Dopo il violento sciame sismico, effetto del bradisismo, di lunedì 20 maggio che dalle 19,51 alle 22,30 ha fatto registrare nei campi flegrei sei scosse di magnitudo superiore a 3.0, di cui una di 4.4 alle 20,10, con oltre 150 scosse tra lunedì sera e martedì mattina, alla stima dei danni diversi edifici sono risultati inagibili e gli sfollati ospitati provvisoriamente da parenti/amici, nelle tendopoli o negli alberghi.
A seguito di ciò ci si aspettavano parole di conforto e di incoraggiamento verso la popolazione da parte di un Governo presieduto da una donna che si dice orgogliosa di essere del popolo. Viceversa anche il Ministro della Protezione Civile Nello Musumeci non si è risparmiato una dichiarazione al veleno, che sa quasi di gaffe – dopo quella del Ministro degli Interni Piantedosi sui migranti morti a Cutro che colpevolizzava i genitori dei bambini annegati per averli imbarcati, o quella, tra le tante, del Ministro dell’Agricoltura Lollobrigida cognato della Premier il quale in Parlamento disse testuale: “Per fortuna la siccità ha colpito al Sud e in particolare la Sicilia” . Parole che lasciano presagire quanti e quali benefici, ovviamente detto in senso ironico, l’autonomia differenziata porterà al Sud. Fermo restando che la riforma parte dalla modifica del Titolo V° della Costituzione approvata dal Governo Amato II, governo di centrosinistra, e poi confermata con un referendum popolare il 7 ottobre 2001.
Il Ministro Musumeci, pur affermando che il Governo stanzierà 500 milioni di euro per mettere in sicurezza gli edifici nella zona rossa e aiuterà economicamente chi vorrà lasciare i Campi Flegrei, ha aggiunto con un pizzico di polemica, “Ma chi ha scelto di vivere lì sapeva che era un’area difficile, che presenta rischi. Ce ne ricordiamo solo quando la terra trema e questo è un grande limite, serve una convivenza vigile col pericolo. Se decidi di stare in quel luogo ci devi aiutare a promuovere una convivenza responsabile con una maggiore consapevolezza“.
Se da un lato il Ministro ha ragione nel mettere in evidenza che chi ha deciso di vivere nei Campi Flegrei è consapevole dei rischi che corre, dall’altro dovrebbe spiegare perché quando si decide di costruire abusivamente, da nord a sud, in aree a rischio – non solo nelle zone vulcaniche e a rischio sismico ma anche a ridosso degli argini di un fiume o sulle pendici di colline disboscate senza criterio dove facili sono le frane a seguito di un temporale – vengono rilasciati i contratti delle varie utenze. Se davvero si volesse arginare l’abusivismo edilizio basterebbe negare per legge gli allacciamenti di luce, acqua, gas e telefono laddove non si può costruire.
Se a questo paradosso si aggiunge che spesso i governi, non solo di centrodestra, emanano condoni edilizi per rimpinguare le casse dello Stato e accativarsi le simpatie elettorali della gente, rendendosi in tal modo indirettamente complici dei successivi eventuali disastri che si verificherebbero nelle aree condonate a seguito delle stesse cause che le rendevano inedificabili, sarebbe stato meglio se Musumeci si fosse risparmiato la cazziata a chi ha deciso di vivere nei Campi Flegrei, soprattutto se c’è nato.
Facile scaricare le responsabilità sulle spalle dei cittadini. A volte, se tacesse, la politica renderebbe un servizio prima di tutto a se stessa.