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Il Carmen ( poema sacro ) I Parte

E’ per me una grande gioia presentarvi il seguente testo; un poema sacro, scritto di mio pugno alcuni anni fa. Non è usuale oggigiorno leggere poemi, me ne rendo conto; dopo il Paradiso perduto di John Milton, in pochi si sono arrischiati a produrre poemi o presunti tali. I tempi sono cambiati, ma mi piace pensare che ci siano ancora anime desiderose di apprezzarli. Il Carmen, è un testo che tratta alcuni temi biblici, raccontati attraverso rime alternate e libere, un opera che ho voluto dedicare a Dio: parte essenziale della mia esistenza. Vi auguro una buona lettura

Inizio del Poema: I parte

  Prima Cantica

  Elogio della creazione

 Lirica Prima

Alfa & Omega

Nacque una stella,

e ogni tenebra di poi scomparve,

astro di luce divina e quella,

che prima non era apparve.

Dio si specchiava nella natura,

e tutti gli esseri vivevano felici,

la terra era di luce e l’acqua pura,

e angeli e uomini si ugual che amici.

La divina mano dalla terra cavò,

esseri difformi di misura e di aspetto,

tutto si fece come Iddio ordinò,

di quanto pensato e di quanto detto.

Ma magnifica cosa s’aspettava ancora,

che gli angeli stessi non osavan sperare,

un uomo nacque nell’ultima ora,

di spirito sì puro da non poter guardare.

   Lirica Seconda

   L’uomo e la donna

Adamo

Mi desto sì nuovo nel cuore,

poiché vuoto non sento più,

un suono sento e questo canto è amore,

da me creata ciò che prima non fu.

Eva

Un canto io odo, il canto del mio amore,

per me sei fatta egli dice,

    per amare il tuo uomo e servire il Signore,

con mente pura e cuore felice.

Adamo

Donna sei mia per divin volere,

al tuo cuore il mio cuore soggiace,

amiamoci che null’altro abbiam da sapere,

amor che tiene puro il cuore e dà la pace.

Eva

Uomo qual sei da dove vengo io,

amore mio casto e mio signore,

viviamo insieme ciò che vuole Iddio,

 virtù che fa nobile la vita e dolce l’amore.

Lirica Terza

Canto di Dio

Gioite figli degli alberi e dei frutti,

dell’acque dolci e dei torrenti,

amate i pesci e gli uccelli tutti,

che volano nell’aria guidati dai venti.

Ogni cosa ho fatto per vostro onore,

per darvi sollievo e prosperità,

vivete con prudenza e col vostro amore,

riempite la terra di felicità.

Oh uomo d’amor voluto e affinità,

affinità hai di grazia e di natura,

non cercar mai ciò che nulla potrà,

donarti senza me ciò che dura.

Mangia dei frutti di tutto il giardino,

tu pastore che custodisci la terra,

ma l’albero che regola il vostro destino,

tenetelo lungi che la vita sotterra.

Lirica Quarta

Onirion

Di amor soltanto le ore spendevano,

che d’amor soltanto la libertà è tale,

ma nella loro pace ciò che non sapevano,

apparve come bene ciò che sempre è male.

 Perché sia facile alla donna il capire,

  di un animale prese fattezza,

  con morbide parole rese dolce il sentire,

 ciò che alla donna sembrava amarezza.

  Di inganno e di menzogna il ventre riempì,

   che della grazia divina già nulla durò,

  la donna perfetta che Iddio stabilì,

   fu dai sensi perduta e la terra tremò.

   Ma l’uomo sedotto per misera offerta,

   dalla donna accettò il simile inganno,

    con lo sguardo ferito e la mano aperta,

     recò alla sua anima sì turpe danno.

Lirica Quinta

 La cacciata dal Paradiso

Cosa accadde alle mie amate,

che il loro spirito più non sento,

un sentir odo soltanto: « è buono ciò che fate»

è il male che sparge il suo triste tormento.

«Mio uomo, mio amato, dove stai?»

