Domani sabato 27 maggio alle ore 11 presso il Castello di Baia Rita Pastorelli e Pierfrancesco Talamo chiudono in bellezza con l’incontro “Campi Flegrei: il ruolo del mito” la rassegna “Alla ricerca del ramo d’oro” promossa da Opus Contiunum e dal Parco Archeologico dei Campi Flegrei.
Campi Flegrei e mito un binomio indissolubile. Rita Pastorelli e Pierfrancesco Talamo un binomio vincente di cultura.
I Campi Flegrei e i miti, un insieme di luoghi in cui si fondono in modo unico paesaggio vulcanico, naturale, antropico e mitologia, un intreccio che unisce storia e leggende. Il fascino straordinario di questa mitica terra si riflette nella ricchezza storica, archeologica, letteraria e artistica polo di attrazione nel corso dei secoli di visitatori, artisti, studiosi e scienziati.
L’incontro Pastorelli – Talamo si prospetta davvero interessante non solo per l’eminenza dei due studiosi, per i tanti miti che arrivarono qui a partire dalla prima colonizzazione greca della Campania ma e soprattutto per la percezione nei secoli (Grand tour etc.) di questi luoghi.
Nell’VIII a. C. i greci cominciarono proprio dai Campi Flegrei – da Pithekoussai (Ischia, primo emporio greco) e da Kýmē (Cuma, prima colonia greca della Magna Grecia e di tutto il Mediterraneo occidentale) la colonizzazione del Mediterraneo che condusse alla fondazione di circa 150 nuove poleis, e ovviamente ambientando qui numerosi miti tra cui Baios (amico nocchiero di Ulisse) a Baia, Miseno a Capo Miseno, Dedalo e Talos a Cuma, per non parlare della figura mitologia greca e romana di Enea.
IL CATALOGO DELLA MOSTRA
Alla ricerca del ramo d’oro a cura di Pierfrancesco Talamo
«Sulla soglia degli inferi, per scoprire il suo destino, Enea porta in dono a Proserpina, regina dell’oltretomba, un ‘ramo d’oro’ [di vischio, mirto, o forse una spiga di grano, come suggerisce Giambattista Vico]. il mito racconta che l’ingresso all’ade fosse proprio nei Campi Flegrei, dove la sibilla, dalla sua dimora oscura, affidava al vento e alle foglie i suoi oracoli.
Da queste radici, nel 2019, prende forma il progetto Alla ricerca del ramo d’oro del collettivo partenopeo Opus continuum, a partire da una mappa dei campi flegrei pubblicata nel 1825 da Andrea de Jorio a corredo del suo singolare Viaggio di Enea all’inferno ed agli elisii: un viaggio su un doppio binario – uno strettamente legato al mito ed alla storia del territorio, l’altro inteso come una discesa nel nostro personale ‘sottosuolo’ –, otto artisti all’opera tra le pietre di tufo su cui è incisa la nostra memoria, protagonisti della mostra pittorica e fotografica ospitata nelle sale del castello di baia grazie alla collaborazione con il parco archeologico dei campi flegrei. “una missione complessa e una visione articolata che necessita di una nuova ‘alleanza’ culturale e comunitaria per avvicinare, mediare e interpretare luoghi della memoria usando la forza espressiva del linguaggio contemporaneo” [dall’introduzione di Fabio Pagano, direttore del Parco Archeologico dei Campi Flegrei].