Ha solo vent’anni Ferna, autore, cantante e anche cantautore, al suo quinto singolo in uscita su tutte le piattaforme il 10 luglio. Canta in dialetto napoletano e questo elemento lo accomuna e avvicina a pilastri della musica all’ombra del Vesuvio, uno su tutti Pino Daniele. “Di lui mi piace ‘Anna verrà’ che è parte di me, la canto sempre”, dice. Nella sua formazione anche i i grandi cantautori italiani, ma si ispira anche a quella che è stata definita la voce più bella del panorama napoletano. Giudizio che mette d’accordo Gigi D’Alessio e Nino D’Angelo, e la “voce” è quella di Gigi Finizio. Tutto questo, con un altro ingrediente che è Clementino, è Ferna. E il nuovo singolo “Te sento” canta “testi forti” perché “c’è bisogno di valori”. Ferna accende i riflettori sulla periferia di Napoli, quella da cui parte dove “è facile perdersi” e così “la musica ti aiuta a non prendere strade pericolose”. “Te sento” secondo singolo dopo “Pecchè” musicato e prodotto da Vincenzo Sorrentino, tra l’altro direttore d’orchestra in tour internazionale con Jimmy Sax, che con la sua etichetta RMR Production, sta scovando numerosi talenti che presto verranno alla luce.
A vent’anni Ferna ha tutte le carte in regola per farcela, anche perché la richiesta del mercato è sempre orientata su prodotti, e autori, nazionali, e anche se non si è dato obiettivi una cosa la sa “la vita ti presenta continuamente ostacoli, bisogna essere lucidi e trovare le soluzioni, non so dove vorrei arrivare ma so che vorrei lavorare nel campo della musica”. Il testo dell’ultimo singolo “Te sento” è toccante e profondo. Racconta una storia d’amore tra due ragazzi, i brividi, le notti insonni, mentre lui si perde al pensiero di lei. Le chiede di rassicurarlo, di esserci sempre, di non allontanarsi, di restare. Restare per costruire qualcosa, un mondo insieme. “Sono una persona metto anche una parte della mia vita nelle canzoni, il personaggio lo puoi anche creare a tavolino, ma quello che rimane alla fine è la persona”. C’era bisogno dell’urban pop per ricordare al mondo che ci sono anche loro. Questi ragazzi che si sono salvati anche grazie alla musica, per dire al mondo che no, non c’è una sola strada, ma ci sono anche percorsi colorati e creativi, dove l’arte vince. “Devo trasmettere qualcosa, altrimenti se non arriva niente agli altri, se non trasmetto nulla a che serve”. Ferna, non lo sa ancora, o forse lo sa, ma è stata la fatica, il lavorio quotidiano di tutti i grandi. Quelli che lui ascolta e su cui si è inevitabilmente formato, e quelli che non gli sono passati davanti. Perché la musica, l’arte devono lasciare un segno in chi ascolta.
“La mia prima fan? Non ho dubbi è mia madre: sempre presente, mi segue, mi stimola, mi sostiene. Si è davvero la mia ultras più appassionata”.