La soglia del male è una striscia infinita, può arrivare a estremi assurdi e limare quel confine assoluto che separa l’anima, colorando i sentieri di questa entità immateriale di puro veleno.
Le storie parallele di quattro donne animano un mondo, dove la sopraffazione dell’altro è la regola comune. Violenze, pregiudizi, la totale mancanza di amore disegna il labirinto in cui Albina ed Elisa, e poi Federica e Maria, perdono l’innocenza e si trasformano in schiave, o meglio in pura merce umana.
L’ospedale degli Incurabili, luogo di custodia per coloro che erano ritenuti gli ultimi, gli scarti dell’umanità, diventa lo scenario di morte per due giovanissime, rinchiuse al suo interno per espiare le loro malsane esistenze. Come giunchi piegati dalla violenza del vento, si consolano a vicenda, aprendo uno spiraglio di luce nella sofferenza quotidiana. I connotati dell’amore si disperdono tra le mura sudice degli Incurabili, punendo la loro amicizia, confinandole nel limbo della memoria.
La giovane ricercatrice Federica, ricuce i lembi strappati della sua vita, occupandosi di un saggio storico che ripercorre la storia dell’antico ospedale. L’eco lontana delle donne mutilate nel corpo e nello spirito, obbliga la donna a guardarsi indietro, così ripercorre gli anni della gioventù, bruciata da un incontro con un uomo malvagio.
I ricordi sono immagini, suoni, e parole, che si propongono, nonostante la nostra volontà cerchi di escluderli. Ritornano impetuosi, agganciandosi a sparuti angoli di memoria, così Maria ritorna nella vita di Federica.
L’occasione di una rivalsa si presenta, complice un medico che anni prima aveva salvato la vita a Maria. Il senso di vendetta arde, infiamma quel fuoco tenuto sopito per anni.
Le Pentite sono un romanzo corale, rivolto alle donne di cui si è persa la voce, i cui toni echeggiano nella sfera della dimenticanza. Recupera la solitaria speranza di rinascita, percorre e intreccia i destini in fiamme delle protagoniste, ricucendo un passaggio fondamentale che si regge sui pilastri dell’amore.
I lacci delle esistenze segnate dagli abusi, formano un dedalo di funi invisibili, su cui edificare il nuovo modo di stare al mondo.