L’ESORDIO DI GABRIELE CANTELLA
Il tradimento è una seduzione emotiva, perimetra l’area dell’estetica morale, riuscendo così a colmare quel senso di vuoto esistenziale così intimo, così delicato.
Giovanni Alma è un detective atipico, un romantico eroe in cerca di un’ancora cui agganciare un profondo senso di solitudine, una fedele compagna che scandisce ore e minuti delle sue giornate.
Gabriele Cantella pubblica nella collana Giungla Gialla, edita da Mursia, il romanzo di esordio Il sangue di Giuda, ambientato a Gela.
Un killer semina il terrore nella cittadina, i delitti commessi seguono il medesimo rituale, una pugnalata al cuore inferta con la mano sinistra, il cadavere circondato da trenta lingotti d’argento, e ciò che più lascia sorpresi è il luogo: l’interno di una chiesa.
La trama snocciola parentesi di pura tensione, a momenti di grande liricità, una vena di malinconia corre lungo le fila di questo racconto nero, dove ogni spazio è saturo di aria mefitica.
Il detective subisce l’opposizione delle forze dell’ordine, mente sapendo di aver trovato l’indizio giusto, finendo così per scoprire le cause che hanno animato una mente minata, o meglio deturpata nel profondo .
Una riflessione sorge spontanea, cosa siamo disposti a rischiare per sanare un tradimento? La sete di giustizia può divenire un rimedio per frenare il fiume in cui l’individuo tradito, cerca con disperato richiamo di dar voce a un atto materiale che solidifica la rivincita verso il prossimo.
Giovanni Alma (mai cognome è più significato, in spagnolo indica la parola anima), mostra le proprie fragilità senza pudore, si abbandona sul morbido tappeto del ricordo, si avvolge stringendo i lembi di un passato a lui caro. Sarà proprio la risoluzione del caso che suggerirà a Giovanni il vero senso della vita e dell’amore, ricucendo le ferite col sottile filo della speranza.
La mancanza di amore è la ragione di tanto male, partendo da quest’assioma il detective unirà i punti che uniscono i delitti del Giuda del nuovo millennio.