“Uomo politico (n. Maglie 1916 – m. prob. Roma 1978). Tra i fondatori della Democrazia cristiana e suo rappresentante alla Costituente, ne divenne segretario (1959)….Nel 1978 Moro fu rapito e ucciso dalle Brigate rosse“.
Sono trascorsi 46 anni dalla morte di Aldo Moro, il suo cadavere fu ritrovato il 9 maggio del 1978 nel bagagliaio di una Renault 4 rossa parcheggiata in Via Michelangelo Caetani a Roma.
Nell’occasione giovedì 9 maggio alle 17.30 presso la Biblioteca del Seminario di Caserta (Piazza Duomo, Caserta) «Polity Design, Scuola di Classe Dirigente» propone un dibattito pubblico su Aldo Moro con focus sui suoi studenti e sulla Sua figura di docente.
A raccontare Moro e quegli anni saranno Lucio Brunelli, allievo dello statista democristiano, giornalista, già vaticanista del TG2 e direttore di TV2000 e Radio InBlu e Angelo Picariello, giornalista di «Avvenire», parlamentarista ed esperto degli «anni di piombo», in una prospettiva di riconciliazione del Paese tra le vittime del terrorismo e i brigatisti.
Al tavolo, anche Luigi Ferraiuolo, direttore di «Polity Design», e Gianmarco Carozza, del Collegio di Direzione della Scuola (composto anche da Sergio Carozza, Valentina D’Andria, Monica Ippolito, Stefania Lanni, Gianni Maggio, don Gianmichele Marotta e Biagio Narciso).
Porteranno i saluti della città l’assessore alla cultura Enzo Battarra, i presidenti del Rotary Club Caserta Reggia, Daniela Castallo; e del Lions Club Caserta Villa Reale new century Francesco Cirino; e Michele De Simone, del Premio Buone Notizie, che Brunelli ha vinto nel 2015.
«Aldo Moro è una delle figure politiche più importanti nella storia dell’Italia repubblicana. È centrale nella Democrazia Cristiana e guida la modernizzazione del Paese confrontandosi in maniera serrata con il Pci e spesso influenzandolo da lontano – spiega Ferraiuolo – La sua figura di intellettuale cattolico prima e di politico poi lo rendono fondamentale nella redazione del Codice di Camaldoli, nell’Assemblea costituente e nel governo del Paese».
L’obiettivo dell’incontro è indagare in particolare il suo rapporto con i giovani e quello da professore, poco o per nulla conosciuti. Verranno letti alcuni passi di memorabili discorsi e lettere di Moro, due studenti del primo anno di Polity: Gaia Bonafiglia e Vincenzo Sermiento.
«Nel 1978 Giorgio Bocca* parlava delle radici catto-comuniste del terrorismo addossandone la colpa alle “due Chiese”, come le chiamava lui – quella cattolica e quella comunista –, che educando al massimalismo avrebbero creato le premesse per la lotta armata – aggiungono Ferraiuolo e Carozza di Polity – Vogliamo anche raccontare la complessità di quegli anni, che videro nascere in parallelo associazioni e movimenti cattolici e organizzazioni eversive, per sfatare analisi erronee».
*”Giorgio Bocca è il giornalista che nel 1975 sosteneva che l’esistenza delle Brigate Rosse fosse in realtà una favola raccontata agli italiani dagli inquirenti e dai servizi segreti e che qualche anno più tardi rivide pubblicamente le sue posizioni: «Bisogna ammettere che abbiamo preso una bella cantonata»” .