«Sono qui, lontano da chi sa e da chi sogna»

«Perché sei nascosto, sei mio figlio lo sai!»

«Nudi siamo, e quindi per la vergogna»

«Non v’è nei miei figli simil pudore,

avete forse ascoltato l’inganno del serpente?»

«E’ la donna che m’ha tradito mio Signore,

prendendomi il cuor con linguaggio seducente»

«Donna che hai fatto! Dimmi la verità!»

«Non io mio Signore, è stato il serpente!»

«Oh debole creatura, nella tua ingenuità,

hai perso la mia grazia per un gusto attraente.»

«Oh serpe selvaggia, di sangue e di morte,

bestia lasciva cui passione non sazia,

ti condanno per sempre alla tua sorte,

d’angoscia e di terrore che per l’eterno strazia.

Donna di dolor in dolore vivrai,

per ogni dì al tuo uomo sottomessa,

con animo travagliato partorirai,

per aver infranto la divina promessa.

Uomo di carne e di debole cuore,

per aver accettato l’inganno dolente,

maledetta è la terra e con molto dolore,

ne trarrai il cibo per te e la tua gente.

Via creature dal divin giardino!

Tornerete soltanto un dì lontano,

quando un altro compirà il vostro destino,

liberandovi con un chiodo nella sua mano.»

                        Epilogo

Dal cielo alla terra e dalla terra al mare,

gli uomini videro le conseguenze del peccato,

ogni grazia era perduta e nulla si poteva fare,

per render sano ciò che era malato.

L’uomo e sua moglie vagaron ovunque,

per ogni luogo con spirito flemme,

ma nessun posto fu sì lecito e dunque,

presero dimora in Gerusalemme.

Gerusalemme i tuoi figli sono pronti,

li accogli ben lieta come si accoglie il giorno,

tu che ogni ben accogli e il male affronti,

del maligno hai l’andata, ma di Dio il ritorno.

Il ritorno ben lieto al tempo opportuno,

della giustizia, della virtù, e di ciò che vale,

la salvezza per il mondo e di noi ognuno,

aprendoci le porte della vita immortale.

   Carmiche

Ode I

“Racconto di Adamo e di Eva, dopo la cacciata dal paradiso”

L’uomo

Canterò la mia preghiera,

sulla bocca della mia amata,

fin dal mattino la penso e alla sera,

riposo sul mio petto la sua pelle dorata.

Il mio cuore è per la mia diletta,

e fa dolce il mio cammino,

nel tornar dalla campagna il mio cuor s’affretta,

e la mia anima esulta nel sentirla vicino.

La donna

Attendo il mio diletto,

con un bacio sulla bocca,

sono seduta sul selciato e qui lo aspetto,

dove il sole mi guarda e il vento mi tocca.

Iddio sostiene il nostro amore,

e la natura d’intorno ci delizia,

di null’altro abbiam bisogno e con tutto il cuore,

viviamo i nostri giorni senza alcuna malizia.

L’uomo

I miei passi giungono sul far della sera,

il vento soffia i capelli e gli alberi tutti,

cinto di un mantello e di una giacca nera,

rientro con in mano un cesto di frutti.

La donna

Attendo la vista cara del mio amore,

per tutto il giorno aspetto con cuore grato,

ho sugli occhi l’anima e fra le mani il cuore,

per accogliere con riguardo il mio amato.

Ode II

L’uomo

Ti darò in dono il mio cuore,

e la mia anima sarà il giardino del tuo riposo,

farò ben lieto il tuo spirito e dolce l’amore,

come un lieto amante e nobile sposo.

La donna

La nostra casa è come un vaso di creta,

e il balsamo dolce è il nostro amore,

Iddio ci copre come un manto di seta,

amor che riempie l’anima e ogni dolore.

L’uomo

Immagino il viso della mia sposa,

puro come il bianco mattino,

lungi da lei il mio cuor non riposa,

lei che fa docile l’animo e lieto il cammino.

