Il Mattino” del 24 Aprile 1983 si fece riferimento ad una scossa avvenuta il giorno precedente alle 6.12 e ben percepita dalla popolazione. Franco Mancusi, compianto giornalista del quotidiano napoletano, scrisse di un “quarto grado”. Si tratta della nota “Scala Mercalli”. Nella stessa pagina de “Il Mattino” si fece riferimento alla sismicità a partire dal novembre 1982 come anche alla media di sollevamento del suolo: circa 2 mm/giorno per un totale di 52 cm dal Luglio 1982 (ad Aprile 1983)

Questo primo report è antecedente all’accentuarsi del fenomeno che ebbe inizio successivamente (a Settembre 1983 e ancor di più in Ottobre dello stesso anno); Il suolo già si deformava ad una velocità superiore di quanto accade attualmente, la sismicità era inferiore anche se a volte si registravano eventi avvertiti soprattutto nel centro storico di Pozzuoli.

Di seguito inserisco il link in cui possono essere letti alcuni articoli a cui ho fatto riferimento,

https://bradisismoflegreo.wordpress.com/wp-content/uploads/2012/07/rassegna-stampa-marzo-giugno-1983.pdf

Ad Aprile 1983 si registrarono 160 eventi sismici mentre il mese successivo, fino al 25 Maggio, il numero delle scosse arrivò a 210. E’ necessario considerare che la strumentazione dell’epoca era ben lungi rispetto a quella attuale.

Sul sito dell’Osservatorio Vesuviano, nel catalogo Gossip, sono disponibili i dati dei terremoti del 1983: in particolare gli eventi (rivisti) con magnitudo superiore a 3. Il 15 Maggio si ebbe una prima scossa di Md 3.4 +-0.3.con un ipocentro a 3.2 di profondità ed epicentro in una zona tra la Solfatara e Agnano.

Da questo evento, fino a Settembre, non ci furono altri terremoti significativi. Il primo Settembre (alle 23 circa ) si registrò un evento di Md (magnitudo durata) 3.4+-0.3 con epicentro poco ad est dell’Accademia aeronautica e con ipocentro a 2.6 Km di profondità. Dopo pochi giorni, il 4 settembre alle 13.30 circa si registrò un terremoto di Md 3.6 ad una profondità di circa 2.7 Km e con epicentro poco ad ovest della Solfatara. https://terremoti.ov.ingv.it/gossip/flegrei/1983/event_29861.html

Questo terremoto ebbe un’eco significativa; la popolazione puteolana era provata da mesi di attività sismica e qualcuno decise di allontanarsi dal territorio.

Ecco il link del quotidiano del 5 settembre https://bradisismoflegreo.wordpress.com/wp-content/uploads/2012/07/rassegna-stampa-settembre-1983-prima-parte.pdf

si legge di decine di scosse. Ancora una volta si fa riferimento agli effetti del terremoto attraverso la Scala Mercalli (la scossa avrebbe raggiunto il quinto grado)

A tal riguardo è indispensabile che non si faccia confusione tra la magnitudo e la Scala Mercalli. La prima (conosciuta anche come Scala Richter) indica l’effettiva energia sprigionata, l’Osservatorio Vesuviano misura la “magnitudo durataessa è calcolabile solo dagli addetti ai lavori. La scala Mercalli invece evidenzia gli effetti dei sismi. E’ suscettibile di diversi parametri: l’energia sprigionata, la profondità dell’evento, la distanza dall’epicentro, le infrastrutture coinvolte..etc Per un singolo terremoto si individuano effetti differenti che tendono a regredire con la distanza dall’epicentro. Per eventi di magnitudo simile o uguale è possibile che si abbiano effetti anche molto diversi. Ciò sui social può essere confuso con una errata misurazione della magnitudo che, ripeto, può essere calcolata dai sismologi e solo nelle sedi opportune.

Su un quotidiano del 21 settembre, oltre alle continue scosse, si legge che il sollevamento aveva una velocità di circa 2.5 mm/giorno. Quindi ben più elevato di quanto accade in questo periodo. https://bradisismoflegreo.wordpress.com/wp-content/uploads/2012/07/rassegna-stampa-settembre-1983-seconda-parte.pdf

Attraverso il quotidiano “La stampa” del 28 Settembre 1983 il prof Luongo (allora direttore responsabile dell’Osservatorio Vesuviano) precisava alcuni dati sul sollevamento affermando che esso a volte raggiunge anche i 4-5 mm/giorno e che dal Luglio 82 al Settembre 1983 si era avuto un sollevamento di 85 cm. https://bradisismoflegreo.wordpress.com/wp-content/uploads/2012/07/rassegna-stampa-settembre-1983-seconda-parte.pdf

Da fine Aprile al Settembre 1983 si può evidenziare un sollevamento di oltre 30 cm, ( 85 – 52 cm) esso non aveva un andamento costante e ciò avviene anche durante l’ attuale “unrest”.

Tali sono i valori di deformazione massima del suolo evidenziabile fin da allora nei pressi del ben noto Rione Terra.

Nelle aree circostanti tale deformazione ha sempre assunto valori inferiori fino ad annullarsi nei territori ai limiti della caldera.

Abbiamo più volte evidenziato che in questa fase la velocità di sollevamento era ben superiore a quanto accade attualmente, tuttavia la sismicità, non aveva raggiunto ancora livelli importanti pur manifestandosi con eventi anche numerosi ma di energia non elevata (a parte poche eccezioni).

Si può affermare che le rocce avevano un comportamento più elastico rispetto ad oggi e non avevano ancora raggiunto livelli di resistenza tali da fratturasi più intensamente e provocare terremoti frequenti e magnitudo più elevate.

E’ necessario ribadire a tal riguardo che gli eventi nei Campi Flegrei non possono raggiungere magnitudo particolarmente elevate: si ipotizza una Md massima di 5°. Gli ipocentri dei terremoti flegrei sono molto superficiali (confinati ai primi 3-5 Km di profondità) e quindi è possibile che si verifichino scuotimenti elevati e danni a fabbricati in cattivo stato.

Nei primi anni 80 ho partecipato a diversi seminari sul bradisismo: già allora prevaleva l’idea che la massa che spinge verso l’alto fosse ubicata intorno ai 3 Km di profondità nel sottosuolo di Pozzuoli, secondo il modello di Mogi 1958, e fosse costituita da una piccola camera magmatica.

Nel prossimo contributo continuerò a raccontare ed analizzare quel periodo, evidenziando come la crisi ebbe un deciso sussulto.

Farò anche un approfondimento attraverso un lavoro pubblicato nel 1988 dall’Osservatorio Vesuviano.

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Pierluigi Musto
Pierluigi Musto nasce a Napoli il 27 luglio 1962, dopo il diploma di maturità al liceo scientifico si laurea in Scienze Geologiche e si abilita alla professione di Geologo. Si abilita all’insegnamento in Matematica alle scuole medie e in Geografia per gli istituti tecnici. Dal 2007 è docente in ruolo in matematica e scienze nella provincia di Napoli. E’ autore del sito www.campiflegrei.eu. E' autore del libro :" Elementi di Geologia dei Campi Flegrei e della Piana Campana" Da numerosi anni si interessa della promozione del territorio flegreo collaborando tra l’altro nell’organizzazione dell’evento ricorrente “Malazè”. Collabora con numerose associazioni locali nella didattica e divulgazione della geologia dei Campi Flegrei.
http://www.campiflegrei.eu

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