Lipari è stata «il maggior scrigno dell’oro nero della Preistoria … L’ossidiana ebbe nell’isola il centro di approvvigionamento più frequentato del Mediterraneo Centrale durante il Neolitico» scrive Franco Foresta Martin nel libro “Lipari” (2023) a cura di Maria Clara Martinelli et alii.
La presenza nell’isola di Lipari di uno dei più importanti giacimenti di ossidiana – preziosa pietra dall’aspetto vitreo che fu all’alba della nostra civiltà una delle materie prime più ricercate per la costruzione di utensili da taglio e da caccia e che contribuì allo sviluppo delle prime comunità stanziali – ha suggerito l’idea di realizzare la mostra “Ossidiana nel Mediterraneo”.
L’interessante mostra da ieri aperta al pubblico presso il Museo Bernabò Brea di Lipari diretto dall’architetto Rosario Vilardo accompagnerà i visitatori fino al 31 ottobre.
Erano presenti all’inaugurazione l’assessore dei Beni Culturali e dell’Identità siciliana Francesco Paolo Scarpinato, il direttore generale del Dipartimento dei Beni Culturali e dell’Identità siciliana Mario La Rocca, il direttore del Parco Archeologico delle Isole Eolie Rosario Vilardo e la curatrice Maria Clara Martinelli.
Pannelli, un monitor touch screen e due filmati raccontano questa importante materia prima con l’obiettivo di fornire al visitatore un quadro generale sulla presenza di giacimenti di ossidiana nell’area del Mediterraneo e oltre, che sono stati frequentati dalle popolazioni in età preistorica, dal Neolitico all’età del metalli.
L’esposizione si sviluppa su un percorso geologico che comprende campioni di roccia ossidiana dei giacimenti di Lipari, Palmarola, Pantelleria, Sardegna; Milos e Gialì (Grecia), Armenia e Georgia e Turchia, Etiopia (Africa).
Il progetto della mostra rientra nelle attività di promozione del Parco Archeologico delle Isole Eolie diretto dall’architetto Rosario Vilardo.
Nella mostra sono esposte quattro opere dell’artista Luigi Radici sul tema dei vulcani e una scultura di ossidiana dell’artista Salvatore De Pasquale.