La donna

Il mio sposo si avvicina, sento già i suoi passi,

sciolgo i capelli e preparo gli occhi all’amore,

risuonano le piante e vibrano i sassi,

è la figura soave del mio signore.

Ode III

L’uomo

Vedo le pietre nude del mio sentiero,

le erbe aromatiche li carezzano,

prende forma e sostanza il mio pensiero,

il mio cuore esulta e gli occhi brillano.

La donna

Lunghe le trecce dei miei capelli,

dolce il profumo del mio petto,

Iddio ci fa giovani, l’amore ci fa belli,

vedo chiaro il volto del mio diletto.

L’uomo

Il sole cala sul mio giardino,

è il profumo candido del mio amore,

lascia il suo posto e mi vien vicino,

gusto l’essenza naturale del suo sapore.

La donna

Eccolo il mio amore, il mio dono perfetto,

rendo lode a Dio mio buon Signore,

a giusta ragione lo chiamo diletto,

la mia anima canta e trova pace il cuore.

Ode IV

L’uomo

Ricevo le tue labbra come si riceve la vita,

mi copre l’odore delicato della tua pelle,

rendo gloria a Dio per la grazia infinita,

che empie la terra e muove le stelle.

La donna

Dove sono le lepri selvatiche?

Quelle belle che danzavano lì fuori?

Le mie trecce s’adornano di erbe aromatiche,

la mia veste si copre di foglie e di fiori.

L’uomo

Anche il mio spirito intona  canti al Signore!

La sua grazia vibra sui campi di grano,

porto l’immagine divina nel mio cuore,

e il suo grande disegno nella mia mano.

La donna

Siamo in due ma un’anima sola,

le bocche lodano il Signore Dio,

quando d’amor si vive, si sogna e si vola,

tu sei la prima metà, l’altra son’io.

Terza Cantica

Mariade

Canto I

“ Il canto di Maria: la sua storia prima dell’annunciazione “

Alba

Ho veduto l’alba del nuovo mattino,

e ho nutrito il mio ventre con il nettare dell’aurora.

Le nuvole rosa esplodono nel sangue divino,

e il mio cuore canta la sua prima ora.

Primo mattino

Sulla polvere che vibra sui sassi,

brilla serena la luce del giorno,

mi muovo verso casa affrettando i miei passi,

parlando con Dio, aspettando il suo ritorno.

Secondo mattino

Preparo il cibo per quelli della mia casa,

il pane nero e i frutti gustosi,

la casa è semplice ma da Dio pervasa,

ogni giorno riceviamo i suoi doni copiosi.

Mezzodì

Abbiamo mangiato il pane della terra,

e l’erba che cresce copiosa,

la tavola era benedetta e come una serra,

fioriva nella preghiera come una giovane sposa.

Preghiera

Dio benedetto, padre fedele,

sempre ci ricopri d’ogni grazia e bontà,

rammentando la stirpe del tuo servo Israele,

sostieni la nostra fede con sapienza e umiltà.

Riposo

Sono sdraiata sul letto del mio riposo,

attendo ai pensieri della mia gioventù,

son promessa in moglie e questore mio sposo,

discendente di David, esempio di virtù.

Lavoro

Come sempre mi dedico ai lavori importanti,

attingo l’acqua per le pecore e per i miei,

cantando i salmi con labbra esultanti,

immaginando nel cuor ciò che adesso vorrei.

Vespro

Intingo le mani nell’acqua del tuo amore,

mi preparo per l’ora della preghiera,

apro gli occhi dell’anima e quelli del cuore,

ben presto cantando prima che sia sera.

Preghiera

La mia anima sorride al ricordo di te,

ringraziandoti del giorno ormai finito,

alzo al cielo le mani legandoti a me,

riempiendomi il cuore di un amore infinito.

Alla sera

Sei tu tanto schietta e vera,

che solo Iddio più di te è bello,

quando ti vedo in lui mi par primavera,

tanto che la luna m’è madre e il ciel fratello.

