“O fai il padre o il camorrista”: è la battuta della scena finale del film “Nati pre-giudicati” di Stefano Cerbone, presentato stamattina in anteprima nazionale presso la Casa Circondariale “Pasquale Mandato” di Secondigliano.
Alla proiezione – insieme all’autore e regista – hanno assistito la direttrice del carcere Giulia Russo, il garante dei detenuti del Comune di Napoli don Tonino Palmese, i parlamentari Gaetano Amato, Francesco Emilio Borrelli e Federico Cafiero de Raho. Ma soprattutto i detenuti dell’Alta Sicurezza, che hanno collaborato alla sceneggiatura e sono stati protagonisti del dibattito moderato dal giornalista Claudio Ciotola.
Un confronto che è partito dal messaggio che Cerbone ha voluto trasmettere al pubblico nel film, come spiega lui stesso: «Premesso che la pellicola ripudia la camorra ed ogni forma di violenza e di privazione della libertà altrui e che la sceneggiatura rende omaggio al ruolo delle forze dell’ordine e della magistratura, in “Nati pre-giudicati” ho voluto piuttosto raccontare il sentimento dell’amicizia indissolubile di due ragazze, Janet e Marinella, che s’incontrano sui banchi di scuola ma saranno poi costrette a separarsi, quando una faida tra clan coinvolgerà i loro parenti».
A margine della mattinata dunque il dibattito sul ruolo dei genitori nell’educazione dei figli in contesti cosiddetti a rischio come le famiglie di malavitosi. A prendere la parola i parlamentari da sempre in prima linea nella lotta alla criminalità organizzata, come l’ex procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho e Francesco Emilio Borrelli che, insieme al collega Gaetano Amato, hanno portato le loro testimonianze sul tema.