Oltre 41 milioni di euro spesi per gli scavi archeologici al Rione Terra di Pozzuoli. Ma come è giusto che sia la campagna scavi iniziata nel 1993 va avanti portando alla luce giorno dopo giorno immensi tesori dell’Umanità.
Nel nuovo appuntamento all‘Accademia dei Campi Flegrei che questa mattina ha ospitato, in una sala gremita, la funzionaria archeologa per i comuni di Pozzuoli, Bacoli, Ischia e Procida della Soprintendenza Archeologia BAP per l’area metropolitana di Napoli Maria Luisa Tardugno ,ha narrato, nell’ambito degli incontri “I Campi Flegrei. Archeologia, Storia, Iconografia, Arte, Scienze. Le fonti di lunga durata”, la storia del Rione Terra di Pozzuoli dalle origini ai nostri giorni.
Gli incontri organizzati in collaborazione con la Diocesi di Pozzuoli, con le associazioni Villaggio Letterario e Lunaria Onlus, ha visto oggi tra l’altro la partecipazione di una classe del Liceo Virgilio di Pozzuoli coordinata dalle professoresse Andreina Moio e Maria Teresa Moccia di Fraia.
Ha aperto i lavori l’assessore al governo del territorio e alla pianificazione e riqualificazione urbana di Pozzuoli Giacomo Bandiera, è seguita la lectio magistralis di Maria Luisa Tardugno sul “Rione Terra di Pozzuoli”. L’incontro è stato moderato dalla professoressa Uni Roma 3 Gea Palumbo.
La Tardugno ha esordito con la storia prima del complesso intervento di recupero del Rione Terra di Pozzuoli «varato dalla Regione Campania nel 1993, dopo i lunghi anni di abbandono seguiti all’evacuazione degli abitanti avvenuta il 2 marzo del 1970 in seguito alla prima grave crisi bradisismica che ha colpito la città – ben poco si conosceva del patrimonio archeologico della rocca puteolana, oggetto di 2000 anni di vita ininterrotta».
Sulla rocca era stata fondata, nel 194 a.C., la colonia marittima di Puteoli, divenuta il porto di Roma e uno dei principali porti del Mediterraneo. Qui poi gli abitanti di Pozzuoli «abitarono e tornarono a rifugiarsi quando la discesa di Alarico (410 d.C.) provocò la distruzione della città, costruita già poco dopo la deduzione della colonia, alle spalle del Rione Terra, e della quale oggi restano le grandi moli degli anfiteatri e delle terme. Le motivazioni corrispondono a quelle che spinsero i Romani alla scelta di fondare la colonia sullo sperone». Tra le motivazioni che spinsero i Romani a scegliere lo sperone tufaceo del Rione Terra vi è la sua naturale «fortificazione in quanto circondato su tre lati del mare». Nella città romana la vita è proseguita fino all’eruzione di Monte Nuovo avvenuta il 29 settembre del 1538. Il Vicerè don Pedro de Toledo promosse dopo questa catastrofe la rinascita della città. È il tempo in cui furono rasati i piani superiori delle case e i piani terra divennero la base su cui si fondò la città seicentesca. Dal 1993 gli scavi continuano…
L’archeologa si è soffermata sull’inquadramento topografico; sulla Puteoli porto di Roma, che accolse materiale, merci e genti da tutto il mondo conosciuto e in particolare il principale alimento: il grano dall’Egitto, dalla Sicilia e dall’Africa; sulla struttura urbanistica e dei sottoservizi della colonia con la fitta rete di pozzi e cunicoli; sulle sculture tra cui la bellissima replica dell’Atena Lemnia, una scultura bronzea che Fidia realizzò intorno al V sec. a.C.; un’occhiata poi al panificio “pistrinum”; agli ergastula o lupanari.
Non potevano mancare la descrizione delle tabernae, sul larario con teste di serpenti in marmo e sul larario dei dodici Dei.
L’incontro arricchito con la proiezione delle immagini degli scavi effettuati sul Rione Terra si è concluso con la narrazione del Museo dell’Opera di recente realizzazione, con i reperti trovati nel “pozzo” scavato nel tufo e con la storia incredibile del Capitolium in tufo del 194 a.C. e del magnifico Tempio di Augusto.
La dottoressa Maria Luisa Tardugno, con la competenza di chi da anni lavora in questo sito archeologico è stata molto apprezzata anche da studenti e studentesse che affollavano la sala. Dopo le numerose domande e curiosità la giornata studio si è conclusa con la promessa di una visita sul sito archeologico.
A questo incontro seguiranno l’incontro di lunedì 11 marzo alle ore 11.00 con l’archeologo Pierfrancesco Talamo, della Direzione regionale Musei Campania, che tratterà del «Popolamento antico dei Campi Flegrei»; a seguire mercoledì 13 aprile alle 18.00 interverrà Giovanni Brizzi, dell’Università degli Studi di Bologna, che parlerà di “Scipione, il processo, l’esilio a Liternum”. A concludere il primo ciclo di incontri 2023/2024 dell’Accademia sarà Fabio Pagano direttore del Parco archeologico dei Campi Flegrei sabato 23 Aprile ore 11.00 con “L’archeologia flegrea tra realtà e trasparenza”.
ACCADEMIA DEI CAMPI FLEGREI
L’Accademia dei Campi Flegrei fondata da Gea Palumbo (presidente), dalla sottoscritta (vicepresidente) e da Giulio Sodano (tesoriere), ha la collaborazione di Roberto Della Rocca, Sonia Gervasio e Maria Teresa Moccia di Fraia.
Gli incontri sono aperti e gratuiti.
Foto dell’incontro e della copertina di Salvatore Basile, foto del percorso archeologico del Rione Terra di Pozzuoli di Anna Russolillo