Preghiera della notte

Ti ringrazio Signore mio eterno amore,

e benedetta è la tua mano gloriosa,

per render gioia agli occhi e pace al cuore,

m’hai fatta giovane ancella e nobile sposa.

Benedetto oh Santo Dio,

per la vita e per ciò che m’hai dato,

tra i vili peccator ci sono anche io,

perdona se talvolta non bene t’ho amato.

Ricordati oh Santo del tuo servo Israele,

dei poveri ammalati e di chi ha necessità,

di chi ti presta ascolto e di chi non ti è fedele,

e di chi aspetta con il cuore il Messia che verrà.

Salvaci oh Dio in questo tempo di riposo,

sostieni la casa della tua ancella,

benedici i miei cari e il mio futuro sposo,

la tua grazia fa il  corpo sicuro e l’anima bella.

Canto II

Ero andata ad attingere l’acqua

Ero andata ad attingere l’acqua,

il giorno era radioso,

il pozzo era distante dalla casa ma l’acqua,

serviva quel dì per il giardino odoroso.

La brezza mattutina soffiava sul mio velo,

il villaggio d’intorno sembrava tacere,

la terra era calda ma pallido il cielo,

misi mano nel pozzo e poi tornai a vedere.

Oh Primavera che bel canto!

Oh Primavera che bel canto!

Porti la rugiada delle tue parole,

quel che tu porti è più che bel manto,

ed empi la mia stanza con un raggio di sole.

Mi seggo felice sul letto delle mie sere,

alzo in pace le mani in un momento di letizia,

la mia bocca si apre per recitar preghiere,

ma un angelo vien con una grande notizia.

Gioisci oh vergine

Gioisci oh vergine poiché la grazia è per te!

Timor non avere della suddetta visione,

avrai la grande missione di partorire il re,

colui che salva il mondo dalla grande perdizione!

La mano dell’Altissimo è sopra il tuo seno,

poiché il tuo frutto sia puro e divino,

rendi gloria al Signore e non venir meno,

che da questo tuo sì adoreremo un bambino.

Dio parlò ed io ascoltai

Dio parlò ed io lo ascoltai,

come una sposa mi cinse fra le sue braccia,

mi empì d’amor e non ebbi mai,

l’ardir di tener duro il volto in faccia.

Sì amor tanto divino e puro,

il mio ventre verginale è anche tuo,

terrò fede al tuo nom che è Santo e sicuro,

sapendo che quel dono non è mio ma tuo.

Lieta sei Maria

Lieta sei Maria,

poni di grazia la tua mano,

con te nessun male porta via,

la fede che Dio dona all’essere umano.

Alleluia al Signore, sia gloria a Dio,

per la grazia che diede al mondo intero,

di tener celeste madre e fra questi pur io,

rendo grazie e potenza al suo amore vero.

Nei tuoi modi sereni nei tuoi occhi gentili,

c’è la sede dell’amor, c’è l’odor della pace,

con te mai nella vita potremmo esser vili,

sia lungi dall’anima ciò che l’amor disface.

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Ivan Tudisco
Ivan Tudisco è nato a Napoli nel 1980 dove attualmente vive. Nel 2007 ha esordito con una raccolta di poesie edita da una casa editrice Siciliana, seguiranno altre due raccolte, di cui l’ultima pubblicata nel 2021 con una editrice Romana: Rosabianca edizioni. Nel 2020 ha esordito con il suo primo romanzo: Gente di Pianura, in ebook. Una serie di racconti di genere vario, sono stati pubblicati su varie antologie nazionali tra il 2019 e il 2021, e una raccolta di favole, ha visto la sua pubblicazione nel 2021, ed è tuttora disponibile sul sito della casa editrice Ivvi. In Giugno 2022, sarà pubblicato un nuovo romanzo, con l’editrice Montag, collabora con QuiCampiFlegrei dal 2020. Tutti i libri di Ivan Tudisco sono disponibili nelle librerie online, quali: Mondadori storie, La Feltrinelli, Libro Co.

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